Di Mercoledì di Anna Marchesini

Di Mercoledì mi ha colpito molto, rappresenta un’Anna Marchesini diversa dal solito. Molto più riflessiva e a tratti commovente.

 
Data di pubblicazione: marzo 2012
Editore: Rizzoli
Pagine: 206
Prezzo di copertina: 17,00€
 

È mercoledì quando la signorina Else, tremula spilungona dall’aria vagamente trasandata, sale carica di apprensione al quinto piano di un vecchio palazzo. All’interno 10 una coppia di psicoterapeuti accoglie nello studio i racconti delle vite degli altri, delle esistenze sensibili, oscure, inefficaci e corrosive nascoste sotto la crosta delle apparenze, figlie di una felicità perduta, mai cercata o di un’aspirazione assoluta. Un danno antico ha spezzato la vita felice della signorina Else; il suo tempo si è fermato a quel tempo memorabile, il pensiero ha assunto il passo del rimpianto. Bisognosa di simpatia, è incapace di farsi aiutare. Inaspettatamente attiva diviene durante una rocambolesca e clandestina avventura in un luogo dello studio sorprendente, da dove, al buio, si troverà a spiare l’esplosione ciarliera e appassionata di Zelda, una paziente dall’aspetto eccentrico, ridicolo, la cui grazia equina rivelerà un animo vibratile e realista.

È una donna emotiva, carnale, densa e tanto vera! Dal dottore non va per sua volontà, depressa per procura del marito, si scopre divertente e così luminosa. La luce del buio del mistero illuminerà l’angolo scuro ed angusto dove Else si è ritirata a vivere. Le due donne diventeranno amiche in un tempo nuovo in cui l’esistenza estrema di Maria, la bellissima ragazza che abita all’interno 9, calerà la sua esaltante tragedia. Zelda ed Else sfiorano la storia tortuosa che Maria vive in un’ansia di assoluto, nella pretesa di liberare le emozioni dagli aspetti convenzionali, una tensione lirica che darà alla sua esistenza una tessitura tragica e sublime. Perché incerto è il tempo e il luogo della felicità.

 
Recensione
 
“Buon pomeriggio a tutti!” Tutti erano un signore e una signorina seduti ai lati opposti della vasta sala d’attesa; non era la prima volta che si incontravano anche se non si conoscevano affatto, solo che erano quelli del mercoledì, probabilmente la ristretta e pallina umanità destinata agli appuntamenti pomeridiani.

Al quinto piano, molto titubante, Else, raggiungeva la dottoressa. Non era stato facile per lei decidere di recarsi quotidianamente dalla dottoressa, lo aveva fatto solo perché aveva capito che lo doveva a se stessa. Tutti glielo avevano consigliato.
Doveva farsi vedere da un dottore, da qualcuno che l’avrebbe aiutaa  a gruardare in faccia la sua vita. Non era stato facile aprirsi, nelle prima sedute infatti era rimasta muta. Non riusciva a trovare il modo per esprimere i tantissimi pensieri  che aveva in mente.

 
A cosa pensava? Era piena di pensieri lei, tuttavia non riusciva a fermarne uno di preciso, era una di quelle persone le cui menti riservate intrappolano i propri pensieri dentro nuvole di silenzio. Era piena di pensieri eppure in quell’istante non era in grado di arrestarli, immersi com’erano in quella loro perpetua oscurità dove ogni cosa era coperta da una patina umida e granulosa satura di un odore quasi piacevole.

Di Mercoledì Anna Marchesini

Tutto era dipeso dai proprio genitori. Non aveva con loro un brutto rapporto, tutt’altro. Erano una famiglia felice, unita, Else si sentiva fortunata. Tutto questo però le viene portato via, cambiando per sempre la percezione che Else ha della sua vita e del mondo che la circonda.

