
The Danish Girl di David Ebershoff

Einar si infilò in fretta il vestito dalla testa e si sistemò il davanti. Sudava sotto le ascelle e sulle reni. Il calore gli fece desiderare di poter chiudere gli occhi e ritornare a quando era un ragazzino e quello che gli pendeva tra le gambe era piccolo e inutile come un rafano.
Greta disse solo: <<Bene>>. Poi accostò il pennello alla tela. Socchiuse gli occhi azzurri, come se stesse esaminando qualcosa che aveva sulla punta del naso. Lì, in piedi sul baule di lacca, mentre la luce del sole lo attraversava e l’odore di aringhe riempiva l’aria, Einar fu pervaso da una sensazione liquida. Il vestito era largo dappertutto tranne che sulle maniche, e lui si sentì immerso nel tepore di un mare estivo. La volpe stava inseguendo il topo, e nella testa di Einar c’era una voce lontana: il grido tenue di una ragazzina spaventata.
[…] Einar riusciva a concentrarsi solo sulla seta che vestiva la sua pelle come una fasciatura. Si, era proprio così che la sentì quella prima volta: la seta era così leggera e ariosa che sembrava una garza. La garza intrisa di unguento che giaceva delicata su una pelle in via di guarigione. Persino l’imbarazzo di stare davanti a sua moglie quasi non aveva più importanza, perché lei era impegnata a dipingere con un’intensità inconsueta sul viso. Einar cominciava a entrare in un mondo d’ombre e sogni in cui il vestito di Anna poteva appartenere a chiunque, persino a lui.
Einar scopre che dentro di sé vive una parte femminile che, spesso e volentieri, lo lascia interdetto e sconcertato. Le due anime, quella di Einar e quella di Lili, vivono nello stesso corpo, hanno abitudini, sentimenti ed emozioni differenti.
Greta non aveva mai voluto bene a nessuno come a Lili. E anche adesso che i documenti dicevano che lei era Lili Elbe, Greta non sarebbe cambiata. Ne era sicura. Per questo Lili aveva sopportato tutto: le notti solitarie nel letto d’ospedale sotto la coperta pensate, le fitte che le si insinuavano nel corpo come un ladro e la colpivano. Lili cambiava sempre, ma Greta no. Lei non sarebbe cambiata mai.
Più volte nel corso della lettura ho pensato che tutti noi dovremmo prendere spunto dalla vita di Lili: il suo immenso coraggio, la sua determinazione nel voler esprimere a pieno sé stessa, nonostante tutta la sofferenza, sono davvero invidiabili e commoventi.
Lo stile, a tratti crudo, rende a pieno l’idea dell’immenso dolore, dello sfiancante tormento che ogni giorno Einar e Greta sono costretti a vivere.
Il finale lascia al lettore libera interpretazione: ognuno può immaginare come sarà la vita di Lili, se la strada che ancora ha da percorrere sarà in eterna salita o troverà uno svincolo da percorrere a ruota libera.
Lo consiglio? Si! The Danish Girl è un romanzo potente, pieno di spunti di riflessioni e che lascia una scia di emozioni e malinconia.

La donna in bianco di Wilkie Collins
Potrebbe anche piacerti

Solo una storia privata di Rosaria Patrone
10 Maggio 2016
Minchiate di Fabrizio De Sanctis
6 Luglio 2017
2 commenti
Beth Book
Il film mi era piaciuto, ma anche il libro sembra interessante.
Debora Twin
Si il libro è molto coinvolgente. Vorrei vedere al più presto anche il film. 🙂