“Chelsea & James” – 1° tappa Luoghi e ambientazioni

Buongiorno amici lettori!
Oggi sono qui per presentarvi la prima tappa del blog
tour di Chelsea & James, romanzo d’esordio di Giuseppe Cozzo.
 
Potete trovare qui la mia recensione
 
 

Titolo: Chelsea & James
Autore: Giuseppe Cozzo
Pubblicato il: 26 febbraio 2015
Pagine: 194
Pubblicato da: Create Space
Prezzo: 6,24€; 0,99€ ebook

Sinossi.
Nel tentativo di perseguire il proprio personale senso di giustizia, due ragazzi cercano di fuggire da un ingombrante passato, che li condiziona fortemente. La moralità, immancabilmente relativa, viene messa in discussione, mentre un viaggio li porterà via dalla zona in cui hanno imparato a soffrire. Scopriranno che allontanarsi da un luogo è possibile, ma prendere le distanza dalle proprie vite è un obiettivo che può essere raggiunto solo conoscendo sacrifici forse insopportabili.

 
Potete vincere una copia del libro, partecipando al giveaway (qui)
In ogni tappa verrà approfondita una sfaccettatura diversa del romanzo. Iniziamo con l’ambientazione del romanzo.
Quando Giuseppe mi ha proposto di trattare proprio questo tema ho accettato subito, è uno degli aspetti che più mi ha colpito del libro. Scopriamo quindi di più su questo argomento tramite le parole dello stesso autore:

 

Perché proprio l’America, gli Stati Uniti, per “Chelsea & James”?

Qualunque lettore del romanzo potrebbe facilmente rispondere a questa domanda. Tu stessa, nella recensione, hai scritto che tutto crea l’idea dell’America. La storia, chiara nella mia mente prima di cominciare a scrivere, poteva essere ambientata solo lì. Si è sviluppata in quel contesto, è stata una cosa naturale e inevitabile. È stato come descrivere dei pesci nell’acqua.
 
È vero. Quello che mi ha colpito è stata la coerenza che sei riuscito a mantenere dall’inizio alla fine con i luoghi scelti.
Dai dialoghi, soprattutto nel personaggio di Chelsea, traspare una certa conoscenza dei territori che vengono descritti, come l’hai acquisita?
 
Tutto nasce dall’interesse verso quella cultura, partendo dalla lingua, che trovo molto più musicale e flessibile di quella che io stesso uso per scrivere. Ma il mondo anglosassone mi interessa nel suo insieme. Questo non vuol dire che condivida tutte le loro usanze che conosco, ma ne sono incuriosito. E questo è strano, dato che non amo particolarmente viaggiare, e i luoghi che mi attirano non sono molti.
In qualche intervista ho detto che conosco meglio la geografia americana che quella italiana, e credo che sia vero, anche se non sono mai stato in USA. Conoscere l’NBA (la maggiore lega professionistica maschile americana di basket) aiuta molto a ricordare le città, gli Stati e i luoghi di interesse, alcuni dei quali sono citati in “Chelsea & James”.
Nel romanzo, Chelsea conosce la geografia grazie ai libri che sua madre ha studiato al college.
 
Dalla lettura si manifesta questo tuo interesse, in realtà ho pensato che almeno una volta avessi visitato quei posti, se quindi non è così complimenti perché sei riuscito a rendere veritiera la storia. Anche io non ho mai visitato l’America, quindi a questo punto ti chiedo quali sono i luoghi che esistono realmente e quelli che invece sono frutto di
una tua rielaborazione?
 
Gli Stati che ho citato sono tutti reali: Texas, New Mexico, Arizona, California, Nevada e Colorado, nell’ordine in cui vengono visitati dai personaggi (lo Utah è di passaggio, ma non viene mai nominato).
Tutti gli Stati (anche l’Oregon), le città (San Francisco, Phoenix, Dallas, Austin), i luoghi (la spiaggia di Santa Monica, il Grand Canyon, la Valle della Morte), le infrastrutture (il Golden Gate Bridge, la Pacific Highway) e gli elementi (il Wall Street Journal, l’Arizona Republic e ovviamente le armi) nominati o descritti sono reali. Quando ho scritto che i protagonisti erano “in una città del New Mexico”, non ne avevo in mente una particolare (è il caso del parco giochi che visitano, che non è un luogo reale).
Ci sono un paio di eccezioni. La Draft House è un locale immaginario. Così è anche per Roverside, il luogo in cui i protagonisti si conoscono, all’inizio del romanzo. Non esiste nessuna città con questo nome, neanche in altri Stati. È solo liberamente ispirata al paese di Chino, in California.
A proposito di Roverside, vorrei chiarire un aspetto che alcuni lettori mi hanno fatto notare. All’inizio del romanzo, è la vigilia di Natale, e sta nevicando. Ma questo, in Texas, è tutt’altro che probabile. Il Texas (centro-sud degli USA) è un caldo e arido posto di campagna. È vero che può nevicare o piovere molto, ma la neve non è frequente, neanche d’inverno. La scelta dell’ambientazione iniziale in Texas è un omaggio a Bonnie e Clyde, e la neve indica proprio una situazione insolita, da preludio alle altre stranezze presenti nel resto del romanzo.
 
C’è un perché dietro al percorso che compiono i due protagonisti? Ad esempio in New Mexico possono acquistare le armi. Cosa li spinge in California? L’idea che mi sono fatta io leggendo è che la loro fuga verso la libertà è rappresentata anche dalla loro meta finale. Partono da Roverside, in cui c’è la neve e quindi il freddo e in cui in qualche modo si sentono oppressi, attraversano gli altri Stati, ricordo ad esempio un passo in cui arrivano in Arizona e il sole inizia a farsi più forte, e con l’avanzare aumenta anche la loro voglia di vivere, fino poi a sognare la tranquillità della California per poter vivere finalmente liberi.
 
