4 anni del blog, ma non chiamatemi book blogger!

Ciao, lettori!
Da qualche anno il 20 Marzo è una data che sento particolarmente mia. Inizia la Primavera, la mia stagione preferita, e già questo basterebbe per essere felice.
È il giorno in cui è nata una persona che ormai da 3 anni non c’è più. Che si è portata via un po’ dei miei sorrisi quotidiani ma che, in questa giornata, mi piace sempre ricordare con affetto. Ma, da ormai 4 anni, è diventato un giorno di festeggiamenti.
Il 20 Marzo 2015 ho pubblicato la mia prima recensione: Stardust di Neil Gaiman.
L’ho scritto più di qualche volta, è un libro a cui devo tanto. Trovato per caso su una bancarella, ha saputo risvegliare in me la passione per la Lettura, rimasta assopita per tanto, troppo tempo. A quello sono seguite altre letture ma, non avendo nessuno con cui parlarne, ho deciso di aprire un mio piccolo angolo. È così nato “Gioia Land“, in cui avrei voluto parlare di ciò che leggevo e di quello che guardavo, visto che anni fa ero davvero forte con film e serie tv!
Si è aperto un mondo, davvero. Ma quando parti da zero, c’è solo da imparare. C’erano già diversi blog letterari e, grazie a qualche consiglio, sono riuscita fin da subito ad ingranare e ad entrare in questo universo.
Mia sorella è invece stata da sempre una grande lettrice, molto ma molto più di me! E curiosando nel blog, un giorno mi ha chiesto: posso scrivere anche io una recensione? Da lì una seconda, poi una terza. Nel momento in cui ho voluto renderla parte integrante del progetto abbiamo ritenuto opportuno cambiare il nome del blog. È nato quello che ormai conoscete (anzi prima Twins Books Lovers, da qualche tempo solo Twins Booklovers…quella s non dava fastidio! :P)
Nel frattempo abbiamo creato diversi profili social per cercare dei supporti al blog, così da poter raggiungere un maggior numero di persone. Prima Facebook, poi Instagram, infine Twitter.

Ed è proprio sui social che, ultimamente, ci si confronta sul mondo del “blogging“.

