Piccole dosi – Le cronache di Susetta. La zanzara che non s’arricetta di Giuseppe De Stefano

Le cronache di Susetta
di Giuseppe De Stefano
Casa editrice: AbEditore
Edizione: Maggio 2018
Collana: Piccoli Mondi Moderni
Pagine: 255
Prezzo di copertina: 9,90€

Sinossi. È la storia di una comica e paradossale convivenza che durerà tutta un’estate. La zanzara Susetta, indisponente e fastidiosa, si stabilisce in camera di un non troppo contento Peppino che, dopo averle provare tutte per sterminarla, accetta passivamente la convivenza. E da qui partiranno una serie di situazioni comico-grottesche, nella quale i due troveranno sempre a confrontarsi: Susetta allegra e indisponente con quella sua voglia di pungolare e infastidire, Peppino burbero e passivo che vorrebbe solo essere lasciato in pace. La zanzara lo coinvolge in tanti sfottò, giochi di parole, situazioni paradossali, addirittura portandogli in casa ospiti sempre più bizzarri – da due giovani zanzare maschio, che la corteggiano vanamente, a uno scarafaggio di nome Ramon con la mania di parlare spagnolo. Il continuo pungolare di Susetta finirà per aprire gli occhi e il cuore di Peppino, che piano piano si schiuderà alla vita e ad un nuovo approccio al mondo...

 
Citazioni
Poche sono le certezze, nella vita.Una di queste riguarda il modo in cui il gentil sesso affronta una delusione amorosa. Una ragazza appena uscita da una storia. oltre a vedersi con le vecchie amiche di un tempo per un caffè o un aperitivo o una serata fuori alla larga dai maschi, a stretto giro fa almeno una di queste tre cose:
a) fa qualcosa ai capelli, a volte addirittura qualcosa di radicale, “rivoluzionario” (taglio, colore…i parrucchieri ringraziano);
b) rinnova il guardaroba, con particolare riguardo all’intimo;
c) apre un account Instagram, dove comincia a postare selfie tutta impernacchiata e ammiccante.

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Il tempo di prendere un sorso di caffè e sento il bip del condizionatore che si accende. Poso la tazza e vado in camera, curioso di vedere che se ne fa una zanzara dell’aria condizionata. Susetta è al centro della corrente d’aria. Ronza incontro al condizionatore, riuscendo solo a restare ferma in un punto fisso, volando controvento.
«Ma che stai a fa’?» chiedo, stranito.
«Palestra.» risponde, laconica.
L’ha pigliato pe’ ‘nu tapis roulant, il condizionatore! Ma tu vedi ‘nu poco a Susetta…

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Certe sere vorresti solo staccare tutto, zittire il mondo e stenderti a letto aspettando che la stanchezza della giornata sublimi in un sonno ristoratore, senza sogni, che come un colpo di spugna cancelli la giornata storta, i bocconi amari, l’ennesima frustrazione accumulata che fa rigurgitare al tuo cervello impazzito tutti gli sbagli di una vita, tutti i bivi dove hai scelto la strada meno probabile…

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«Ci pensi mai alla vita, Peppì?»
Mi stendo su un fianco ed emergo con mezza faccia: «Che è successo? Ti sei svegliata filosofica, stasera?»
«Migliaia di possibili combinazioni, probabilità, fattori influenti…Potevi essere qualsiasi cosa, potevi venir fuori in qualsiasi posto del mondo, in qualsiasi momento storico, e invece sei qui ora, qui, in questo luogo e in questo presente…»
Mi rivolgo completamente verso di lei, lasciandola parlare. E’ la prima volta che sento parlare così, con dolcezza, trasognante…
«Migliaia di possibilità, ci pensi? E invece sei tu, qui, ora. Ti immagini? Oggi avresti potuto essere tutt’altro…»

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«Scusa Peppì, ma la mia vita è troppo breve, rispetto alla tua, per farmi carico anche dei tuoi problemi. E poi, che vuoi che sia? Tutti le abbiamo, le nostre giornate storte, una volta o l’altra. Per fortuna, le giornate storte, come hanno un inizio hanno pure una fine, e dobbiamo esserne grati.»
«E se domani ci aspettasse un’altra giornata storta?»
«Con l’esperienza della giornata precedente, dovresti affrontarla meglio.» risponde, indifferente.
Tiro un sospiro: «E se è da un pezzo che si affrontano giornate storte? Se ne hai inanellate una serie?»
«Allora non stai affrontando il problema nella maniera giusta. E’ il caso di riconsiderare le opzioni a disposizione con più attenzione, no?

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«Insomma, Peppì, per chiudere il discorso…» e tira due boccate al sigaro, «..la vita va avanti, con e senza di noi. Di noi, se ci riusciamo, resterà il ricordo. Se tu ti fermi, la vita non ti aspetta. Continua a correre senza guardarsi indietro. E chi si ferma non sempre viene ricordato, oppure se viene ricordato ci si ricorda di lui come uno che si è fermato.»

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«Peppì, un nome è solo un’etichetta, un qualcosa per essere richiamato all’ordine quando sei giovane e puoi fare minchiate. Sei tu che, da grande, devi cercare di dargli una tua importanza, qualunque nome esso sia. […]»

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I giorni si rincorrono, la vita va avanti come se niente fosse. E’ una cosa da pazzi a pensarci: un giorno apri la finestra e il sole di giugno è lì che abbrustolisce i tetti dei palazzi, un altro invece esci sul balcone e devi trovare uno squarcio nel cielo per ricordarti che c’è l’azzurro sotto la coltre di nuvole. L’autunno, da un po’ di tempo a questa parte, sta diventando una stagione a sorpresa: un po’ si scorda di essere una mezza stagione e si autoeleva quale prolungamento naturale dell’estate, un po’ rispetta la sua nomea e regala giornate fresche e soleggiate alternate a piacevoli piogge che ripuliscono l’aria. Peccato davvero non potersele godere come d’estate.

Buona lettura!

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