5 incipit preferiti

Buongiorno lettori e buon Venerdì!!
Bentrovati con un nuovo appuntamento con la rubrica che anticipa il fine settimana: 5 cose che.

Se è vero che il buongiorno si vede dal mattino, un bell’incipit è sicuramente un buon punto di partenza per un buon libro. E l’inizio è forse la parte che ci ricordiamo maggiormente di un libro proprio perché, banalmente, la nostra attenzione è al massimo. Me ne sono venuti in mente molti da poter inserire oggi ma, come recita il titolo di oggi, ho voluto concentrarmi sui preferiti, quelli che ricordo quasi a memoria, quelli che fin da subito ti fanno entrare nell’atmosfera del libro. Alcuni sono celebri, molto famosi, altri un po’ meno, qualcuno, l’ultimo è perfino l’inizio di un libro che sto per iniziare a leggere e se già si è aggiudicato un posticino qui già vuol dire tanto.
Ecco quindi i miei 5 incipit preferiti!

Orgoglio e pregiudizio – Jane Austen

È cosa nota e universalmente riconosciuta che uno scapolo in possesso di un solido patrimonio debba essere in cerca di moglie. E benché poco sia dato sapere delle vere inclinazioni e dei proponimenti di chi per la prima volta vena a trovarsi in un ambiente sconosciuto, accade tuttavia che tale convinzione sia così saldamente radicata nelle menti dei suoi nuovi vicini da indulti a considerarlo fin da quel momento legittimo appannaggio dell’una o dell’altra delle loro figlie.

L’incubo di Hill House – Shirley Jackson

Nessun organismo vivente può mantenersi a lungo sano di mete in condizioni di assoluta realtà; perfino le allodole e le cavallette sognano, a detta di alcuni. Hill House, che sana non era, si ergeva sola contro le sue colline, chiusa intorno al buio; si ergeva così da ottant’anni e avrebbe potuto continuare per altri ottanta. Dentro, i muri salivano dritti, i mattoni si univano con precisione, i pavimenti erano solidi, e le porte diligentemente chiuse; il silenzio di stendeva uniforme contro il legno e la pietra di Hill House, e qualunque cosa si muovesse lì dentro, si muoveva da sola.

Se una notte d’inverno un viaggiatore – Italo Calvino

Stai per cominciare a leggere il nuovo romanzo Se una notte d’inverno un viaggiatore di Italo Calvino. Rilassati. Raccogliti. Allontana da te ogni altro pensiero. Lascia che il mondo che ti circonda sfumi nell’indistinto. La porta è meglio chiuderla; di là c’è sempre la televisione accesa. Dillo subito, agli altri: «No, non voglio vedere la televisione!» Alza la voce, se no non ti sentono: «Sto leggendo! Non voglio essere disturbato!» Forse non ti hanno sentito, con tutto quel chiassi; dillo più forte, grida: «Sto cominciando a leggere il nuovo romanzo di Italo Calvino!» O se non vuoi non dirlo; speriamo che ti lascino in pace. Prendi la posizione più comoda: seduto, sdraiato, raggomitolato, coricato. Coricato sulla schien, su un fianco, sulla pancia. In poltrona, sul divano, sulla sedia a dondolo, sulla sedia a sdraio, sul pouf. Sull’amaca, se hai un’amaca. Sul letto, naturalmente, o dentro il letto. Puoi anche metterti a testa in giù, in posizione yoga. Col libro capovolto, si capisce.

Stoner – John Williams
 

William Stoner si iscrisse all’Università del Missouri nel 1910, all’età di diciannove anni. Otto anni dopo, al culmine della prima guerra mondiale, gli fu conferito il dottorato in Filosofia e ottenne un incarico presso la stessa università, dove restò a insegnare fino alla sua morte, nel 1956. Non superò mai il grado di ricercatore, e pochi studenti, dopo aver frequentato i suoi corsi, serbarono di lui un ricordo nitido. Quando morì, i colleghi donarono alla biblioteca dell’università un manoscritto medievale, in segno di ricordo. Il manoscritto si trova ancora oggi nella sezione “Libri rari”, con la dedica: ‘Donato alla Biblioteca dell’Università del Missouri in memoria di William Stoner, dipartimento di inglese. I suoi colleghi”.

Tu l’hai detto – Connie Palmen

Per la maggior parte delle persone esistiamo solo in un libro, la mia sposa e io. Negli ultimi trentacinque anni ho dovuto assistere con impotente ribrezzo a come le nostre vite reali sono state sommerse da un’onda fangosa di racconti apocrifi, false testimonianze, pettegolezzi, invenzioni, leggende; a come le nostre reali, complesse personalità sono state sostituite da stereotipi, ridotte a immagini banali tagliate su misura per un pubblico di lettori affamati di sensazionalismo.
E così lei era la fragile santa e il brutale traditore.
Ho taciuto.
Fino ad ora.

Quali sono i vostri incipit preferiti??

Gioia

Ogni settimana proporremo una lista di 5 “cose”: 5 libri, 5 film, serie tv, personaggi, attori ecc ecc. A proporlo non saremo soltanto noi perché invitiamo anche voi a prendere parte attiva nella rubrica, iscrivendovi al gruppo facebook “Blogger: 5 cose che…” Per altre informazioni vi rimandiamo al post di presentazione che potete trovare QUI

6 Risposte a “5 incipit preferiti”

  1. Il mio incipit preferito è proprio quello di Se una notte d’inverno un viaggiatore. Io e mia moglie al nostro matrimonio abbiamo usato titoli di libri con il loro incipit dietro per fare i “cavalieri” dei vari tavoli, in nome dell’incipit della nostra vita insieme

  2. L'incipit di Orgoglio e pregiudizio mi stupisce sempre, perchè in ogni traduzione che ho letto ha una sfumatura leggermente diversa, pur rimanendo sempre straordinario.

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