Dreamscapes – I racconti perduti Volume 2 Parte 1

Casa editrice: Editrice GDS
Genere: raccolta di racconti fantasy
Prezzo antologia: 0,99 euro (in offerta su Amazon, IBS e Kobo)
Prezzo ebook dei singoli racconti: 0,99 euro.
Formato: digitale
Link per l’acquisto: su tutti gli store, ad esempio:Amazon – Mondadori Store – Ibs
 
 
Trama: “Dreamscapes. I racconti perduti. Volume 2” è un’antologia di Editrice GDS, contenente 15 racconti fantastici, tutti scritti da autori italiani. Il genere è il fantasy nella sua accezione più estesa e, all’interno della raccolta di racconti, trovano spazio storie di diverso tipo e dalle più svariate ambientazioni. Ci sono racconti ambientati in mondi sommersi, racconti in città futuristiche, racconti in luoghi mitici o immaginari o anche racconti in ambienti domestici popolati da incubi e creature bizzarre. Un insieme di racconti che si rivolge quindi a tutti gli amanti della letteratura fantastica, offrendo, al suo interno, storie capaci di accontentare tutti i gusti, dagli amanti dell’horror all’urban fantasy, dalla fantascienza al fantasy più “lovecraftiano”, per valorizzare i giovani talenti della narrativa fantastica italiana.
Ho deciso di dividere il post in due parti in quanto sarebbe stato impossibile approfondire i 15 racconti senza che il post diventasse troppo lungo.
Oggi vi parlerò dei primi sette racconti che compongono il libro. Tutti ovviamente legati poiché appartengono al genere fantasy anche se poi si differenziano anche per gli argomenti affrontati.
Il tema che però più spesso ricorre in questi racconti è quello della speranza, la speranza di un mondo migliore.
In un mondo in cui la violenza e la continua ricerca del potere la fanno da padrone, il coraggio e la volontà di un futuro migliore si fanno spazio sempre più di continuo. Le ambientazioni ed i personaggi sono molteplici e si alternano creando una storia ricca e dinamica.
Tutti i racconti mi hanno lasciato qualcosa di positivo, qualcosa su cui riflettere e condividere con le persone che mi sono accanto.

 
IL NUOVO DIO E L’ABISSO di ANDREA ZANOTTI
 
SINOSSI. Il Nuovo Dio Bboar si sveglia in un luogo oscuro. È incapace di riconoscerlo e percepisce l’affievolirsi dei propri sensi divini e la comparsa di nuove sensazioni mai sperimentate prima. Esseri subdoli e rapaci si celano in quella tenebra, ma il Nuovo Dio non si arrende e si mette in marcia. Sperimenta le sensazioni dei mortali e questo lo aiuta a capire che quelle da lui ritenute misere creature, in realtà possiedono doti inattese. L’essere finito in quell’Abisso può rappresentare una punizione per la sua mancanza di comprensione? Una luce proviene dall’alto e Bboar non riesce a resisterle. Lì ne è sicuro, troverà le risposte. Il problema è come raggiungerla…
 
<<Questo è l’Abisso, Orso Possente! Possibile tu non ne abbia mai avuto il sentore? Il Tartaro, una forra senza uscita. Qui puoi trovare divinità detronizzate che hanno smarrito persino l’orgoglio di reggersi sulle proprie gambe. Giacciono inermi, preda dei demoni che ne divorano spirito e carne in un ciclo continuo di demolizione e annientamento e rinascita a nuova sofferenza. Un Dio non può morire, ma questo non è sempre un bene. >>

 
Anche un Dio può essere debole, anche un Dio può essere insicuro, solo, disorientato.
Il Nuovo Dio e l’Abisso è un percorso di un Dio che non è più tale. Non più omaggiato, non più supplicato, non più adorato.
Ma un Dio non muore mai, è costretto a vivere in eterno nell’Abisso. Un limbo eterno nel quale si scandagliano i ricordi della propria vita, nel quale si analizzano e comprendono gli errori portati dal potere.
Il Dio è pronto ad affrontare la sua nuova vita. Ma non a tutti è sempre concessa una seconda possibilità.
 
