9 Giorni di Gilly Macmillan

 
 
Titolo originale: Burnt Paper Sky
Traduzione: Anna Leoncino e Sandro Ristori
Editore: Newton Compton editori
Prima edizione: ottobre 2015
Pagine: 411
Prezzo di copertina: 9.90 €
 
 
Rachel Jenner è sconvolta e in preda al panico: suo figlio Ben, di soli otto anni, è scomparso, e lei non sa come affrontare questa tragedia. Inoltre, a peggiorare la situazione, ci sono gli obiettivi della stampa e le telecamere della Tv che seguono lo sviluppo del caso e le stanno con il fiato sul collo. E’ vero, ha commesso una leggerezza: ha perso per un attimo di vista Ben e lui è sparito e ora tutto il Paese pensa che lei sia una madre sprovveduta e vada condannata. Ma cosa è successo veramente in quel tragico pomeriggio? Stretta fra il dramma di aver perso il figlio, le sempre più serrate indagini della polizia e la pubblica gogna dei media, Rachel deve affrontare un’altra agghiacciante realtà: tutto quello che sa di sé e dei suoi cari si rivela una gigantesca bugia. E non c’è più nessuno, nemmeno nella sua famiglia, di cui la donna possa fidarsi. Il tempo stringe e forse il piccolo Ben potrebbe essere ancora salvato, ma l’opinione pubblica ha già deciso. E tu, da che parte starai?
 
Recensione
 
9 Giorni è la storia d’ansia, di orrore, di terribile devastazione emotiva, è la storia di Rachel Jenner che, dopo un attimo di distrazione nel bosco, perde suo figlio Ben, di soli otto anni.
9 Giorni racconta la terribile situazione a cui Rachel è sottoposta. In molti si fa largo l’idea che Rachel sia una madre terribile, che sia sua la colpa di quello che Ben sta passando. E’ la storia di come i pregiudizi inquinino la vita delle persone, rendendole cattive e spietate.
Rachel è una madre sola, devastata dai sensi di colpa, dalla paura. Tutte le sue sensazioni prendono vita, pagina dopo pagina, trasmettendo al lettore un senso di angosciosa speranza.
Ma 9 Giorni non è solo la drammatica storia di Rachel, ma anche quella del detective ispettore James (Jim) Clemo, colui che si occupa del caso della scomparsa di Benedict Finch.
Anche il suo ruolo non è semplice: assediato e messo sotto pressione dai media e dall’opinione pubblica, Jim non riesce a trovare la soluzione a tutti gli interrogativi che si nascondono dietro a tutto il caso.
 
Più volte rimarrà deluso da coloro che lo circondano, sottolineandone ogni sua più piccola insicurezza e portando a galla ricordi sepolti e mai risolti della sua infanzia.
Tutti coloro che ruotano intorno a questa terribile scomparsa vengono inevitabilmente colpiti da paure, dubbi, esitazioni.
Nulla è certo, tutto lievita in un limbo, senza speranze né certezze.
Quello che spicca per tutto il romanzo è la parte interiore e psicologica dei protagonisti, che li caratterizza, rendendoli persone “normali e comuni”.
 
Jim.
“Ecco una lista di tutto ciò che un tempo avevo sotto controllo: il lavoro, le relazioni, la famiglia. Ecco il problema di adesso: i pensieri nella mia testa.
Mi ricordano ogni ora, a volte ogni minuto, della perdita, e delle azioni che non si possono cancellare, per quanto lo desideri. Durante la settimana mi butto nel lavoro per cercare di cancellare questi pensieri. I fine settimana sono i più duri, ma ho trovato dei modi per riempirli: faccio ginnastica, lavoro un po’ e poi ricomincio da capo. Sono le notti che mi tormentano, perché lì i pensieri mi girano in testa senza sosta e non mi fanno dormire.”
 
Non esistono eroi, tutti sono vittime del caso e della consapevolezza di non poter aiutare in nessun modo Ben.
9 Giorni rispetta tutte le caratteristiche di un thriller: ho infatti avuto in più punti la sensazione di aver già letto un libro simile. Sensazione data dal fatto che, volenti o nolenti, i thriller hanno tutti uno schema comune da seguire.
Ho trovato davvero coinvolgente lo stile della scrittrice: semplice, diretto, sintetico.
I capitoli sono brevi e si alternano portando avanti due diverse narrazioni e storie parallele, che si incrociano e miscelano perfettamente.
In alcuni tratti la narrazione è vista anche dal punto di vista di coloro che credono che sia Rachel la colpevole del caso. Questo rende ancora più realistico il tutto.
Il finale è esplosivo e non del tutto positivo. Lo consiglio assolutamente agli appassionati e non del genere!
 
Debora
 
9 giorni di gilly macmillan
 
 
Non leggo molti thriller ma, dopo aver letto 9 giorni, ho riconsiderato il genere!
9 Giorni è la storia di un bambino come tanti che improvvisamente scompare. Un minuto prima era con la mamma e il minuto dopo svanito nel nulla. 9 Giorni è la storia di una mamma, che perde di vista il suo bambino per un minuto e quel minuto le risulterà fatale. 9 Giorni è la storia di una mamma che viene accusata della scomparsa di suo figlio; la storia di un padre che si ritrova a dover affrontare la scomparsa di suo figlio, Ben, quando lo sapeva al sicuro con sua madre. Ma è anche la storia di James Clemo, l’ispettore che si occupa delle indagini.
 