La seconda protagonista è Zelda, un’altra donna. Suo marito decide per lei che deve andare dallo psicoterapeuta e lei non può fare altro che assecondarlo, come del resto avviene sempre. La considera depressa, apatica, vive passivamente la propria vita. Zelda, anche se pensa che suo marito abbia torto, non riesce ad imporsi, non riesce ad avere una propria personalità

 
Vede dottore [….] io sono sempre stata qualcosa di qualcuno; sono stata la figlia di e la sorella di, la gemella di e poi la moglie di mio marito, è così […] io non saprei che fare se non fossi più sua moglie; che sarei? che sarei!”

Else e Zelda si incontrano, si conoscono e si uniscono sempre di più. Un mercoledì, mentre si dirigono, insieme, dallo psicoterapeuta, le loro vite si incrociano con quella di Maria, terza ed ultima protagonista del libro.
I genitori di Maria la avevano avuta quando quasi non ci speravano più. Il fatto di avere genitori che sembravano i suoi nonni, era stato sempre motivo di presa in giro da parte dei suoi compagni di scuola, ma a lei non importava, era felice con la sua famiglia. L’inevitabile avviene e per lei cambia tutto, fino a quando incontra Mario che diventa da subito il motivo che riesce a mandarla avanti, che le dà la forza per tornare a vivere di nuovo. Quando anche lui la delude, decide di compiere un gesto estremo, ma non andrà come lei “sperava”.

Di Mercoledì è un libro molto particolare. Non c’è una vera e propria trama, non ci sono grandi colpi di scena. Sono le riflessioni di tre donne, tre donne che potremmo considerare comuni, che possiamo incontrare ovunque, magari ci sono passate accanto per strada, sull’autobus, al supermercato o dal dottore. O magari siamo noi, che ci siamo riconosciute in loro. Io stessa per alcuni punti sono uguale a Maria, per altri a Zelda e per altre situazioni a Maria.

Di Mercoledì è uno spaccato di vita quotidiana. Ognuno di noi è il risultato del suo passato, dell’ambiente familiare in cui è cresciuto e delle decisioni che ha dovuto prendere. E il libro mostra proprio questo.
La Marchesini riesce a farci entrare nell’intimità dei pensieri e delle riflessioni delle protagoniste, riuscendo a farcele conoscere a 360°, per questo anche se la storia non è particolarmente avvincente, ci sentiamo comunque coinvolti.

Il tema principale è la solitudine e ciò che fa scaturisce. Le tre donne sono chiamate a gestire la propria vita e gli ostacoli che inevitabilmente pone loro, da sole. Nonostante il tema sia abbastanza forte e difficile da affrontare, la scrittrice lo fa con un’ironia velata ma presente, non rendendo in alcun modo la lettura pesante.

La scrittura che Anna Marchesini utilizza è particolare, quasi originale, sicuramente diversa dai soliti romanzi che sono abituata a leggere: raffinata, elegante, ricca di metafore che riesce ad introdurci in punta di piedi, con dolcezza ma anche con molta profondità nella vita di queste tre donne.

Lo consiglio?
Non credo sia una lettura per tutti, essendo molto particolare, non penso possa rispecchiare i gusti di tanti. Avendo letto solo un romanzo di entrambe non posso paragonare la loro scrittura ma, per alcuni versi, mi ha ricordato Un viaggio chiamato vita di Banana Yoshimoto.
Considerando la Marchesini attrice quasi un idolo, avevo voglia di scoprirla anche nelle vesti di scrittrice. Anche in questo campo mi ha davvero sorpresa e sicuramente leggerò gli altri romanzi.

 
L’autrice. Anna Marchesini è stata attrice, autrice e regista teatrale. Insieme a Solenghi e Lopez ha dato vita al celebre Trio. Tra i suoi ultimi spettacoli, La cerimonia del massaggio di Alan Bennett, Le due zittelle di Tommaso Landolfi e Giorni felici di Samuel Beckett. Ha insegnato all’Accademia d’Arte Drammatica. Nel 2011 ha pubblicato il suo primo romanzo, Il terrazzino dei gerani timidi
 
Gioia