Ninfee nere di Michel Bussi – L’incipit del Lunedì

Ciao lettori e buon inizio di settimana!

L’incipit che vogliamo condividere con voi, in questo Lunedì, è quello di Ninfee nere di Michel Bussi, tra i romanzi più conosciuti del più venduto autore francese di gialli.
Con questa lettura vogliamo riprendere in mano una rubrica di qualche tempo fa: “Un libro per due”. Siamo abituate a leggere un libro e recensirlo separatamente, con questa rubrica vorremmo leggere, mensilmente, un libro per darne così un doppio parere, una doppia recensione.
Il romanzo di Bussi giace già da un po’ sugli scaffali della nostra libreria, entrambe leggiamo pochi gialli ma ci incuriosisce particolarmente già dall’incipit! Se il buongiorno si vede dal mattino, si prospetta una lettura avvincente. Sarà per entrambe così? Lo scopriremo a fine mese!

Tre donne vivevano in un paesino.
La prima era cattiva, la seconda bugiarda e la terza egoista.
Il paese aveva un grazioso nome da giardino: Giverny.
La prima abitava in un grande mulino in riva a un ruscello, sul chemin du Roy; la seconda in una mansarda sopra la scuola, in rue Blanche-Hoschedé; la terza con la madre in una casetta di rue du Chateau-d’Eau dai muri scrostati.
Neanche avevano la stessa età. Proprio per niente. La prima aveva più di ottant’anni edera vedova. O quasi. La seconda ne aveva trentasei e non aveva mai tradito il marito. Per il momento. La terza stava per compierne undici e tutti i ragazzi della scuola erano innamorati di lei. La prima si vestiva sempre di nero, la seconda si truccava per l’amate, la terza si faceva le trecce perché svolazzassero al vento.

Insomma, avete capito. Erano tre persone molto diverse. Eppure avevano qualcosa in comune, una specie di segreto: tutte e tre sognavano di andarsene Sì, di lasciare la famosa Giverny, paese il cui solo nome faceva venire voglia a una quantità di gente di attraversare il mondo solo per farci due passi.
Sapete naturalmente perché: per via dei pittori impressionisti.
La prima, la più anziana, possedeva un grazioso quadro. La seconda era molto interessata agli artisti. La terza, la più giovane, sapeva dipingere bene. Anzi, benissimo.
Strano che volessero lasciare Giverny, vero? Tutte e tre pensavano che quel paesino fosse una prigione, un gran bel giardino ma con le inferriate. Come il parco di un manicomio. Un trompe l’oeil. Un quadro da cui è impossibile uscire. In realtà la terza, la più giovane, cercava un padre altrove. La seconda cercava l’amore. La prima, la più vecchia, sapeva cose sulle altre due.


Anno di pubblicazione: 2011
Traduzione di Alberto Bracci Testasecca
Editore: Edizioni E/O, 2016
Pagine: 394

A Giverny in Normandia, il villaggio dove ha vissuto e dipinto il grande pittore impressionista Claude Monet, una serie di omicidi rompe la calma della località turistica. L’indagine dell’ispettore Sérénac ci conduce a contatto con tre donne. La prima, Fanette, ha 11 anni ed è appassionata di pittura. La seconda, Stéphanie, è la seducente maestra del villaggio, mentre la terza è una vecchia acida che spia i segreti dei suoi concittadini da una torre. Al centro della storia una passione devastante attorno alla quale girano le tele rubate o perse di Monet (tra le quali le Ninfee nere che l’artista avrebbe dipinto prima di morire). Rubate o perse come le illusioni quando passato e presente si confondono e giovinezza e morte sfidano il tempo.
L’intreccio è costruito in modo magistrale e la fine è sorprendente, totalmente imprevedibile. Ogni personaggio è un vero enigma. Un’indagine con un succedersi di colpi di scena, dove sfumano i confini tra realtà e illusione e tra passato e presente. Un romanzo noir che ci porta dentro un labirinto di specchi in cui sta al lettore distinguere il vero dal falso.

 

Avete già letto il romanzo? Cosa ne pensate?