La briscola in cinque di Marco Malvaldi

La briscola in cinque
di Marco Malvaldi
Serie: Serie del BarLume #1
Editore: Sellerio
Anno di pubblicazione: 2007
Edizione: 2011
Pagine: 163
Prezzo di copertina: 10.00€
La rivalsa dei pensionati. Da un cassonetto dell’immondizia in un parcheggio periferico, sporge il cadavere di una ragazza giovanissima. Siamo in un paese della costa intorno a Livorno, l’immaginaria Pineta, «diventata località balneare di moda a tutti gli effetti, e quindi la Pro Loco sta inesorabilmente estinguendo le categorie dei vecchietti rivoltandogli contro l’architettura del paese: dove c’era il bar con le bocce hanno messo un discopub all’aperto, in pineta al posto del parco giochi per i nipoti si è materializzata una palestra da body-building all’aperto, e non si trova più una panchina, solo rastrelliere per le moto». L’omicidio ha l’ovvio aspetto di un brutto affare tra droga e sesso, anche a causa della licenziosa condotta che teneva la vittima, viziata figlia di buona famiglia. E i sospetti cadono su due amici della ragazzina nel giro delle discoteche. Ma caso vuole che, per amor di maldicenza e per ammazzare il tempo, sul delitto cominci a chiacchierare, discutere, contendere, litigare e infine indagare il gruppo dei vecchietti del BarLume e il suo barista. In realtà è quest’ultimo il vero svogliato investigatore. I pensionati fanno da apparato all’indagine, la discutono, la spogliano, la raffinano, passandola a un comico setaccio di irriverenze. Sicché, sotto all’intrigo giallo, spunta la vita di una provincia ricca, civile, dai modi spicci e dallo spirito iperbolico, che sopravvive testarda alla devastazione del consumismo turistico modellato dalla televisione. Un giallo in toscanaccio.
Recensione
Immaginate di essere in un piccolo paesino sulla costa tirrenica, siete lì tranquilli e beati che sorseggiate il vostro drink rinfrescante in tutta serenità quando, all’improvviso, una  terribile notizia sconvolge la vostra tranquillità: una ragazza è stata ritrovata morta in un cassonetto!

Pilade aveva ragione:il brainstorming  di vecchiette era così temibie che nessuno sarebbe sfuggito, in quei giorni, alle elucubrazioni nate da sedicenti Miss Marple rintanate in casa a telefonare a tutti quelli che conoscevano.

Questo è quello che, più o meno, succede ai 4 personaggi più simpatici del romanzo: un bel gruppetto di vecchietti che si ritrova quotidianamente, anche più volte al giorno, al BarLume gestito da Massimo, il “barrista”, nipote di uno dei 4.

L’ambientazione del romanzo è proprio un piccolo paese, “Pineta”, in provincia di Livorno, immaginario, ma davvero molto reale. Ricorda infatti i piccoli paesi sul mare in cui si torna per trascorrere le vacanze in famiglia, quelli in cui ci si conosce un po’ tutti e sembra davvero di vivere in una famiglia allargata (e parlo per esperienza diretta). Si sa tutto di tutti e la vita viene scandita da momenti e situazioni che ricorrono quotidianamente…quindi un ritrovamento così atroce, diventa indubbiamente l’argomento attorno a cui ruotano tutti i discorsi tra la comunità.
Ma le indagini vere e proprie non avvengono mica in commissariato! È il BarLume stesso che diventa punto di incontro per fare ipotesi e supposizioni. Massimo, il protagonista, è anche un elemento fondamentale all’interno dell’indagine. Quasi per caso viene infatti coinvolto nel caso e con difficoltà prova ad uscirne, pur sentendosi, con il passaggio del tempo, sempre più preso in prima persona.

La briscola in cinque è, com’è facilmente intuibile, un giallo. C’è il cadavere, tante domande a cui dare delle risposte ed un caso da risolvere. Ma non può, in alcun modo, essere avvicinato al genere “thriller”. Lo stile dell’autore risulta fresco, brillante e leggero in ogni sua parte, scegliendo di utilizzare una forte componente di ironia che, unita alla parte “gialla” del libro, legata alle indagini e alla storia in sé, tende a coinvolgere molto il lettore. La lettura risulta essere, quindi, davvero molto piacevole. Non viene però a crearsi la suspense, elemento che riesce a dare quel qualcosa in più ad una storia di questo genere.
Questo credo sia dato anche da uno degli aspetti che meno mi hanno convinto di questo romanzo: la scarsa caratterizzazione dei personaggi, in particolar modo del protagonista.
Se infatti abbiamo delle personalità abbastanza delineate dei 4 personaggi più “old”, quella del protagonista viene ricavata quasi esclusivamente grazie alle sue stesse parole e ai suoi comportamenti, cioè dai dialoghi e dalle sue riflessioni visto che il punto di vista della storia è proprio il suo. Ma il quadro che abbiamo di lui, nel complesso, è molto sfocato, sappiamo veramente poco sul suo conto.
Ma, essendo il libro il primo di una serie, conto di leggere presto gli altri così da avere una visione del protagonista più definita.
Il romanzo rimane in superficie e risulta quindi una semplice narrazione dei fatti senza entrare troppo nei dettagli.
L’utilizzo, soprattutto per i 4 assidui giocatori di briscola, di inflessioni dialettali, mai troppo complicate da non essere comprese anche a chi non è della zona, influisce sicuramente a rendere particolare il romanzo anche se, in questo modo, visto il genere, strizza l’occhio ai romanzi di Camilleri.
Consigliato quindi a chi vuole intraprendere una lettura scorrevole e piacevole da leggere ma non a chi cerca i toni cupi e misteriosi delle indagini più “noir”

Votazione
3 su 5
Gioia
L’autore. Marco Malvaldi (Pisa, 1974), di professione chimico, ha pubblicato con questa casa editrice la serie dei vecchietti del BarLume (La briscola in cinque, 2007; Il gioco delle tre carte, 2008; Il re dei giochi, 2010; La carta più alta, 2012; Il telefono senza fili, 2014; La battaglia navale, 2016, Sei casi al BarLume 2016, salutati da un grande successo di lettori. Ha pubblicato anche Odore di chiuso (2011, Premio Castiglioncello e Isola d’Elba-Raffaello Brignetti), giallo a sfondo storico, con il personaggio di Pellegrino Artusi, Milioni di milioni (2012), Argento vivo (2013) e Buchi nella sabbia (2015).