Educazione Siberiana/ Before we go/ Padri e figlie

Salve a tutti!
Oggi torniamo con gli ultimi film che abbiamo visto. Le pellicole viste nell’ultimo periodo e di cui vi parlo oggi sono: Educazione Siberiana, Before we go e Padri e figlie.

Before we go
Titolo originale: Before we go
Lingua originale: inglese
Paese di produzione: Stati Uniti d’America
Anno: 2014
Durata: 89 minuti
Genere: drammatico, commedia, sentimentale
Regia: Chris Evans
Soggetto: Ron Bass, Jen Smolka
Sceneggiatura: Ron Bass, Chris Shafer, Jen Smolka, Paul Vicknair
Fotografia: John Guleserian
Musiche: Chris Westlake
Scenografia: Theresa Guleserian
Personaggi & Interpreti.
  • Nick Vaughan: Chris Evans
  • Brooke Dalton: Alice Eve
  • Hannah: Emma Fitzpatrick
  • Danny: Mark Kassen
  • Tyler: Daniel Spink
  • Cole: Elijah Moreland
  • Harry: John Cullum
  • Concierge: Scott Evans
Before we go è il primo film diretto da Chris Evans, al suo debutto come regista.
Brooke perde l’ultimo treno che la porterà a casa. Si ritrova in stazione, sola e senza la sua borsa, che le è stata rubata.
Nick è un trombettista. Solo e squattrinato si trova anche lui in stazione.
Nick decide di aiutare Brooke. La ragazza è diffidente. Come può fidarsi di uno sconosciuto che le offre aiuto senza voler nulla in cambio?
I due trascorrono tutta la notte insieme tra litigi, delusioni, pazzie, emozioni e confessioni. Nick e Brooke si aprono, raccontano le loro storie, le paure e le debolezze.
Quando spuntano le prime luci del mattino Nick e Brooke avranno raggiunto nuove consapevolezze che li porteranno a prendere in mano le loro vite.
Lo consiglio? Direi proprio che non ci siamo.
Il film è il racconto di un’unica notte. La notte delle disavventure: Brooke ha perso la sua amata borsa Prada e non ha più nessun documento, soldi o cellulare con sé. Si trova lontano da casa e non sa chi contattare.
E chi è il suo salvatore? Il bello, simpatico, gentilissimo e disponibilissimo Nick.
Nick è un trombettista sfortunato, senza un soldo.
Il rapporto tra i due, come si può immaginare, si evolve e cresce nel corso della storia. Nick e Brooke si confidano l’uno con l’altra. Ovviamente i loro problemi sono principalmente sentimentali. Non vi dirò quali sono per non rovinare le uniche rivelazioni che creano un po’ di curiosità nel film.
Purtroppo i due attori scelti, Chris Evans e Alice Eve, non mi sono piaciuti affatto. Troppo “finti”, troppo costruiti, si perde notevolmente la spontaneità dei rapporti che stanno appena nascendo.
I fatti raccontati sono al limite del surreale: tutto infatti succede in poche ore, in una notte si crea una tale confidenza che i due si raccontano ogni minimo dettaglio che li ha portati alle scelte salienti della loro vita.
Ho aspettato per tutto il tempo una scintilla, quel punto in cui il film mi coinvolgesse, mi emozionasse. Ma niente.
L’unica nota positiva per i miei gusti è stato il finale. Meno banale ed inaspettato.
“Come può una delle peggiori notti della mia vita essere anche la migliore?”
(Brooke)

