Piccole dosi – Le notti bianche di Fedor Dostoevskij

Buongiorno lettori!
Come va questo Giovedì? Per me sarà una giornata pienissima ma ci tengo, finalmente, a dirvi due parole su un libro letto un paio di mesi fa. Sono contenta che, quest’anno, io mi sia finalmente decisa a leggere qualcosa di Dostoevskij. Ho chiesto consiglio sui social su quale fosse la sua opera migliore per iniziare. Le alternative erano due: Le notti bianche e Delitto e castigo erano infatti i due che avevo a disposizione. xD In molti hanno dato pareri positivi su entrambi ma, come inizio, il consiglio che è andato per la maggiore è stato Le notti bianche. Se avete letto il www di ieri (ma anche di quelli da un mese a questa parte!) saprete che il libro che attualmente sto leggendo è proprio Delitto e castigo ma, ho seguito i consigli ed ho iniziato da Le notti bianche e…ho fatto bene!
Prima di tutto, un punto a favore è la brevità, Le notti bianche infatti può essere considerato un racconto lungo, si legge in breve tempo, in un paio d’ore. Non tanto per il numero di pagine (non arrivano a 100) più che altro per lo stile di Dostoevskij. Il protagonista è un sognatore e sembra di vivere proprio in un sogno, si narra di una Pietroburgo in pieno inverno eppure si sente tutto il calore dei sentimenti del protagonista, un giovane di cui non conosciamo il nome che vive in un mondo tutto suo, poco incline ai rapporti umani ma che inizia ad aprirsi nel momento in cui incontra, per caso, Nasten’ka. I loro incontri, raccontati in diverse “notti”, saranno intensi e l’epilogo inaspettato. Nonostante quello che gli accade, il protagonista esprime l’Amore, quello forte, intenso…con la a maiuscola!
Ma…questo è un “piccole dosi” quindi, vi lascio di seguito le citazioni che mi hanno colpito di più durante la lettura!
Possibile che sotto un cielo come questo possano vivere persone adirate e lunatiche di vario genere?
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Improvvisamente mi era parso di esser solo, abbandonato da tutti e che tutti mi sfuggissero.
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[…] quale forza ha fatto brillare di un simile fuoco questi occhi tristi e pensosi?
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Io non sono capace di tacere quando in me parla il cuore.
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Io sono un sognatore; è così poca la mia vita reale e vivo così di rado momenti come questo di adesso, che non posso fare a meno di riviverli nei miei sogni. Io sognerò di voi tutta la notte, tutta la settimana, per un anno intero. Ritornerò immancabilmente qui domani, esattamente qui, i questo stesso punto, esattamente a quest’ora, e sarò felice ricordando quanto è avvenuto oggi.
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Guardatelo e convincetevene! Credereste, guardandolo, cara Naslen’ka, che in realtà egli non ha mai conosciuto colei che tanto ha amato nei suoi sogni appassionati? Possibile che egli non l’abbia veduta all’infuori delle sue affascinanti visioni e che questa passione l’abbia soltanto sognata? Possibile davvero che essi non abbiano trascorso, mano nella mano, tanti anni della propria vita, loro due soli, respingendo lontano tutto il mondo e unendo il proprio mondo, la propria vita, con la vita dell’altro? E non era forse lei, a tarda ora, venuto il momento del distacco, non era forse lei ad appoggiare il capo singhiozzando disperata sul suo petto, senza udire la tempesta scatenarsi sotto quel cielo inclemente, senza udire il vento che strappava e portava via le lacrime dalle sue nere ciglia?
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Ora, mentre vi seggo accanto e parlo con voi, ho persino paura a pensare al futuro perché nel mio futuro c’è di nuovo la solitudine, c’è di nuovo questa stantia, inutile vite; e di che cosa potrò mai sognare se già nella realtà sono stato così felice accanto a voi!
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E invano il sognatore fruga, come in mezzo alla cenere, tra i suoi vecchi sogni, cercando in questa cenere almeno un pezzetto di brace per soffiarci sopra e riscaldare con la fiamma nuovamente divampata il cuore raggelato facendo rinascere in esso tutto ciò che prima v’era di tanto dolce, che toccava l’anima, che faceva ardere il sangue, che strappava lacrime dagli occhi e che ingannava tanto sontuosamente!
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E domani a te stesso: dove sono i tuoi sogni? E scuotendo la testa esclami: come volano via in fretta gli anni! E di nuovo ti domandi: cosa ne hai fatto dei tuoi anni? Dove hai seppellito il tuo tempo migliore? Hai vissuto, oppure no? Guarda, ti dici, guarda che freddo fa nel mondo.
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Mio Dio! Un intero attimo di felicità! È forse poco, foss’anche esso il solo in tutta la vita di un uomo?…
Ecco qui, se non lo avete ancora fatto vi consiglio di leggerlo. Se invece lo avete già fatto allora fatemi sapere la vostra opinione a riguardo!!

Una risposta a “Piccole dosi – Le notti bianche di Fedor Dostoevskij”

  1. io l'ho letto anni fa e Il sognatore mi faceva venire il nervoso (ma proprio nervoso da prurito alle mani) per il suo essere inconcludente.
    Le notti bianche è il libro che mi ha fatto scoprire di essere molto meno romantica di quello che pensavo di essere 🙂

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