In questi giorni, in particolare su Instagram, sono venute fuori delle questioni legate ai blogger, al rapporto che hanno con le case editrici e soprattutto verso i loro lettori.
Mi sono sempre tenuta fuori da polemiche e discussioni un po’ perché sono fatta così. Dico la mia se vengo presa in causa altrimenti sono per il “vivi e lascia vivere”, in questo caso “leggi e lascia leggere”. Un po’ per il mio essere timida che, mannaggiaallamiseria mi limita e mi blocca in parecchie situazioni. Ma anche e soprattutto perché vivo un po’ in un mondo tutto mio e non mi rendo davvero conto di tante cose, trovo per questo inutile accusare, infamare, insultare se non ho ben palesi persone che si comportano in modo sbagliato (sempre in riferimento al modo di fare blogging).
Ricordo ancora il primo libro che mi è stato proposto: Chelsea & James di Giuseppe Cozzo, direttamente dall’autore, giusto qualche settimana dopo l’apertura del blog e sono subito rimasta colpita. Sì, avevo notato che altre blogger ricevevano libri ma che io potessi fare altrettanto non lo avevo contemplato, o almeno non fin da subito.
Non ho mai richiesto libri alle case editrici, ogni tanto qualcuno mi domanda come si richiedono libri alle case editrici ma la verità è che non lo so! Tutte le collaborazioni che avete modo di vedere sono il frutto di proposte che ci sono state fatte e non lo dico certo per “tirarmela” (perché c’è veramente poco da tirare).  Non condanno e non giudico in nessun modo chi richiede libri, sia chi lo fa in modo serio, portando avanti un progetto con impegno, sia chi apre blog e profili social con il semplice scopo di ricevere libri gratis.
In questi anni ci sono state delle collaborazioni con case editrici più conosciute (ad esempio, qualche mese fa, la Garzanti), con altre poco conosciute (ad esempio la Teka Edizioni), case editrici che, con noi, si sono comportante bene (ad esempio la Bonfirraro) ed altre meno (come la RaiLibri che per la recensione del libro della Guaccero nemmeno un grazie, un like o un “andatevene a quel paese” :P) ma sono tutte collaborazioni e proposte che noi abbiamo accettato perché in primis non abbiamo avuto nessun tipo di imposizione.
Tantissime invece le proposte che vengono direttamente dagli autori. Nel mare magnum dell’editoria dare una piccola opportunità al “piccolo”autore che cerca di farsi spazio ci è fin da subito sembrata un’occasione da offrire a loro ma anche a noi. Esordienti, emergenti, autopubblicati o pubblicati con piccole o grandi case editrici…se il libro ci interessa non ci facciamo nessun problema. Anche in questo caso è una scelta personale quella di leggere o meno autori che appartengono a queste categorie (che brutto termine!) ma l’esperienza mi ha insegnato che è possibile fare delle belle scoperte! E non solo perché ci inviano i loro libri, visto che sono anche molti i romanzi che ho deciso di leggere a prescindere!!
La collaborazione con gli autori è ben diversa da quella delle case editrici. Il rapporto è molto più diretto e non ci sono filtri. Io ti faccio leggere il mio romanzo e tu mi dici quello che ne pensi. Semplice no?! Ecco, non proprio.
Difficilmente le case editrici si fanno avanti con “Ciao, vuoi leggere i nostri libri?”. Tanti, tantissimi autori sì. Ed è l’unica cosa che proprio non sopporto e per cui tante volte neanche rispondo (sì, lo so che sbaglio!) Basterebbe scrivere titolo, genere e due paroline sulla storia o sul libro, non mi sembra chiedere la luna, no?! ^^’ Fino a che si accetta il libro da leggere nessun problema, il guaio arriva se la recensione non è proprio quello che si aspettavano! Ma non mi piace generalizzare visto che non è così con tutti e, per fortuna, sono pochi i casi in cui non è andata a buon fine.
Si è parlato e si parla di onestà nelle recensioni, credo che l’essere sinceri sia alla base.
Molti scrivono recensioni positive per ottenere e continuare le collaborazioni” oppure “le case editrici guardano solo i numeri e inviano i libri solo chi basta fare una bella foto e scrivere qualche riga sotto“. Sono questi gli altri due punti che vengono contestati e su cui si discute. Per quanto io mi possa trovare d’accordo (anche se non potrei fare nomi), trovo che questi discorsi mi sembrano un po’ quelli che si facevano a scuola. C’eri tu che ti facevi un mazzo tanto per portare a casa bei voti e poi c’era chi faceva la bella faccia o aveva la fortuna di essere sveglio e portarsi a casa, quando andava bene, il tuo stesso voto. Ma sono quelli che si fanno nel mondo del lavoro e in qualsiasi altro contesto! Per dirla forse con pressappochismo…è la vita che va così!
Bisogna stare zitti? No, in alcun modo e apprezzo chi, in questi giorni, ha voluto farsi sentire e palesare comportamenti scorretti da parte delle case editrici (se su Instagram seguite un qualsiasi profilo di libri saprete già a cosa mi riferisco).
Credo però che ognuno debba trovare una propria strada ed ognuno di noi abbia tutte le carte per farlo perché, prima di tutto, siamo tutti lettori diversi.