Sì, confermo. La prima cosa da ricordare è che, più o meno consapevolmente, i protagonisti vogliono raggiungere il resort in cui Chelsea e la sua famiglia trascorrevano le vacanze, quando suo padre era ancora con lei. È un posto che James non conosce, ed è Chelsea che lo guida, fin da quando salgono in macchina la prima volta. Lui si fida del parere di lei, ed ha la necessità di trovare speranza in qualcosa. L’altro elemento è che la California (detta “lo Stato d’oro”) è uno dei luoghi più belli degli USA. E quando si scappa o ci si allontana, anche solo per un viaggio, si tende ad individuare come meta un posto conosciuto e al quale sono associati bei ricordi, oppure un luogo di cui si sente parlare bene. Loro sperano di riuscire ad essere anche involontariamente contagiati da quel benessere.
Si allontanano da Roverside non solo e non tanto per evitare il freddo e i ricordi del passato, ma soprattutto per un’altra ragione, ben nota a chi ha letto il romanzo, che ha il risvolto positivo di spingerli via dal Texas. Ed è vero che la permanenza in Arizona, vista l’affinità climatica con la California e la possibilità di avere un tenore di vita migliore, fa aumentare le loro speranze.
 
N.B.: i protagonisti compiono un viaggio di oltre
5.300 chilometri,per un totale di circa 52 ore di guida
 
Nel romanzo non ci sono riferimenti musicali, ma secondo te che cosa ascoltavano Chelsea e James durante la loro fuga?
 
Questa è una bella domanda. Adoro la musica, ma questo è un aspetto che ho volutamente tralasciato, perché è completamente secondario rispetto all’allontanamento. Nessuno dei due ha mai avuto la possibilità di sviluppare una cultura musicale degna di nota. La musica è un interesse che associo alla tranquillità e all’agiatezza, pur sapendo che non è così in tutti i casi. Ma Chelsea e James sono persone estremamente intelligenti e credo che avrebbero faticato poco a formare dei propri gusti. Mi piace pensare che abbiano selezionato la colonna sonora del loro viaggio e della loro storia insieme durante tutte le ore trascorse alla guida, lasciando la radio accesa affinché li aiutasse a restare svegli di notte o facesse loro compagnia, perché non si sentissero soli, scoprendo insieme nuovi brani mentre il loro viaggio proseguiva. È probabile che la musica sia stata un’evasione dalla quotidianità opprimente, ma è un aspetto che lascio definire volentieri al lettore.
In un’intervista ho detto che la canzone che associo al romanzo è “Soldier” di Gavin DeGraw. Posso dire che ho ascoltato proprio DeGraw nel periodo in cui ho scritto il romanzo. È un cantautore americano che apprezzo molto, e in “Best I ever had”, una sua canzone – senza che questo abbia alcun legame con il mio romanzo – elenca diversi Stati americani.
E invece per le descrizioni delle ambientazioni, seppur essenziali, ti sei ispirato a qualche film o magari serie tv che segui?
 
Di solito attingo dalla memoria, dai ricordi, che siano reali o maturati
attraverso la visione di fiction. Questo processo è a volte inconsapevole, e ti assicuro che succede come ad un lettore che, leggendo un libro, immagina un luogo secondo i limiti della fantasia. Quando leggo, a volte mi capita che la mia rappresentazione personale sia così reale e adatta alla scena da ignorare una parte della descrizione fornita dall’autore. E questo non ha niente a che vedere con il fatto che anche io sia uno scrittore, perché mi è sempre successo. Ecco perché non esagero con le descrizioni: se un elemento non è fondamentale per la storia, il lettore può riempire il vuoto come meglio crede, con una scelta spesso più opportuna di quella che avrei operato io.
A questo punto non mi resta che lasciarvi con
gli altri appuntamenti del blog tour:
 
 
2. Chelsea e James, su Il giardino delle rose, lunedì 17 agosto
Le storie dei protagonisti prima e dopo il loro incontro, le differenze e le similitudini, le rispettive e reciproche influenze. Come si sarebbe evoluta la loro vita, se non si fossero incontrati?

 

3. Giustizia: religione e diritto, su Books are infinity, lunedì 24 agosto
Chi stabilisce cosa è giusto, e perché siamo comprensibilmente portati a ritenere che i comportamenti dei protagonisti siano sbagliati? Loro credono di comportarsi nel modo giusto, o agiscono pur sapendo che non è così?

4. Ingenuità e violenza, su La stamberga dei lettori, lunedì 31 agosto
Due giovani innamorati o due criminali spietati? In che modo queste situazioni sono compatibili, e perché l’alternarsi di scene romantiche e violente è così naturale? Le loro condizioni di vita sono una giustificazione ai loro comportamenti o un pretesto per rivelare la loro vera natura?

5. Citazioni e ispirazione, su Da una stella cadente all’altra, lunedì 7 settembre
Le frasi più significative del mio romanzo e quelle che lo hanno ispirato. I riferimenti espliciti a Bonnie e Clyde, i pochi punti di contatto e le molte differenze.

6. Capitoli, finale e seguito, su Libri di cristallo, lunedì 14 agosto
I criteri con cui sono stati scelti i titoli dei capitoli e i riferimenti che contengono. La conclusione del romanzo e la valutazione sul finale. Le possibilità che la storia abbia un seguito.

7. Giveway e non solo, su Lettere d’inchiostro, lunedì 21 settembre
Proclamazione dei vincitori delle tre copie autografate di “Chelsea & James” e approfondimento sul prossimo romanzo di Giuseppe Cozzo, in uscita entro la fine dell’anno.