L’incipit del Lunedì – Zia Mame di Patrick Dennis

Si ricomincia, il giorno della ripartenza è finalmente arrivato con tanti dubbi, incertezze e soprattutto paure. In bocca al lupo a tutti e un pensiero a chi, come noi, dovrà aspettare ancora per riprendere in pieno tutte le attività.

Chi non si sono fermati durante questo periodo sono il blog e le letture! Iniziamo quindi la settimana con un Incipit, la settimana scorsa vi ho mostrato quello di Belgravia, romanzo che stavo e sto tuttora leggendo e dato che Debora non ha ancora deciso quale sarà la sua prossima lettura, oggi cogliamo l’occasione per rendere omaggio a un gran bel personaggio letterario: Zia Mame nata dalla penna di Patrick Dennis, uno dei due pseudonimi utilizzati da Edward Everett Tanner III, nato negli Stati Uniti il 18 Maggio 1921.

Eccentrica, sopra le righe e con un forte senso dell’umorismo, riesce ad affrontare e superare la bancarotta, la crisi economica americana del ’29, i pregiudizi e i lutti con grande forza e quell’esuberanza che la contraddistingue. La sua eccentricità richiama, in qualche modo, la vita dell’autore stesso. I suoi romanzi, sedici in tutto, vengono considerati pietre miliari della comicità statunitense.
Zia Mame, dopo essere stato rifiutato da 19 editori, viene pubblicato nel 1955 ed è il romanzo che lo ha reso celebre.

Aveva piovuto tutto il giorno. Di solito me ne infischio, se piove o no, ma quella volta avevo promesso di montare le tende e di portare il bambino in spiaggia. Mi ero anche riproposto di applicare quei cavolo di stencil alle pareti loro riservate nella parte della cantina che il nostro mediatore aveva definito tavernetta, e inoltre volevo capire in che modo impegnare quella soffitta che secondo il mediatore, sempre lui, andava considerata un disimpegni, passabile di trasformarsi in stanza degli ospiti, studio, o laboratorio.
Ma subito dopo colazione mi ero lasciato distogliere dai miei propositi.
Tutta colpa fi un arretrato di “Selezione”. È una rivista che di solito non leggo. Mica per altro, non ne ho bisogno, dato che tutte le mattine sul 751 e tutte le sere sul 603 sento analizzare ogni suo articolo nei minimi dettagli. A Verdant Green – duecento case tirate su in quattro stili differenti – ne vanno tutti pazzi. In pratica non parlano d’altro.
Eppure devo confessare che quel benedetto periodico, quando mi capita in mano, finisce per catturare anche me. Quella volta in particolare mi ero appassionato, nell’ordine, ai pericoli cui sono esposte le nostre scuole pubbliche, alle meraviglie del parto naturale e alle ggesta di una comunità dell’Oregon che aveva sgominato un traffico di marijuana. Quindi ero passato a una certa figura che un certo famoso scrittore di cui ora mi sfugge il nome considerava il personaggi più indimenticabile da lui incontrato.
Un momento, un momento.
Indimenticabile? Be’, era ovvio che l’autore non sapeva di cosa stesse parlando. Temo che il significato stesso della parola gli sfuggisse: a lui, come a chiunque non avesse conosciuto mia zia Mame.

Avete letto il romanzo? Per avere qualche informazione in più, vi lascio qui la mia recensione.

Gioia