Il miracolo del comunista santo di Alessandro Gatto – L’incipit del Lunedì

Buon inizio di settimana!
Come tutti i Lunedì, anche oggi parliamo di incipit.

Qualche giorno fa siamo state contattate da Simone della Rogas Edizioni e siamo state invitate a dare un’occhiata al loro catalogo. Da amante della letteratura inglese, non ho potuto non notare i titoli presenti nella collana Darcy, collana di anglistica, in particolare Juvenilia, una raccolta degli scritti della Jane Austen adolescente e Dite la vostra, Mr Darcy. Pubblico e privato di Jane Austen di Adalgisa Marrocco, che fa parte della collana Atena, dedicata alla cultura generale.

ll terzo titolo che abbiamo scelto è Il miracolo del comunista santo di Alessandro Gatto, presente nella collana Bandini, dedicata alla narrativa. Libro che ha subito incuriosito particolarmente entrambe e che leggeremo entrambe nei prossimi giorni.
Il libro si basa su un evento storico: l’attentato a Palmiro Togliatti, segretario del Partito Comunista Italiano, avvenuto il 14 luglio 1948 Non solo, l’ispirazione per la storia, come spiega l’autore stesso nella prefazione, viene da un articolo del 2005 che potete leggere qui. Francesco Baisi e Luigi Tonelli, quest’ultimo considerato poi uno dei maggiori chirurghi italiani, durante l’intervento chirurgico in cui viene recisa una parte della costola di Togliatti, decidono di salvare quel pezzetto. Quando Tonelli viene trasferito a Perugia, non sa dove metterla e si rivolge a un frate, chiedendogli di custodirla fra le reliquie dei santi. “Non gli rivelai a chi apparteneva, ma gli dissi che il paziente era ancora vivo e che sarebbe stato bello se i devoti avessero pregato anche per la sua anima.

Ma la vicenda di Giuseppe Passerini, protagonista della storia di Alessandro Gatto, sembra avere dei risvolti comici!

«Deh, Passerini, o ‘ndo tu vai?»
«A trova’ la tu sorella. E poi te lo già detto un milione di volte…l’accento livornese non ti viene. Stai imitando – e male – un romano, trapiantato a Firenze. Come diresti te? Lassa perde’.»
«Beh? Che c’hai oggi? T’è venuto ‘r marchese?»
«E a te che t’è venuto di rompere i…E va bene.» Lo disse sospirando, quali a malincuore. «Ho avuto una discussione con quel dottorino novo.»
«Aho! Allora tutto se spiega. Hai tutta la mia comprensione…Guarda, se vòi ce possiamo da mette’ d’accordo. Una de ste’ sere l’aspettamo e glie damo tanti de que’ carci che nun se potrà mette’ a sede pe’ ‘na settimana. Che dici?»
«Che sei più bischero de lui.»
«E va beh. Oggi nun te se po’ di’ nulla. Pensavo te facesse piace’. Immaginate la scena. Quello che cammina tutto ‘mpettito, con manico de scopa ficcato ‘n der culo, er naso al vento. Tutto azzimato con la borza de pelle ‘n mano…»
«Borsa. Si dice Borsa!»
«Perché? E io che ho detto?»
«Sì…va be’»
«Comunque…Ma l’hai da véde come la porta! La fa ciondola’, come se fosse un pischello con la cartella, mentre va a scola! S’avvicina alla macchina, – oh, c’ha pure la machina. E bella pe’ giunta. Nun c’ha mica bisogno de lavora’, quello. Deve ave’ li sordi de fami’ia. Vie’ qua solo pe’ rompe’ li co’ioni alla gente. Dicevo, se avvicina alla machina…Se abbassa pe’ n’fila’ la chiave ‘nde lo sportello…E a quer punto ‘nterveniamo noi!»
«E che facciamo?»
«Oh, ma oggi nun te se riconosce più. Te l’ho detto ‘n attimo fa. ‘le damo de’ carci ‘n der culo….Tanti…e con la rincorsa! Facciamo alla conte pe’ véde chi ha da ess’ er primo»
«Sì. E dopo cosa pensi che farà? Ci ringrazierà?»
«La prima cosa che farà sai qual è? Se girerà, piano piano, alzerà la testa fino a torcersi er collo, se metterà ‘na mano sulla bazza e dirà: “Prego?”. Lo vedo già…Comunque, saremo mascherati. Cor fazzoletto ‘n faccia. Nun ce potrà riconosce’ e nun saprebbe chi ringrazia’.»
«Si. Lo devo ammettere. Mi hai convinto. Sei effettivamente più bischero di lui…Ti dirò di più…»

14 luglio 1948. Il giorno dellʼattentato a Palmiro Togliatti. Al Policlinico Umberto I il segretario del Partito Comunista Italiano è appena stato operato con successo. Giuseppe Passerini, infermiere di provata fede politica, non può accettare di gettare nel contenitore dei rifiuti organici un pezzo di costola del Migliore. Così, nella distrazione della sala operatoria, se ne appropria. Qualche settimana dopo, una visita ai cattolicissimi suoceri in quel di Livorno si trasforma nellʼimperdibile occasione di prendersi gioco della loro inossidabile fede: la costola viene consegnata a un vecchio parroco, spacciata dal Passerini per la reliquia di un improbabile San Palmiro. Ciò che lʼinfermiere non può prevedere, è che il pezzo dʼosso, in bella mostra ai parrocchiani, si metta a sanguinare… Ne nasce una spassosa commedia degli equivoci che arriva a lambire le alte sfere del Vaticano.