5 libri da poco aggiunti alla mia wishlist

Più lunga della lista dei libri da leggere c’è solo la lista dei libri dei desideri. La lista cioè dei libri che scoviamo in giro, che ci consigliano, ci incuriosiscono. Dei libri che ci segniamo perché speriamo di recuperarli e (possibilmente) di leggerli in breve tempo invece continuano inesorabilmente ad accumularsi! Oggi, per questo nuovo appuntamento con la rubrica del Venerdì 5 cose che, vi mostro 5 libri da poco aggiunti alla mia wishlist.

A Babbo morto di Zerocalcare

Non si fa in tempo a comprare l’ultimo libro di Zerocalcare che ecco un’altra uscita! Qualche settimana fa, infatti, tra i libri usciti da poco, ho segnalato Scheletri, il suo ultimo libro, recuperato pochissimi giorni dopo l’uscita. Qualche giorni fa, invece, il 12 Novembre, è uscito A Babbo morto. Come resistere a una favola natalizia in pieno stile Zerocalcare?

Natale… i regali, il cenone, i parenti… ma ci avete mai pensato alle condizioni di lavoro dei folletti nella fabbrica di Babbo Natale? Zerocalcare sì, e vi racconta per la prima volta la scabrosa verità dietro al business della consegna dei regali. Bonus! Le anziane rider della Befana scioperano insieme ai minatori sardi (le cui miniere di carbone vengono chiuse perché nelle calze i bambini preferiscono trovare gli orsetti gommosi), per ottenere migliori condizioni di lavoro!

I demoni di Wakenhyrst di Michelle Paver

La Neri Pozza sta sfornando titoli su titoli molto interessanti! Anche nel post che ho citato sopra, ne avevo inseriti due. I demoni di Wakenhyrst è uscito il 29 Ottobre e, appena letta la sinossi, è finito all’istante nei libri da recuperare (prima o poi).

A Wakenhyrst, un minuscolo borgo del Suffolk, sorge Wake’s End, un maniero dai tetti dissestati spruzzati di licheni arancioni e dalle finestre che si fanno a stento largo tra l’edera. Un posto fuori dal tempo, reso ancora più tale dalla Palude di Guthlaf, la landa selvaggia e intrisa d’acqua che circonda la tenuta. A Wake’s End, un tempo, vivevano Edmund Stearne, ricco proprietario terriero e stimato storico, e sua figlia Maude. Ma nel 1913 la sedicenne Maud Stearne vide il padre scendere i gradini con un punteruolo da ghiaccio e un martello da geologo e massacrare la prima persona che gli capitò a tiro nel modo più assurdo e raccapricciante. Internato in un manicomio, Edmund Stearne dedicò il resto della sua vita alla realizzazione di tre sbalorditivi dipinti. Opere che paiono uscite da un incubo: grottesche, macabre, malvagie… Opere che celano la chiave dell’omicidio?

Nel 1965, per rispondere a questa domanda, la storica dell’arte Robin Hunter decide di contattare e interrogare l’ormai anziana Maude. La ricerca della risposta, tuttavia, trascina con sé altre domande. I fatti del 1913 hanno forse a che fare con il rinvenimento di uno spaventoso dipinto medievale chiamato l’Apocalisse, scoperto da Edmund nel camposanto di Wakenhyrst? E i diavoli raffigurati nella pala… sono loro la causa dell’inspiegabile e improvvisa perdita di senno dell’irreprensibile e stimato storico? O a farlo precipitare nel baratro della follia sono stati invece i demoni del suo passato?

Non per me sola di Valeria Palumbo

Ho conosciuto questo saggio grazie a Tiziana (Mariquitty) che ne ha parlato sia sul suo profilo Instagram @Mariquitty, sia sul suo blog. Ho pensato spesso alle autrici della letteratura italiana del Novecento. Si parla tanto degli autori: Calvino, Ungaretti, D’Annunzio, Pirandello. Ma credo che alle autrici non venga mai data la giusta attenzione, io stessa non ne conosco molte. Il saggio di Valeria Palumbo sembra proprio un buon punto di partenza.

Le opere delle nostre scrittrici – da Ada Negri a Elsa Morante, da Grazia Deledda a Luce d’Eramo, da Matilde Serao a Sibilla Aleramo e Anna Maria Ortese – offrono il racconto di un’epopea sotterranea: quella della battaglia durata più di un secolo per garantire alle donne italiane piena cittadinanza. Dai racconti e dai romanzi di tanta letteratura femminile, troppo spesso esclusa dal ‘canone’ e quasi dimenticata, emerge un quadro ricco e sorprendente della condizione delle donne in Italia dall’Ottocento a oggi. Le italiane, come ce le hanno raccontate i manuali di storia e gli scrittori, aderiscono quasi perfettamente agli stereotipi della cultura patriarcale dominante.

Sono madri affidabili e mogli fedeli, sono pazienti e rassegnate ai tradimenti, sono forse capricciose e certo poco inclini allo studio e al lavoro; sono caste (salvo poche eccezioni rappresentate da pericolose tentatrici); mettono al centro di tutto la maternità, fino al supremo sacrificio; inseguono sogni d’amore. Ma già dall’Ottocento i romanzi e i racconti delle nostre scrittrici hanno raccontato una storia diversa: ci dicono di matrimoni di convenienza e di gravidanze non volute, di amori mai liberi e di un sesso vincolato a una morale oppressiva. Soprattutto, offrono straordinari affreschi dei tentativi disperati di conquistarsi spazi di libertà, di studiare e lavorare, di non cedere alla violenza psicologica e fisica della società tradizionale. Ieri come oggi moltissime donne non hanno accettato di essere costrette al silenzio. Questo libro restituisce finalmente la voce a molte di loro.