Educazione siberiana

Titolo originale: Educazione siberiana
Lingua originale: inglese
Paese di produzione: Italia
Anno: 2013
Durata: 110 minuti
Genere: drammatico, crimine
Regia: Gabriele Salvatores
Soggetto: Nicolai Lilin
Sceneggiatura: G. Salvatore, S. Rulli, S. Petraglia
Casa di produzione: Cattleya, Universal Pictures, Relativity Media
Distribuzione Italia: 01 Distribution
Fotografia: Italo Petriccione
Scenografia: Rita Rabassini
Personaggi & Interpreti.
  • Nonno Kuzja: John Malkovich
  • Kolima: Amas Fedaravicius
  • Gagarin: Vilius Tumalavicius
  • Ink: Peter Stormare
  • Xenja: Eleanor Tomlinson
  • Mel: Jonas Trukanas
  • Vitalic: Vitalji Porsnev
  • Capitano di Kolima: Andrius Paulavicius
Educazione siberiana è un film tratto dall’omonimo libro di Nicolai Lilin.
Kolima e Gagarin vivono in un piccolo paese povero in Trasnitria, nella Moldavia orientale. I due sono amici da sempre, vivendo quasi in simbiosi sotto la supervisione di nonno Kuzja, che gli insegna come la vita debba essere vissuta seguendo rigide regole. I ragazzi apprendono la rilevanza ed i significati dei tatuaggi che ogni uomo porta con fierezza sulla propria pelle, l’importanza del rispetto nei confronti dei più poveri e deboli, come questo rispetto non debba essere applicato ad alcune categorie sociali, come i banchieri, gli spacciatori, le guardie e gli usurai.
Tutto sembra scorrere tranquillo finché un giorno, dopo un furto nei confronti dell’esercito sovietico, Gagarin viene condannato a sette anni di carcere.
Al suo ritorno però qualcosa è cambiato: Gagarin non è più lo stesso. La sua continua violenta e l’impossibilità di vivere sentimenti veri e genuini lo portano ad un punto di rottura con Kolima.
Nel frattempo Kolima conosce Xenja, figlia del nuovo medico del quartiere. Xenja però non è una ragazza semplice da gestire, a causa dei suoi problemi mentali. Sono proprio questi problemi che inducono Kolima a proteggerla e a tutelare la sua fragilità.
Gagarin però è invidioso di questo. Sa che ha perso una parte delle attenzioni del suo amico. Gagarin prende vie sbagliate: quella della droga prima fra tutte. E si unisce ad un nuovo gruppo russo di criminalità organizzata.
L’amicizia tra Kolima e Gagarin si rompe definitivamente, portando i due su due strade diverse e distanti.
Lo consiglio? Si.
Nonostante sia non sia un film che rispecchia i gusti di tutti, devo dire che mi è piaciuto.
In un primo momento, soprattutto nella parte centrale del film, sono rimasta un po’ titubante, indecisa se mi sarebbe piaciuto veramente o no.
Devo dire anche che la scelta dell’orario in cui ho deciso di guardarlo non è stata quella giusta (è stato trasmesso da Canale 5 il 9 Settembre in seconda serata).
Però tutto sommato l’ho trovato molto particolare ed interessante.
Le ambientazioni, la fisionomia degli attori scelti, le musiche contribuiscono notevolmente alla riuscita del film in quanto riflettono la storia stessa, condensandosi perfettamente con la trama.
E’ un film violento, non in senso fisico (anche se ce ne sono di scene più cruente), ma soprattutto in senso psicologico.
Kolima e Gagarin vivono in una società sotto rigidissime regole. E nonno Kuzja (interpretato da un bravissimo John Malkovich) è colui che le rappresenta. I due ragazzi infatti sono affascinati ma allo stesso tempo impauriti da questa figura misteriosa e a tratti violenta. La storia racconta di come due diverse persone, cresciute in simbiosi, possano assorbire queste regole in maniera diversa e scegliere quale direzione prendere nella propria vita.
Non svelerò il finale, davvero commovente e significativo. Sicuramente la parte più intensa ed importante del film.
Tutti gli attori scelti hanno rappresentato in maniera superba il personaggio a loro assegnato, evidenziandone i pregi, ma soprattutto i difetti.
Educazione siberiana è sicuramente un film a lento rilascio. Non subito si intuisce cosa il regista voleva farci capire. Ma il messaggio arriva.
“Chi vuole troppo è un pazzo. Un uomo non può possedere più di quanto il suo cuore possa amare.”
(Nonno Kuzja)
Curiosità.
  • L’autore del romanzo Nicolai Lilin vive da molti anni in Italia e non ha voluto che il suo libro venisse tradotto in russo.
  • La maggior parte degli attori sono lituani alla loro prima esperienza.
  • Esistono moltissime differenze tra il libro e la sua trasposizione cinematografica (ad esempio non esiste nessun legame speciale tra Kolima e Gagarin).
Padri e figlie
Titolo originale: Fathers and Daughters
Lingua originale: inglese
Paese di produzione: Stati Uniti d’America, Italia
Anno: 2013
Durata: 116 minuti
Genere: drammatico
Regia: Gabriele Muccino
Sceneggiatura: Brad DeschCasa di produzione: Andrea Leone Films, Busted Shark Productions, Fear of God Films, Voltage Pictures
Distribuzione Italia: 01 Distribution
Fotografia: Shane Hurlbut
Scenografia: Daniel B. Clancy

