
La donna in bianco di Wilkie Collins
Recensire questo romanzo non è semplice, come non lo è stato leggerlo. La trama mi aveva subito colpito e le opinioni lette in giro mi hanno spinto a leggerlo, con questo non voglio dire che il libro non mi sia piaciuto ma ci sono alcune caratteristiche che mi hanno fatto storcere il naso.

Marian è sicuramente il personaggio che ha creato più empatia in me. All’inizio ci viene descritta come una brutta persona, fuori quasi come dentro. Alla fine del romanzo quasi ci dimentichiamo di questa descrizione. Pagina dopo pagina scopriamo la sua forza, il suo coraggio, la sua tenacia, il senso di giustizia e il grande amore che prova nei confronti di sua sorella Laura che, in confronto a lei, risulta poco più che appena rilevante. E’ questo uno dei punti negativi del libro. Bene o male tutti i personaggi hanno un loro carattere. Se con Laura, lo scopo di Collins, era quello di creare una bella statuina c’è riuscito in pieno. Il suo personaggio, seppure in qualche modo principale dato che le vicende che accadono la riguardano direttamente, rimane marginale. Tranne sorrisi, pianti e svenimenti c’è poco di Laura come personaggio. Mi sono chiesta infatti come un uomo dalla forte personalità come Hartright possa essersi innamorato di una come lei, invece di Marian. Considerazioni personali apparte, parlando di Hartright, appunto, si arriva al secondo grande personaggio, molto simile a Marian. Tra i due nasce infatti una grande amicizia (vuoi vedere che anche nell’800 esisteva già la regola dell’amico…ok, la smetto). Se la personalità di Marian è quella che ho apprezzato di più, Hartright mi ha fatto apprezzare il romanzo per le sue parti scritte. Si, è vero che la penna è una, quella di Collins. Ma proprio per quello che ho accennato prima, lo stile e quindi il carattere di Hartright è quello che va dritto al punto, senza tanti fronzoli come può essere quello di Marian.
E poi c’è la misteriosa figura di Anna Catherick, la donna in bianco, è reale? Un fantasma? Questo è proprio uno dei tanti misteri che dovrà essere svelato all’interno del romanzo. Proprio quest’aura di misteri, di segreti e fatti tenuti nascosti che spinge il lettore a continuare a leggere il romanzo per scoprire le verità che riguardano i personaggi.
Ma allora cos’è che non mi è piaciuto?
Lo stile di scrittura. Troppo ricco di dettagli e decisamente troppo lungo. In alcuni casi, soprattutto per quanto riguarda le parti di Marian, il tutto risulta ripetitivo e quindi noioso. Con un centinaio di pagine in meno sarebbe risultato perfetto!
La storia mi ha comunque incuriosito e la voglia di scoprire i vari sviluppo mi ha fatto continuare la lettura che non rimpiango affatto di aver portato a termine!
Se amate i classici e i romanzi gialli non potete perdervi La donna in bianco!

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