Torno oggi con il post Piccole dosi dove vi cito le mie frasi preferite del romanzo che ho terminato di leggere. Parole che mi hanno colpito, emozionato. Le frasi che, inconsapevolmente o no, ho sottolineato e che ho il piacere di condividere con voi.
Il libro di oggi è La vita che si ama. Storie di felicità di Roberto Vecchioni.
In La vita che si ama, Roberto Vecchioni si interroga su cosa sia la felicità, come fare per raggiungerla e ricorda, attraverso vicende particolari di vita quotidiana e non, quali sono stati i suoi momenti felici, dove la felicità si è affacciata improvvisamente, senza essere attesa, nei momenti di maggiore sconforto o nella totale ilarità.
Vecchioni parte per questo viaggio interiore con una riflessione sui suoi affetti, sul suo amore, per i suoi quattro figli a cui è dedicato il libro.
La storie scorrono veloci, come un flusso rapido di pensieri e vengono raccontate con una scrittura particolare, non sempre facile da seguire.
Il lettore viene trasportato in più “mondi”, in più situazioni, dove i sentimenti più profondi la fanno da padrone, soprattutto la felicità, nascosta nella semplicità.
- La felicità non si definisce, c’è, c’è sempre, e non solo negli attimi che sconvolgono il cuore, ma nella consapevolezza sognante e progressiva dell’esserci e non subirla, la vita. Si annuncia a lampi accecanti e fuggitivi, ma poi è lì, nella pioggia estiva, sottile, che non ti copre, che vuoi prenderla tutta, testa al cielo.
- Ogni canzone, ogni film, ogni poesia, quadro, poema che vedrete, sentirete, leggerete, lo vedrete, sentirete, leggerete per l’ultima volta. Oh certo, potrete riascoltare, rileggere, rivedere: il film è quello, quello il poema. Siete voi a vederlo e sentirlo, anche impercettibilmente, in altro modo. Infinitesimi gli scarti del cuore, che non solo dividono ma fanno diverso il mondo: voi sarete altri anche un minuto dopo.
- La felicità è la sfida, la battaglia, sa dio se vinco o perdo: sta a mezzo tra chi eri e chi sei, e tu a roderti l’anima, a domandarti risposte, non trovare, cercare, non trovare, cercare, cercare, fino all’accordo che fa la canzone che vuoi, come la vuoi, e che per carità non sia l’ultima. La felicità è la paura che ti fa forte; cosa credi, di farmi paura? Io gioco a carte con te fino allo sfinimento e non cerco di chiudere il mazzo e riporlo. Io le ridò, le carte, fino all’alba del giorno dopo e di quello dopo ancora. E non pensare di farmi vincere una mano per piantarla lì. Io non voglio una mano, voglio la partita.
- Io la felicità la voglio addosso come una febbre, un innamoramento che non si spegne, la lunga onda di una mareggiata d’inverno con tutti gli scogli e i rifiuti possibili e insieme il corpo di una donna bellissima che esce dal mare e mi manda da lontano la vela di un bacio. Eccola la felicità.
- Preghiamo per essere ascoltati. Che poi Dio ascolti o no, cambi o no il destino, poco importa.
- Il tresette a due è il gioco che più assomiglia alla vita. Le carte che hai sono te, nel meglio e nel peggio, le chances e i buchi neri che il destino ti ha messo dentro alla nascita: da quelle parti, da lì devi sapere subito se giocartele con gli ori del successo, i bastoni della perseveranza, le spade del rischio, le coppe del lascia perdere. Ma è solo quel che hai alla nascita, perché carta dopo carta che pescherai dal mazzo, il gioco potrà darti ragione o sconvolgerti, cioè cambiarti la vita.
Qual è la frase che vi ha colpito di più di La vita che si ama?
Buona lettura!
Buongiorno!
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