Personaggi e interpreti

  • Russell Crowe: Jake Davis
  • Amanda Seyfried: Katie Davis
  • Aaron Paul: Cameron
  • Diane Kruger: Elizabeth
  • Kylie Rogers: Katie da bambina
Jake Davis è uno scrittore di successo. In un incidente stradale, la moglie perde la vita e Jake si ritrova a crescere da solo la piccola Katie. Con gli anni si ritrova a dover fare i conti con i problemi psichici che lo colpiscono, fino a dover abbandonare la figlia per curarsi. Dopo 25 anni Katie, ormai cresciuta, si troverà ad affrontare i fantasmi del passato.
Lo consiglio? Sì!!
Emozionante. Questa è l’unica parola che mi viene in mente per descrivere questo film. Adoro Russell Crowe, Cinderella man e A beautiful mind sono tra i miei film preferiti, per questo non potevo non vedere anche Padri e figlie. Anche in questo caso la sua interpretazione non mi ha per niente delusa. Così come bravissima è stata anche Amanda Seyfried nel ruolo di Katie da grande. Nota di merito però va alla piccola Kylie Rogers, che interpreta Katie da piccola.
Il grande tema del film, non è quello tra genitori e figli, ma, lo annuncia il film, è quello nello specifico tra padri e figlie, un rapporto importante, essenziale e molto delicato. Ecco perché io e le mie amiche ci siamo ritrovate al cinema a passarci i fazzoletti, ognuna di noi si è riconosciuta e ritrovata in Katie. Il rapporto con una madre è forte, ma quello con un padre lo è di più. Soprattutto per la piccola: venuta a mancare la madre, ha visto nel padre l’unico suo grande punto di riferimento. Il rapporto tra Jake e Katie è molto profondo e quando i primi segni della malattia si presentano, Jake fa di tutto per andare avanti, quasi nascondendo a se stesso la verità, fino al punto di non ritorno, quando ormai gli è chiaro che deve curarsi, lo deve fare per lui ma soprattutto per la sua patatina. E Jake ci riesce, 7 mesi e i due sono di nuovo insieme! Più uniti che mai. Ma se Jake pensa che i problemi siano finiti si sbaglia di grosso. Altre sfide, altri problemi, altre situazioni tornano a minacciare la vita insieme a sua figlia, ma non molla, tira fuori tutte le sue forza pur di riuscire a superare tutte le difficoltà, si sforza talmente tanto che sembra quasi perdere di vista il motivo per cui fa tutto ciò. Ed è qui il primo momento di distacco tra i due e quando succede l’irreparabile sarà ormai troppo tardi e Katie ne subirà le conseguenze. Venticinque anni dopo la vediamo cresciuta e realizzata professionalmente, è infatti un’aspirante psicologa che rivive nei suoi piccoli pazienti la sua infanzia. Katie però non è in grado amare e colma questo grande vuoto con il sesso. Basta uno sguardo provocante, una birra in più che si ritrova a letto con qualcuno. Tra i tanti amanti incontra Cameron, un giovane giornalista freelance, grande ammiratore di Jake Davis e dei suoi romanzi, quando è certo che la patatina narrata nei libri è proprio la ragazza davanti a lui, la curiosità e la voglia di conoscerla non la lasceranno mai, fino a quando riuscirà a fare breccia nel suo cuore. Ma il problema di Katie, sebbene all’inizio sembri scomparso, rimane assopito e non tarderà a manifestarsi più imponente che mai.
Katie lancia però un forte messaggio, nonostante tutto bisogna andare avanti, anche quando la vita è dura, difficile, bisogna rimboccarsi la maniche ed essere più duri della vita stessa, è questo che il padre con il suo ultimo romanzo le ha lasciato.
Come ha dichiarato in un’intervista, con questo film Muccino esprime un concetto che io ho sempre fatto mio, “siamo il risultato delle nostre infanzie”. Non possiamo fuggire dal nostro passato e dalla nostra infanzia, il rapporto con i nostri genitori segnerà inevitabilmente il nostro futuro. La loro presenza o, come in questo caso, la loro assenza detterà le basi della nostra personalità e del nostro modo nel relazionarci agli altri.
Un paio di cose però non mi hanno convinta, prima di tutto la lunghezza del film. Alcune parti risultato ripetitive, per questo credo che se il film fosse stato un po’ più corto forse avrebbe reso ancora di più.

Avete visto questi film?? Cosa ne pensate?

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