CENERE di LILY CARPENETTI
 
SINOSSI. Il mondo di Moira è andato in frantumi: suo marito ha avuto un figlio dall’amante e non passerà molto tempo prima che decida di lasciarla. Le sue accorate preghiere vengono ascoltate da un angelo coperto di cenere, con le ali nere come la notte. Moira è una madre e accogliere questo povero essere disperato nel suo grembo, potrebbe essere la soluzione ai suoi problemi.
 
“La terra è così meravigliosa. Uno spettacolo sempre nuovo: è il capolavoro di nostro Padre! Voi essere umani, pur nella vostra fragilità, rispecchiate la sua perfezione. Uno spettacolo di cui non sono mai stanco. Più lo osservo e maggiormente desidero vederne di più. Ma la mia ingordigia è stata punita. Mi sono avvicinato troppo, ho voluto toccare ciò che tanto mi attirava e sapevo essermi proibito. Mi sono bruciato. Sono un angelo nero ora, un reietto. Non posso più tornare a casa, nell’alto dei cieli. Le porte del paradiso sono sprangate per me!”
 
 
Moira Elizabeth Stuart sta attraversando un periodo complicato: ha appena scoperto che suo marito la tradisce e che Dave, loro figlio, non è figlio unico. Ma i problemi per Moira non sono finiti: torna infatti nella sua casa d’origine per cercare l’appoggio e la comprensione di sua madre, che puntualmente non arriva. Sua madre le ricorda i suoi compiti di madre e moglie e le consigli di fare le valigie e tornare da suo marito.
Moira è arrabbiata, confusa, frustrata.
Una figura però si nasconde nell’oscurità. Chi è l’uomo coperto di cenere scura? Perché possiede un paio di ali nere? E quali situazioni propone alla giovane donna per uscire dalla sua situazione?
In Cenere è evidente come le debolezze e le paure degli esseri umani emergano nelle situazioni di maggiore difficoltà. Moira è confusa e ferita. Cerca conforto in sua madre, vittima delle regole sociali secondo le quali una donna deve rimanere accanto al proprio uomo in ogni situazione.
L’uomo sconosciuto, l’angelo nero, rappresenta il mistero, ma allo stesso tempo la speranza di un nuovo futuro per lei e per la sua famiglia.
Ma anche l’angelo ha le sue debolezze: la sua voglia di scoprire il mondo degli esseri umani lo ha portato a vivere in eterno in un limbo, da cui non può uscire.
E la cenere sul suo corpo ne rappresenta le tentazioni, la voglia di conoscere qualcosa di nuovo e sconosciuto, anche contro le regole.


 
IL CHIARORE DELLA NOTTE di SIMONE SANTARELLI
 
SINOSSI. In un mondo in cui i conflitti tra uomini sono all’ordine del giorno, il ruolo dei governi è spesso categorizzato da spregevoli interessi. Chi lotta sul fronte è vittima di un inganno mondiale; spinto a odiare il nemico da una educazione imposta, è come se odiasse se stesso. Accorgersi di aver sacrificato una vita nella falsa convinzione di aver lottato contro il vero nemico è la sconfitta di un uomo che avrà voglia di riconquistare la propria vita sotto il bagliore della luna, avvolto dalla inconsistente falsità della notte .
 
[…] “Che si fottano quei bastardi sulle loro poltrone di pelle” e mi resi conto che, forse, la nostra vita era nelle mani sbagliate. Pensai che se davvero i miei timori avesse trovato qualche fondamento di verità, le convinzioni di una vita si sarebbero spente, come una candela consumata dal tempo. Non poteva essere vero. Nessuno poteva essere così meschino da creare una generazione di soldati artificiali e tenerli lì, a trascorrere le proprie vite su un campo di battaglia per degli interessi così vili.”
 