Si parla di bookblogger, bookstagrammer, bookphotographer ma, a volte, ci dimentichiamo che siamo, prima di tutto, lettori.
Che siano due righe, due parole, una foto, un video o un articolo sul blog, l’importante è parlare di libri!! Trovo estenuanti tutte le questioni che sono nate e di cui si parla in continuazione.
Se da domani non ricevessi più proposte di collaborazione sì, inizierei a farmi due domande ma non ne farei una tragedia. In casa ho libri da leggere per almeno i prossimi due anni e una lista imbarazzante di quelli che vorrei recuperare!
Chi ha un blog lo sa e chi non lo ha può benissimo immaginare quanto lavoro ci sia per portarlo avanti con (più o meno) serietà. L’impegno è raddoppiato se, in contemporanea, si vogliono portare avanti anche altre piattaforme (i social) perché, affinché il tutto funzioni, bisogna conoscere bene ed entrare un minimo in contatto con i  diversi meccanismi di ognuna.
Su Instagram, social che ho imparato a conoscere ed amare grazie al blog (non ho mai particolarmente curato il mio personale) abbiamo grandi soddisfazioni. Ci seguono tante, tantissime persone e l’immediatezza che ha è innegabile. Molti dei contatti che abbiamo vengono proprio da lì e ormai prendo anche molti spunti di lettura. Parlo di libri, mi confronto, allungo la wishlist dei libri di almeno un paio di  titoli al giorno…tutto quello che chiedevo all’apertura del blog. Potrei quindi chiudere tutto e trasferire tutto lì ma…non ci riesco!
Non chiamatemi bookblogger e nemmeno bookstagrammer perché non lo sono. Non sono costante (sono più le rubriche che ho abbandonato che quelle che riesco a portare avanti con costanza), sono perennemente in ritardo (potete chiederlo a quelle povere creature del gruppo facebook di 5 cose che, che si ritrovano i sondaggi all’ultimo minuto!), rispondo alle email o ai messaggi dopo settimane (tranne per gli autori che a malapena dicono ciao, non lo faccio con cattiveria!!!! Avanti…quante volte a voi capita di dire “rispondo dopo…” e poi non lo fate?! Eh?!), vorrei fare stories parlate ma sono più le volte che le cancello, non sono per niente organizzata (avrei voluto preparare qualcosa di speciale per oggi e invece niente!)
Molte volte, ultimamente mi è capitato di leggerlo in particolare nei www, ci viene detto che le nostre letture sono sconosciute o poco conosciute. Il classico commento “non ne conosco nessuno” di questo ne vado fiera ma chi è al dentro sa benissimo quanto questo possa influire sui “numeri” (visualizzazioni, commenti, like). Un conto è parlare delle ultime uscite, di libri che si trovano facilmente in libreria, dei libri che si trovano in cima alle classifiche. Un altro è leggere il libro di Pinco Pallino che tra una settimana pubblicherà il suo primo libro su Amazon.
Questo per dire nient’altro che ognuno decide di fare un proprio percorso, un proprio progetto e di portarlo avanti come meglio crede. La meta è diversa per tutti. Qualcuno prende la strada più corta, altri un po’ più lunga, chi la più scomoda e chi quella con meno curve. L’importante è viaggiare in tranquillità, senza avere l’impressione di stare in Formula 1.
Il blog è, prima di tutto, un mio diario personale, una raccolta di tutte le letture fatte. Scrivere una recensione è sì un modo per far conoscere agli altri un libro ma, prima di tutto, è utilissimo a me per riflettere maggiormente su quello che leggo. Con alti e bassi, perché non sempre sono riuscita ad aggiornarlo con costanza, ma da quattro anni il blog c’è! Ed è mio, nostro, nessuno può dirci come gestirlo, cosa scrivere e come scriverlo!! Cerco (e cerchiamo) di essere sempre precisa, di portare a termine nei tempi giusti le collaborazioni. Soprattutto, cerco di essere sempre sincera in tutto quello che faccio, dico e scrivo. La mostro poco, ma la faccia è la mia e di nessun altro.
Se domani il blog ci sarà questo non lo so. Lavorare nel senso di sopravvivere con tutto questo, adesso come adesso, è impossibile! Mi piacerebbe, mi piacerebbe veramente tanto poterlo fare ma non so se si realizzerà mai, in qualche modo.
C’è quindi l’impegno, c’è la passione, c’è il divertimento (altrimenti chiuderei subito tutto) nel portare tutto avanti ma c’è anche molto, molto altro. C’è tutta la vita al di fuori, c’è il lavoro, precario, c’è il futuro che chiama imperterrito, c’è la famiglia (mia madre ancora non si capacita del via vai dei libri in casa e nemmeno ci fa più caso!). Ci sono gli amici, che spesso non capiscono questo mondo e, nonostante sappiano di cosa ci occupiamo, non chiedono mai niente a riguardo, ma su questo potrei scrivere altri 10 post.
Ma, per adesso, non ho la minima intenzione di chiudere niente! Grazie a chi ha avuto la pazienza di arrivare fino alla fine. Mi scuso se sembreranno dei discorsi senza senso e sconnessi (non a caso ho racchiuso questo tipo di post sotto “a ruota libera”) in realtà c’è molto di me.
Ma grazie soprattutto a chi ha deciso di far parte di questo viaggio insieme a noi, anche solo per una fermata.
Buone letture a tutti!!