9 sono i giorni che vanno dal momento della scomparsa fino al momento della verità. Durante questo periodo noi veniamo a scoprire i segreti, le paure, i dubbi, i rimpianti di tutti i personaggi che ruotano attorno a questa vicenda, principalmente Rachel, la mamma di Ben e di James, l’ispettore. La storia viene narrata alternando il punto di vista di uno e dell’altra. Questo fa sì che il lettore si senta più che mai partecipe nella storia.
Da una parte il dolore, l’angoscia, l’ansia di una madre dall’altra le inquietudini, la voglia di arrivare alla verità ma anche i drammi che si trova a dover vivere James.
Un ruolo fondamentale viene attribuito ai media. Durante un’intervista, rilasciata poco dopo la scomparsa del bambino, Rachel non segue le indicazioni che le vengono fornite dalla polizia, ma agisce secondo il suo istinto. L’atteggiamento che ha è una prova, per chi la vede, che la donna nasconda qualcosa. Da questo momento Rachel si troverà a dover affrontare la sparizione del figlio e l’accusa di essere colpevole. Questo suo comportamento farà nascere dei dubbi anche agli occhi della polizia. A peggiorare la situazione c’è anche un blog. Chi gestisce questo blog sa, è a conoscenza dei particolari che nascono dalle indagini e li usa per screditare ancora di più Rachel. Chi è che scrive e soprattutto perché lo fa, è un altro mistero che la polizia si troverà a dover risolvere. Un mistero nel mistero, che colpirà direttamente uno dei personaggi principali.
Ad essere tenuta sott’occhio non è, naturalmente, solo Rachel. Durante i 9 giorni tutti i parenti, gli amici, le persone vicine al piccolo o che possono essere entrate in contatto con lui, vengono interrogate, seguite, controllate. Tanti i sospettati. Vengono scandagliate le loro vite, il loro passato, i loro segreti e vengono tirate fuori delle verità di cui non erano ancora a conoscenza, come succede alla stessa protagonista.
Il lettore è portato ad indagarsi continuamente su chi sia il colpevole. Ogni persona che viene presa in esame potrebbe avere un movente. La presenza nella narrazione di James ci fa immedesimare nel suo personaggio. Diventiamo quindi dei poliziotti, stiamo attenti a carpire ogni particolare, ogni dettaglio che ci porti alla soluzione finale. Soluzione che arriva quasi inaspettatamente e quando arriva la tensione non si smorza ma continua ad essere in crescendo, fino all’epilogo vero e proprio. Epilogo che ci dimostra che alcuni eventi sono talmente forti che non sempre è possibile lasciarli alle spalle ma sicuramente possiamo imparare da quello che ci accade.
E’ quello che accade a Rachel. Prima della scomparsa di suo figlio, la donna viveva con un solo pensiero: il divorzio. Quando, purtroppo, due genitori prendono questa decisione a pagarne le conseguenze sono principalmente i figli. Non tanto per l’evento vero e proprio ma come lo vivono e come lo fanno vivere ai bambini. Solo dopo un evento così tragico Rachel e il suo ex marito prenderanno veramente coscienza dei loro sbagli e dei loro errori.
 
Nonostante il tema di base, la scomparsa di un bambino non è infatti, un argomento leggero da affrontare, l’autrice riesce a non renderlo pesante. La lettura è molto scorrevole e coinvolgente. Storia, ambientazione sono molto realistici. Questo è dovuto soprattutto alla veridicità dei personaggi che sono ben caratterizzati in ogni loro aspetto. Sì, qualcosa di poco realistico c’è. Non mi ha convinto il segreto che viene tenuto nascosto a Rachel, l’ho trovato un po’ forzato e mi ha dato l’impressione di voler aggiungere dramma al dramma.
Nonostante questo è un libro che consiglio soprattutto a coloro che, come me, non leggono tanti libri di questo genere!
 
Gioia
 
L’autrice. Gilly Macmillan. Cresciuta a Swindon, ha vissuto durante l’adolescenza nel nord della California. Ha studiato storia dell’arte alla Bristol University e poi al Courtauld Institute of Art di Londra. Ha lavorato al <<The Burlington Magazine>> e alla Hayward Gallery prima di mettere su famiglia. Da allora vive a Bristol con il marito e i loro tre figli. 9 Giorni è il suo romanzo d’esordio.
 

6 Risposte a “9 Giorni di Gilly Macmillan”

  1. Devo scrivere la lettera a Babbo Natale, e so già cosa chiedere.
    Comunque questa recensione doppia è fantastica, ha una marcia in più rispetto alle singole 🙂

  2. questo thriller mi è piaciuto nonostante in generale io preferisca le storie dal ritmo mozzafiato, ricche di suspense e colpi di scena, ma ciò che me ne ha fatto avere un pensiero positivo è proprio il fatto che si sia soffermato sull'aspetto interiore dei personaggi, di coloro che restano "a casa", ad aspettare che la vittima torni a casa.
    mi unisco nel consigliarlo!! 😉

  3. Ho letto la vostra recensione e non posso non dire che DEVO assolutamente leggerlo!

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