Questo è tra i miei racconti preferiti. John è in guerra insieme ai suoi compagni di reggimento. Ogni giorno è un massacro: non possono muoversi perché i loro nemici sono pronti all’attacco. Ma alcuni soldati vengono inevitabilmente feriti. Questi soldati vengono accompagnati in un’infermeria “speciale” dal quale escono guariti, ma con lo sguardo spento, privi di vita.
In John si insinua il dubbio: perché su ogni oggetto, persona, animale che lo circonda è impressa la sigla R.G.A.? Perché dai soldati che vengono colpiti sgorga del sangue di colore blu?
In un mondo invaso dalle guerre questo racconto ci mostra come chi ha il potere riesca a manipolare a suo piacimento le masse attraverso false convinzioni, privandole della loro libertà. Ma John intuisce che qualcosa non funziona come dovrebbe.
John rappresenta il coraggio e la speranza in un mondo migliore dove ciò che conta veramente è la libertà di scelta di ogni singolo individuo.
 
 
KANGOR di ANDREA SCHIAVONE
 
SINOSSI. “Kangor” è un’ucronia che si muove tra luoghi fantastici ed evocazioni epiche, in uno scenario apocalittico in cui un devastante tifone fa strage di uomini, risucchiando tra le sue spire ogni segno di civiltà, ogni traccia umana. Kangor è l’ultimo villaggio che ancora resiste, protetto dalle inespugnabili mura. Ma l’esigua popolazione vive di stenti, afflitta da una morale corrotta e dal dispotico controllo di un sovrano degenere. L’arrivo imprevisto di un ultimo gruppo di superstiti del pianeta tra le mura fortificate sembra infondere nuova speranza per la sopravvivenza del genere umano. Ma i soprusi e le barbarie porteranno invece ad un’istantanea, definitiva, autodistruzione.

“Una visione inaspettata colpisce lo sguardo degli antenati ammutoliti. Scuote le viscere e rivitalizza gli animi. Un massiccio portale, solitario, si erge oltre lo strapiombo. I battenti cigolano, appesantiti dall’edera che non riesce però a nascondere quel vessillo di ferro arrugginito: le fauci spalancate di un leone, così vere, fameliche, incutono timore allo sventurato pellegrino giunto su quelle terre. Mentre i caratteri dorati risplendono ancora vividi alla luce del crepuscolo, accecando il plotone con quel nome glorioso e terribile: KANGOR.”
 
Kangor è una città desolata, impoverita, abitata da mendicanti, essere informi ed immondi. Poderosi passi invadono la città. Sono i passi del terribile Khann che governa Kangor. Il Khann è il temibile Heyvan, dalla forma mostruosa e dai tratti di un suino con i denti marci.
Un gruppo, pieno di speranze, si avvicina alle mura della città dell’ultimo villaggio rimasto. Heyvan nota subito che tra di loro ci sono due donne che aspettano un bambino. Le uniche donne che portano in grembo la speranza di un futuro migliore e Heyvan le vuole tutte per sé.
Inizia un combattimento tra i due schieramenti che porterà alla fine di Kangor.
Nel racconto predomina lo scontro tra bene e male. Heydan rappresenta i mali del mondo, la povertà, un mondo sudicio fatto di terrore e depravazione.
Il gruppo che arriva in città cerca la salvezza e la sicurezza. Le donne portano dentro di loro il futuro del mondo, la stirpe che ripopolerà il nuovo mondo.
 
SH 2.0 di MICHELE BOTTON
 
SINOSSI. Futuro. La situazione in Inghilterra non è delle migliori, Scotland Yard non riesce a risolvere parecchi spinosi casi. Il colonnello Doyle dei servizi segreti britannici visto che finalmente la tecnologia lo permette decide di attivare il progetto SH 2.0. Progetto ambizioso e mai tentato prima: si prefissa di donare un corpo sintetico e nuova vita al più grande detective della storia, il cui cervello è stato conservato dopo la morte per ben 150 anni in attesa del momento propizio. Un momento come questo.
 
