Per un pugno di arance di Francesco Papa

Casa editrice: PAV edizioni
Anno di pubblicazione: 2018
Pagine: 113
La vita tranquilla di un paesino calabrese nell’agosto del 1976 è sconvolta dall’arrivo di due pericolosi terroristi. In questo scenario da anni di piombo si innestano le storie personali di Bertino, giovane con problemi relazionali che insegue l’amore, di Maria Susetta, vedova dalla fervente devozione religiosa, del maresciallo D’Alessandro, militare integerrimo dall’arresto facile, del sindaco Manzella, comunista per opportunità, e di tanti altri personaggi che popolano il paese. Per la piccola caserma di Grisolia e soprattutto per il suo comandante l’arrivo dei terroristi potrebbe essere l’occasione di una vita per dimostrare il proprio valore, riusciranno degli scalcinati militari di provincia a neutralizzare due individui ricercati da tutti i corpi di polizia del paese? Quel che è certo è che le apparenze ingannano e ognuno dei personaggi ha un segreto che prima o poi dovrà rivelare. Tutto questo avverrà in un vortice di avvenimenti al limite del tragicomico.
Recensione
Grisolia, 1976. Due terrori ricercati, stanno per raggiungere il borgo. Gli anni di piombo stanno per colpire anche questo piccolo paesino calabrese, ma tranquilli, di pesante qui, non c’è un bel niente!
Credo fermamente che il numero di pagine non sia così influente, soprattutto quando il messaggio arriva forte e chiaro anche con poche pagine. Leggendo la trama sul retro del libro tenendolo in mano, ci si chiede come sia possibile narrare di tutti quei personaggi così particolari. Ed è proprio l’aver scelto personalità così caratterizzate il punto vincente di questo romanzo breve.
Fin dalle prime pagine riusciamo a comprendere il carattere del racconto che riesce a mantenere l’ironia che lo contraddistingue in ogni suo punto!
Un altro elemento a favore del libro è la struttura e la scelta di non dividerlo in capitoli tradizionali ma in paragrafi più o meno brevi, ognuno dedicato a personaggi e situazioni diverse ma collegate tra loro.
Dopo un’iniziale presentazione dei protagonisti, la situazione inizia ad intrecciarsi in una serie di eventi comici tipici delle commedie degli equivoci, creando un puzzle in cui ogni pezzo si incastra alla perfezione. La lettura risulta quindi piacevole e coinvolgente, non tutti i punti, infatti, sono chiari al lettore che solo alla fine del romanzo avrà una visione completa sui personaggi, alcuni dei quali hanno dei segreti che, prima o poi, dovranno svelare per cercare di tirarsi fuori dai guai.
Le situazioni, talvolta al limite dell’assurdo, risultano essere verosimili perché ben inserite nell’ambientazione scelta. Chi vive in un piccolo paese, e qui parlo per esperienza diretta, sa bene quali siano le situazioni che si vengono a creare in questi piccoli villaggi dove tutti conoscono tutti, sanno del loro passato, dei loro vizi, dei loro difetti. Succede ora così e soprattutto ancora di più era la normalità nel passato.
Ed è proprio legato ad un evento del passato che riguarda in prima persona due personaggi che fa riferimento il titolo e che, nonostante il tempo passato, riesce ad influenzare anche il presente.
Il maresciallo D’Alessandro ed il sindaco del paese, Manzella, proprio non possono vedersi. La notizia dell’arrivo dei due terroristi mette in subbuglio la caserma dei carabinieri, il maresciallo ed i suoi cercheranno in tutti i modi di fermare i due malviventi ma, il destino ed il caso ce la metteranno proprio tutta per scombinare i loro piani e confonderli!

Ma come poteva non capire il brigadiere? Il quadro delittuoso era lì, davanti a loro. Chiaro nella sua complessità.

Ma c’è un personaggio che suscita particolare simpatia ed è Bertino! Che apre il romanzo con la sua felicità e la soddisfazione per aver acquistato, finalmente, dopo tanti sacrifici, la sua nuova macchina. Ma anche con lui la fatalità avrà la meglio!
Se cercate un libro scorrevole e con situazioni esilaranti, una dietro l’altra, vi invito a fare un salto a Grisolia!
Ringrazio l’autore per l’opportunità.
Gioia