Gridalo di Roberto Saviano

Io e il Roberto Saviano scrittore non abbiamo un bel rapporto. Tra i suoi libri ho letto solo Gomorra e…non sono riuscita a terminarlo. Questo, lo ammetto, mi ha sempre frenata nel (provare a) leggere qualcos’altro di suo. È però una persona che seguo con costanza, anche se non sempre sono d’accordo con le sue opinioni. Trovo però che questo suo nuovo libro, uscito lo scorso 10 Novembre, sia particolarmente interessante.

Un uomo si ferma di fronte alla scuola che ha frequentato a sedici anni e vede uscire il ragazzo che è stato, quello che ancora ha un futuro tutto da immaginare. L’uomo sa che quel ragazzo è solo, e il suo cammino non sarà facile. Vorrebbe poterlo aiutare, ma non gli è concesso. Può però radunare intorno a lui dei compagni di viaggio che lo guidino, che lo facciano sentire meno solo, perché i nostri destini individuali compongono, insieme, l’unica grande avventura della storia umana. Ipazia, Giordano Bruno, Anna Achmatova, Robert Capa, Jean Seberg, Martin Luther King, Francesca Cabrini sono solo alcuni di questi compagni, ma ci sono anche personaggi sorprendenti come Hulk Hogan, Joseph Goebbels, George Floyd, due giovani italiani costretti a emigrare…

Donne e uomini le cui storie – a saperle leggere con l’accanimento del reporter d’inchiesta, con la visione potente dello scrittore – svelano dinamiche nascoste, pericolose, e pongono domande ineludibili. La competizione feroce, la sensazione di essere ridotti a consumatori manipolati dagli algoritmi, una propaganda bugiarda e invasiva: davvero questo è il solo mondo possibile? E perché quando qualcuno alza la voce per ottenere giustizia c’è sempre chi insinua che lo faccia per tornaconto personale, chi lo mette in ridicolo mostrandone le contraddizioni?

No: non occorre essere santi per lottare. Le contraddizioni, le debolezze non ci fermano come non hanno fermato le donne e gli uomini che popolano queste pagine. Questo libro è una mappa fatta di storie, che non vogliono insegnarci niente, tanto meno a non sbagliare. Ma una cosa la pretendono: aprirci gli occhi. Al ragazzo fuori da scuola, a tutti i ragazzi vogliono raccontare come le loro madri, i loro padri, i loro fratelli maggiori sono caduti e si sono rialzati. Agli adulti vogliono ancora scaldare il sangue, restituire la voglia d’indignarsi, di ritrovare la rabbia giovane.

Le case del malcontento di Sacha Naspini

L’ultimo, tra i libri da poco aggiunti alla mia wishlist è, tra i 5, quello più “datato” (2018). Più che il romanzo in sé, direi che ho inserito l’autore tra quelli che vorrei recuperare. Leggo e sento spesso pareri positivi su Sacha Naspini al punto di essere, ormai, molto curiosa. Le case del malcontento è, tra i suoi romanzi, quello che mi incuriosisce di più.

C’è un borgo millenario scavato nella roccia dell’entroterra maremmano, il suo nome è Le Case. Un paese morente. Una trappola di provincia. Un microcosmo di personaggi che si trascinano in un gorgo di giorni sempre uguali. Fino a quando la piccola comunità non viene sconvolta dall’arrivo di Samuele Radi, nato e cresciuto nel cuore del borgo vecchio e poi fuggito nel mondo. Il suo ritorno a casa è l’innesco che dà vita a questo romanzo corale: la storia di un paese dove ognuno è dato in pasto al suo destino, con i suoi sprechi, le aspettative bruciate, le passioni, i giochi d’amore e di morte.

Perché a Le Case l’universo umano non fa sconti e si mostra con oscenità. Ogni personaggio lascia dietro di sé una scia di fatti e intenzioni, originando trame che si incrociano, si accavallano, si scontrano dopo tragitti capaci di coprire intere esistenze. A Le Case si covano segreti inimmaginabili, si ammazza, si disprezza, si perdono fortune, si tramano vendette, ci si raccomanda a Dio, si vendono figli, si vive di superstizioni, si torna per salvarsi, si tradisce, si ruba, ci si rifugia, si cerca una nuova vita, si gioisce per le disgrazie altrui. Talvolta, inaspettatamente, si ama.

Avete letto qualcuno tra i libri da poco aggiunti alla mia wishlist? Quali sono i vostri?

Gioia

Prossimi appuntamenti:

Ogni settimana proporremo una lista di 5 “cose”: 5 libri, 5 film, serie tv, personaggi, attori ecc ecc. A proporlo non saremo soltanto noi perché invitiamo anche voi a prendere parte attiva nella rubrica, iscrivendovi al gruppo facebook “Blogger: 5 cose che…” Per altre informazioni vi rimandiamo al post di presentazione che potete trovare QUI

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