“Certo, dopo tre ore a zonzo, accompagnato si intende e ben sorvegliato da me, dai miei sottoposti e dai nostri agenti privati, e aver consultato molti testi alla biblioteca, ha accettato la sua nuova condizione affermando soltanto: “eliminato l’impossibile, ciò che resta, per improbabile che sia, deve essere la verità.” Converrai con me che dopo aver udito quelle parole ho capito subito che il progetto SH 2.0 aveva avuto successo.”
 
Il dottor James e il colonnello Doyle si incontrano nell’ufficio del dottore al trentacinquesimo piano della Todoroki Tower di Londra, l’edificio più sicuro di tutto il Regno Unito.
Il dottor James è uno dei membri della Todoroki Corporation, un’azienda leader nel settore tecnologico, di tutto quello che è all’avanguardia.
Alphonse Doyle invece è un colonnello assegnato al nuovo reparto MI6, quello dei servizi segreti britannici.
Sono insieme per discutere del nuovo progetto per debellare alcuni dei problemi che affliggono l’Inghilterra e per scovare i colpevoli degli innumerevoli crimini irrisolti che minano la sicurezza interna del Paese. Come riuscirci? Trasferire i ricordi, la coscienza, il cervello di un detective imbattibile, ma deceduto, in un nuovo corpo.
SH 2.0 è un racconto ricco e particolare. Il ricordo di uno dei più famosi personaggi letterari rivisto in chiave tecnologica e scientifica. Un incontro tra passato e futuro, tra letteratura e tecnologia, tra ricordo e passione.
 
 
ASTRO – LA REGINA DELLA LUCE di VIVIANA DE CECCO
 
SINOSSI. Ray ha sedici anni, si sente diverso dai suoi coetanei e trascorre le vacanze estive dalla zia nella valle del Neckar. La notte di San Lorenzo, mentre siede da solo nel folto di un bosco per esprimere il suo desiderio di sparire dal mondo, viene abbagliato dalla luce di una stella cadente che si trasforma, davanti ai suoi occhi, in una bellissima ragazza dai capelli d’argento e frecce di luce in una faretra posata sulle spalle. È Astro, l’aspirante regina del Regno di Biancalia, minacciato dai Cavalieri della Stella Nera. Sarà lei a chiedere aiuto a Ray e a coinvolgerlo nel viaggio verso la sorgente in cui Astro dovrà immergersi per recuperare la luce del suo potere e scongiurare il pericolo che avvolge il suo Regno. Grazie all’aiuto di Ray, che si sentirà legato a lei dal filo sottile dell’amore, riuscirà a vincere il Male.
 
<<Il mio nome è Astro>> replicò lei soavemente. Quel nome era proprio adatto a quella creatura. Sembrava che i suoi lunghi capelli d’argento avessero ereditato il cangiante colore della Luna, che la stoffa del suo abito fosse stata intrecciata con la luce delle stelle e che le punte rossastre delle frecce, custodite in una faretra sulle esili spalle, avessero assorbito l’energia incandescente del Sole.”
 
