
Il bambino che trovò il sole di notte di Luca di Fulvio
Rincantucciato sul pagliericcio, solo più che mai, Mikael respirava piano. Il sangue sul labbro si era raggrumato insieme alla terra. Non riusciva a pensare ad altro che al piccolo Hubertus, ferito a morte dai topi che vivevano fuori, nel mondo. Là dove chi sopravviveva diventava più forte, più forte, più cattivo, più determinato. Due giorni, aveva detto Agnete, e poi anche lui avrebbe dovuto combattere per la vita. Pensava a Hubertus e vedeva se stesso.<<Vorrei che tu fossi qui a insegnarmi come si fa, padre>> sussurrò.

<<E’ l’amore la cosa dolce che fa sentire coraggiosi come l’odio?>> domandò di nuovo. E di nuovo si passò il polpastrello sul palmo della mano.<<Come l’hai scoperto?>> gli domandò il vecchio.Mikael smise di accarezzarsi il palmo, come se fosse stato colto in flagrante. Arrossì. <<Lo dicono…le ragazze. Quelle grandi…>> balbettò confuso, ricordando la risposta di Eloisa.Raphael assunse un’aria scettica. <<E tu ti fidi sempre di quello che dicono gli altri?>>Mikael si agitò nervosamente sullo sgabello. Perché non gli rispondeva e basta? <<Io credo a quello che mi dite voi>> ribatté con una nota stizzita nella voce.<<La verità non sta in quello che dicono le persone>> rispose Raphael.<<Neanche quello che mi dite voi è vero?>> chiese Mikael insicuro, come se avesse appena scoperto di trovarsi in equilibrio su un precipizio.<<Quello che ti dicono le persone, me compreso, è la verità solo se trova una corrispondenza dentro di te.>> Raphael si sporse verso di lui e gli toccò il petto con l’indice, all’altezza del cuore. <<L’unica verità che conta è quella che suona dentro di te.>>

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