2 Risposte a “4 anni del blog, ma non chiamatemi book blogger!”

  1. Ciao Gioia!

    Dalla sola lettura di questo post già emerge la passione con cui porti avanti il blog e l'entusiasmo che metti in ogni iniziativa. Perché in fondo è proprio questo di cui si tratta: passione ed entusiasmo. Se manca uno dei due, allora è proprio giunto il momento di chiudere i battenti.

    Sebbene come hai ricordato tu chi non fa parte del mondo blogger fatica a capire ciò che ci sta dietro, le ultime discussione emerse tra i vari social sicuramente potrebbero dare inizio a non meno perplessità. È vero che in fondo si è tutti lettori, però non si può neanche negare che a seconda della piattaforma su cui si pubblicano contenuti si assume un ruolo diverso nei confronti stessi di altri lettori.
    Con ciò non voglio assolutamente togliere niente a nessuno, semplicemente non trovo opportuno che le etichette che va tanto di moda attribuire vengano alla fine utilizzate a sproposito. Esistono bookblogger, bookstagrammer, booktuber, e coloro che – beata organizzazione – riescono a portare avanti più cose contemporaneamente. Tuttavia dietro alla pubblicazione di una foto non c'è lo stesso lavoro che si nasconde dietro un post, che a sua volta ha necessità e tempistiche rispetto a un video.
    Ciò che vorrei dire è che sarebbe bello avere più comunicazione tra i vari canali di interazione, senza però pretendere di ricoprire il ruolo di qualcun altro. Ognuno sceglie come condividere i contenuti che esprimono la propria passione – sia a favore di un pubblico che per se stesso.

    La questione dei rapporti con le case editrici poi meriterebbe minimo altre duecento parole, ma direi che mi sono già dilungata troppo!

    Eeeeeee dulcis in fundo TANTI AUGURI PER I 4 ANNI DEL BLOG! Non è un traguardo da poco, e sono più che convinta che continuando così tra altri quattro anni saremo nuovamente qua a festeggiare!

    Un abbraccio ❤️️
    Silvia

  2. Innanzitutto tanti auguri!
    E' sempre bello sapere i retroscena di un blog che segui da tempo. Anche mia sorella aveva aperto il blog da sola, anche se entrambe abbiamo sempre amato la lettura. Poi con il tempo mi sono aggregata XD
    Per il tema collaborazioni, spesso ci vediamo costrette a rifiutare quando il genere o la trama non rientra affatto nei nostri gusti. Cerco di essere sempre sincera quando scrivo, magari tento di avere un po' più di tatto nelle critiche quando si tratta di autori emergenti.
    Anch'io ho abbandonato un po' le rubriche, anche se conto di riprenderle prima o poi.
    Come te scrivo le recensioni principalmente per me, per ricordare nel tempo le emozioni scaturite leggendo un determinato libro. Poi se il mio parere può essere utile per altri, ben venga.
    Concludo dicendo che spero di leggervi ancora per tanto tempo!

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