Ray ha sedici anni e si sente diverso. E’ seduto da solo nel bosco. In quel momento Ray ha chiuso gli occhi, cercando di esprimere il suo desiderio. Ma all’improvviso un rumore lo allarma. Scorge una piccola sfera di luce che volteggia intorno a lui. Il bagliore, con lo stupore di Ray, si trasforma in una bellissima fanciulla.
Si tratta di Astro, Regina della Luce e Sovrana di tutti i Corpi Celesti, accompagnata dal fedele Nig.
Astro e Nig sono in fuga dal Regno di Bancalia in cui vivono: il Regno infatti è in pericolo, caduto nelle mani dei Cavalieri della Stella Nera, che hanno ucciso i genitori di Astro e la cercano in quanto è l’ultima erede al trono. Riuscirà Rey ad aiutare Astro e Nig a riconquistare il loro Paese d’origine e a far tornare a brillare tutte le stelle in cielo?
Devo ammettere che Astro – La Regina della Luce è sicuramente tra i miei preferiti.
E’ un racconto pieno di sentimenti, ricco, onirico. Ray vive quasi un sogno. La bellezza di Astro lo incanta, lo porta a sentirsi finalmente sé stesso, a sentirsi accettato.
Le debolezze e le insicurezze si tramutano in coraggio, grazie al sentimento dell’Amore.
L’ambientazione scelta si mescola perfettamente con la descrizione dei personaggi, dando l’impressione di trovarsi al fianco di Ray e Astro.
 
 
L’ABISSO ALLA FINE DEL MONDO di ALESSIO DEL DEBBIO
 
SINOSSI. “L’abisso del mondo nuovo” è un racconto fantastico ambientato in un futuro post-apocalittico, vent’anni dopo un conflitto nucleare che ha distrutto la vita sul pianeta, sterminando la razza umana e mutando i pochi sopravvissuti in bestie, alterando la loro struttura fisica e mentale. Queste bestie, che popolano il sopramondo, attaccano la Conchiglia, una pacifica civiltà sottomarina sviluppatasi all’interno di una struttura di madreperla, sul fondo dell’oceano. Vi abitano, da millenni, in armonia tra loro, i discendenti dell’isola di Mu, civiltà leggendaria che raggiunse l’apice del progresso prima di venire spazzata via.
 
“Non posso dire di essere stupito! Tra tutte le creature viventi, l’uomo è sempre stato il più stupido, incapace di apprendere dai propri errori, per quanto la storia avrebbe dovuto insegnargli. Cos’altro aveva fatto, in quei pochi millenni in cui aveva abitato e rovinato il pianeta, se non guerreggiare contro i propri simili, incapace di convivere nello stesso spazio vitale?”
 
Queste sono le parole usate dal sacerdote che abita sotto la Conchiglia. Dopo la distruzione del mondo che abita in superficie gli unici abitanti rimasti sono quelli che vivono in fondo al mare sotto la cupola di madreperla della Conchiglia, protetti dalla Perla dei Mari. Ma la tranquillità in cui vivono viene sconvolta da una guerra: Auruka, un ex abitante della Conchiglia allontanato per la sua violenza, accompagnato dagli ultimi uomini rimasti ormai trasformatisi in creature mostruose, attaccano la Conchiglia per impadronirsi della Perla dei Mari e ottenere il potere e il dominio su tutto il mondo.
Non ci sono vinti né vincitori.
La cattiveria, la violenza, la sete di potere sono parte integrante del mondo rappresentato. Così come nel mondo in cui viviamo. E’ una storia attuale, attualissima.
Al male però si frappone inevitabilmente la bontà, la voglia di preservare ciò che di bello c’è in questo e in altri mondi.
La Perla dei Mari, come molti pensano, non è lo strumento per conquistare il mondo, ma rappresenta il ricordo, la casa in cui di tutte le anime trovano riposo.
L’ambiente marino è descritto in ogni suo dettaglio, rendendo più dinamica ed ironica la storia. È una storia profonda, che fa riflettere, e la inserisco, senza ombra di dubbio, tra i miei preferiti.
 
E questo è tutto.
 
Qui potete trovare la recensione degli altri otto racconti
 
Buona lettura!
 
Debora
 

 

Una risposta a “Dreamscapes – I racconti perduti Volume 2 Parte 1”

  1. Sembra interessante questo libro di racconti vari 🙂 anche io lo ho pubblicizzato al Rifugio
    Mi piace soprattutto per il mex di generi
    Un saluto a voi e Buon fine settimana

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