Il mercante di Dio di Sal Costa

Editore: Bonfirraro
Pagine:  242 pagine
Pubblicazione: 2018
Prezzo: 16,90 €
Sinossi. Racconta i diciassette anni perduti della vita di Gesù Cristo, anni che non compaiono in nessun Vangelo (canonico o apocrifo), né deducibili da alcuna fonte storica. È un romanzo di viaggi, avventure, amicizia, amore paterno e in qualche modo filiale. La narrazione, storicamente attendibile, ricostruisce il mondo ebraico dal quale scaturì la vita e il pensiero di Gesù e così ci svela il vero, o i veri motivi a contendere fra l’ebraismo di Gesù e quello del Sinedrio. Nel rispetto dei vangeli, l’autore, accenna qualche volta, ma senza creare contrasti, ad alcune parabole come fossero i prodromi di una maturazione a venire di un Gesù che si era allontanato dalla Galilea all’età di tredici anni, aveva viaggiato col mercante, da mercante, formandosi, conoscendo genti e culture differenti, per farvi ritorno a trent’anni, pronto al sacrificio. Ma il romanzo fa di più: ci svela un mondo antico ma sempre attuale nel quale la cultura, le religioni, la filosofia, le lingue, la scienza si muovono insieme alle merci.

Parlare di Gesù, di Dio, di religione non è mai semplice sono tra gli argomenti da affrontare in punta di piedi.
Credenti o meno nella sua figura conosciamo tutti a i momenti salienti della Sua vita ma c’è una fase che risulta quasi sconosciuta e di cui non si ha traccia da nessuna parte e sono gli anni che vanno dai 13 fino ai 33.
Qualche frase nei Vangeli può far presumere che sia rimasto a Nazaret, che abbia lavorato come falegname con Giuseppe o come carpentiere, ma non si hanno fonti storiche certe.
Quello che si potrebbe fare è una sorta di incrocio di dati tra quello che ci è stato tramandato dalla parola di Dio e tutte le altre fonti che ci permettono di ricavare informazioni sul periodo in cui Gesù è vissuto, siano esse religiose o meno.
Ed è proprio quello che fa l’autore il quale, dopo un attento studio, ha dato una sua interpretazione sul buco nero nella vita di Gesù.
Nella prima parte viene presentato il protagonista o meglio la voce narrante: un giovane, Salomon, nipote di mercanti, il prescelto ad accompagnare Gesù. Nella prima parte lo conosciamo, prendiamo conoscenza con le sue abitudini ma anche e soprattutto con l’ambiente che lo circonda. Solo alla fine di questa parte c’è la comparsa di Gesù, incontro che, come comprendiamo dalla narrazione, sembra essere predestinato, solo apparentemente casuale.
Da questo momento, Gesù e Salomon saranno insieme.

Gesù mi fu amico, mi abbracciò, mi consolò, si addossò colpe non sue, e si mise a contare e ricontare il denaro che ci era rimasto.

Dopo un periodo di indecisione, anche Salomon decide di prendere in mano la propria vita e provare la via del commercio ma il raggiungimento del suo obiettivo non sarà per niente facile visto che lungo il suo cammino incontrerà tantissime difficoltà.

Uno dei punti che ho particolarmente apprezzato è la cura dei dettagli nel ricreare il contesto storico-culturale, dettagli che rendono reale la narrazione, pur essendo un’ambientazione difficile poiché lontana per tempo e spazio dalla nostra quotidianità. Grazie a questi particolari aumenta, con lo scorrere della lettura, il coinvolgimento da parte del lettore. Non si tratta solo delle descrizioni, delle ambientazioni o dei personaggi, ma è anche il riprodurre le tradizioni, il comportamento e, soprattutto la mentalità di un popolo, in modo particolare il pensiero sulla donna e sul suo ruolo nella società, per niente considerata.
Diventa quindi veritiero anche la parte che riguarda Gesù che, la scelta della voce narrante, la figura di Gesù viene analizzata attraverso Salamon.

Un minuto prima ardeva come la fiamma della vendetta, capiamoci, sacrosanta vendetta, e in un attimo si trasfigura, come Mosé sul monte Sinai, e diventa tutto buon senso e obbedienza.

Nonostante, oggettivamente, possa considerarsi come uno tra i protagonisti, essendo la sua una delle tante storie raccontate e facendo la sua comparsa solo a romanzo inoltrato, l’attenzione del lettore viene indirizzata verso tutto quello che accade a Gesù il quale, è sì sconosciuto a Salomon ma sappiamo quale destino Gli è stato affidato.
e Salomon comprende che ci sia in lui qualcosa di speciale ma, di fatto, lo tratta come se fosse un ragazzo come altri, facendolo vivere come e con lui ed il mondo del “mercato” e del “commercio” non è certo semplice, il volto di Gesù appare sicuramente molto umano.
Ed è per tutto questo che, Il mercante di Dio è un romanzo affascinante che ci mostra un nuovo possibile lato di Cristo che, nonostante non sia ancora ben consapevole, inconsciamente è già portatore del Suo più grande messaggio.

L’autore. Sal Costa è nato e vive a Catania. Negli anni ’80, per un breve periodo, si trasferisce a Londra. Qui viene a contatto con gli ambienti rastafariani e ne sposa filosofia e pensiero. La lettura del Kebra Negast, libro sacro dei cristiani copti etiopi e degli stessi rastafariani, lo avvicina per la prima volta alle tematiche religiose. Tornato in Italia lavora e, quando può, gira il mondo scrivendo appunti di viaggio. La passione per gli scrittori della beat generation lo porta ad approfondire la conoscenza delle religioni orientali. Soltanto dopo si avvicina all’ebraismo, mosso anche stavolta dall’interesse letterario per gli autori di cultura yiddish del Novecento, da Isaac B. Singer, il più amato, a Roth, Potok, fino a Richler. Il passo successivo, ovviamente, è la Bibbia. È autore di romanzi: Un du’ e tre. La vera storia di Johnny il pompiere (1997), Visioni di Jack (1999), Saravà (2006), Bollito duro(2014). Ha scritto un testo di teatrodanza, I frutti di Pomo Pusillo e un monologo teatrale Nine Steps. Ha collaborato con svariati musicisti per la produzione di testi, da Rita Botto a Cecilia Pitino, i Dounia e Luftig. Il mercante di Dio è il suo ultimo romanzo.