Editore: Independently published
Data di pubblicazione: 7 dicembre 2020
Pagine: 220
Prezzo di copertina: 13,00€
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Sinossi.
Una mattina ti svegli e senti che qualcosa dentro di te sta cambiando: senza sapere perché, senza sapere come… ti fermi e inizi ad ascoltarti davvero. Allora le maschere cadono e il passato riaffiora; il presente magicamente si ridisegna, riempendosi di nuovi colori e tu riesci finalmente a cogliere, intimamente, sfumature che pensavi di dover nascondere e che invece, ora, sai far brillare. Gemma, giornalista monzese, è la protagonista di questa riscrittura di sé: un’imprevista quanto meravigliosa storia di crescita interiore per ritrovarsi grazie al Kintsugi, all’amore e alla lotta, quella vera, contro la più profonda ingiustizia che una donna possa subire. Perché non esiste vergogna delle proprie ferite, “bisogna solo imparare a valorizzarle […], a trasformarle nella nostra forza”, nella nostra vera bellezza.
…se una mattina qualcosa
ti spingesse a fermarti per iniziare ad ascoltarti davvero?
Quali voci riaffiorerebbero?
Quali ferite?
…e se proprio queste ti permettessero di ridisegnare ogni cosa,
avresti il coraggio di cambiare?
Gemma vive a Monza e fa la giornalista.
Il suo capo, Franco, che da sempre crede nelle sue capacità professionali e al suo istinto, le affida l’intervista allo chef Yasuhiro Hagimoto.
La chiacchierata con il celebre cuoco nasconde in realtà un punto di partenza per un viaggio alla ricerca del proprio essere, della vera felicità.
La gioia di sentirsi in pace con sé stessi, realizzata e appagata, finalmente libera da ogni costrizione, che incatena ad una vita frustrante e infelice.
[…] Gliel’ho detto signorina…Kintsugi! Come l’antica tecnica giapponese di lavorazione della ceramica insegna, signorina Colombo, se si sa colmare di materiale nuovo e prezioso le linee di rottura, l’oggetto che si ha tra le mani che ci sembrava rovinato per sempre, diverrà così più bello, unico per davvero…
Gemma ha perso sé stessa, la sua convinzione, la spinta che da sempre l’ha accompagnata nel suo lavoro e nell’intimità della sua sfera personale.
Franco, infastidito e deluso dal suo comportamento, le propone di prendersi tre settimane di ferie per risolvere i suoi problemi, dissolvere i dubbi.
La donna si arma di tutto il necessario: riempie la sua valigia di tutte le sue incertezze, i suoi vacillamenti, le sue paure.
E parte alla volta di Boccheggiano, il paesino dei nonni; un piccolo borgo di trecento anime immerso nella tranquillità e nella serenità toscana dove ha vissuto i momenti migliori della sua infanzia.
Quella di Gemma e di sua sorella Silvia è stata una giovinezza spensierata, circondata dall’amore di sua mamma e di suo papà, spesso lontano per lavoro ma sempre al fianco delle donne della sua vita.
Il vetro di sicurezza si infrange contro un improvviso dolore, una fitta lancinante che lascerà segni indelebili, incancellabili.
Il viaggio verso Boccheggiano è l’occasione per buttarsi a capofitto tra le pieghe del passato.
Le paure della solitudine e del tradimento divengono la causa dell’insoddisfazione dell’animo, l’inadeguatezza costante.
L’arrivo in Toscana è per Gemma la boccata d’aria fresca, la quiete dopo la tempesta interiore, un turbine di trepidazione e verità.
Me ne andai carica di emozioni. Un fiume di ricordi aveva già iniziato e, ne ero certa, avrebbe continuato a investirmi il cuore. Ogni mio senso sembrava pulsare di vita come non mai, destato da improvvisi quanto intensi richiami che arrivavano da lontano: taluni dolci, altri amari, ma tutti incredibilmente veri.
E’ qui che viene a contatto con il passato che diviene ben presto presente.
Tra ricordi e vecchie conoscenze la donna viene travolta da un’onda di emozioni intense e pure: amicizia, amore, il contatto con la natura e la scoperta del vero significato della vita si incrociano e intrecciano per darle nuove occasioni, nuova speranza.
Ma il senso di colpa batte costante, arriva e sbaraglia i personaggi del racconto rendendoli fragili, esposti alle intemperie di una vita spesso ingiusta, crudele.
[…] La morte, come qualsiasi altra cosa, purtroppo non è né “giusta”, né “sbagliata” e non è nemmeno un nostro fallimento, né una punizione. E’ andata così, perché…perché è un gran casino Duccio, ma non possiamo farci nulla. Possiamo solo scegliere di andare avanti e portare con noi tutto ciò che ci fa stare bene e anche quelle emozioni o quei ricordi che ci fanno stare male. Fanno parte di noi. Io non voglio cancellare niente. Ma voglio andare avanti.
Ma Amabile non è soltanto la storia di Gemma: un’altra donna, così forte e coraggiosa come Claudia sta raccontando il suo vissuto.
Un abuso, un’ingiustizia, un dolore sconfinato, un insegnamento di vita.
Un’immensa emozione.
Ogni lettore, ogni lettrice può indentificarsi ed immedesimarsi nei grandi valori e nella genuinità che ogni personaggio possiede.
Ognuno di loro sfoggia la propria cicatrice, una ferita, un marchio che lo rende unico, riconoscibile. Speciale.
Amabile.
Due parti di una storia che si fondono a creare una tela ricca e variegata piena di sfumature.
La malinconia si insinua tra le crepe dell’animo. Ma la voglia di giustizia, di integrità sono più forti di qualsiasi caduta.
Amabile è una lettura intensa, profonda.
La lettura risulta estremamente scorrevole grazie all’utilizzo di un linguaggio semplice ma mai scontato.
Ringrazio l’autrice, Sara Casiraghi, per avermi dato l’opportunità di leggere il suo lavoro.
Buona lettura!