I Giardini Incantati di Stefano Labbia

Genere: Raccolta poetica
Seconda silloge poetica del giovane autore romano Stefano Labbia: i versi di questa nuova raccolta, più maturi ed importanti, rispetto ai precedenti, ci trascinano in un giardino incantato fatto di sfumature vivaci e tinte forti: l’autore ci mette di fronte ad un afflato piuttosto originale, tanto che sembra coraggiosamente poco curarsi della lezione ermetica e avanguardista del Novecento rifacendosi forse ai crepuscolari (Corazzini, Gozzano, Govoni, ecc.) e recuperando l’intimismo e la “semplicità” a fronte del modernismo a tutti i costi. Versi, quelli presenti ne “I Giardini Incantati”, che sono il frutto di varie esperienze di vita e di rapporti umani contrastanti, fra sentimenti e risentimenti, amarezze e dolcezze, comuni a tutti noi esseri umani, figli dei tempi antichi e moderni. Per cui la poesia del Labbia è, come ella stessa dice della vita, “severa e ilare al tempo stesso”
Recensione
La prima cosa che salta all’occhio del lettore, graficamente parlando, è il grande numero di punti di domanda all’interno dei componimenti. Questo si rispecchia inevitabilmente anche nel contenuto di questi.
Nelle sue liriche, Stefano Labbia esprime i suoi dubbi, i suoi timori, le perplessità.
La raccolta spazia tra diverse tematiche: ci sono le poesie in cui si parla di amore. altre in cui ci sono riflessioni spirituali, altre ancora si affronta il tema politico e poi le composizioni in cui l’autore si abbandona ai ripensamenti e alle riflessioni sulla sua vita.
Alcune poesie in cui il protagonista è l’amore, hanno un nome proprio come titolo: Angela, Martina, Flavia, Letizia quasi a voler simboleggiare da una parte le riflessioni su alcune donne che lo hanno segnato particolarmente, dall’altra diverse sfaccettature dell’essere femminile. L’amore viene raccontato anche nell’intimità e la passione viene narrata attraverso le emozioni.
La paura e l’incertezza verso il Domani, verso il futuro, viene fuori in diversi componimenti, è quasi il tema che fa da sfondo all’intera raccolta. Ma le considerazioni dell’autore non si limitano alla sfera personale né ad argomenti terreni. E’ come se aprisse gli occhi non solo a quello che accade dentro di sé, ma anche verso la società e verso l’Alto. Una componente è data infatti dalla satira politica, sottile ma presente, ad esempio in Voltagabbana o Agorà ed elemento ancora più importante sono i riferimenti a Dio, alla fede e al proprio comportamento morale che possiamo ritrovare in molte poesie.
Il linguaggio utilizzato è semplice, niente di ermetico o di troppo arzigogolato, in questo modo l’anima del poeta arriva dritta a quella del lettore, creando una forte connessione diretta, non utilizzando filtri. Questo aspetto viene sottolineato anche dalla scelta dei titoli, di poche parole, nella maggior parte dei casi, infatti, il tutto si racchiude in una sola o un nome: Mai, Fallimento, Mancanze, Frammenti, Voltagabbana, Perché non parli?, Universo, Angela, Martina, Letizia, Cuore d’amante…
I componimenti sono abbastanza brevi, al massimo di circa 30 versi e non seguono un particolare schema metrico, quasi a voler simboleggiare la libertà dei pensieri dell’autore, liberi di poter viaggiare: dai ricordi del passato alle perplessità del futuro senza alcun tipo di catene. Libertà rappresentata anche dalle tematiche della raccolta che sono combinate tra loro senza, apparentemente, nessun nesso. In realtà, è come se tutte le poesie facessero riferimento a qualcosa e fossero unite da un sottile filo che le mantiene insieme.
E questo filo è costituito dalla malinconia e dalle inquietudini dell’autore che lo fanno riflettere e che, come se fossero specchi, fanno riflettere di conseguenza anche il lettore.
Consigliato a chi è amante del genere ma anche chi, come me, è alle prime armi, può apprezzare questa silloge, dalla lettura usciranno sicuramente diversi spunti di riflessione su cui meditare.

L’autore. Stefano Labbia, classe 1984, è un giovane autore italiano di origine brasiliana. Nato nella Capitale, ha pubblicato la sua prima raccolta di poesie, “Gli Orari del Cuore” nel 2016 per Casa Editrice Leonida. Al lavoro sulla sua prima serie televisiva originale inglese di stampo teen drama, dal titolo “Fear”, di cui è unico ideatore e sceneggiatore, vive attualmente a Londra. Nel 2017 vedrà alla luce la sua seconda silloge poetica dal titolo “I Giardini Incantati” (Talos Edizioni).
Collabora dal 2016 con i portali 2duerighe.com (sezione spettacolo (cinema e teatro)), MyReviews (cinema e libri) e Oubliette Magazine (cinema, arte, teatro, musica). Scrive per “Il Nostro”, free press magazine mensile dal 2017. Conduce e cura un programma radio dedicato a cultura, poesia, teatro e musica sulla radio indipendente Deliradio. Ha inoltre collaborato alla stesura e all’ideazione di “Rivka” (Serie Italiana – 2016), “Boh” (Sitcom – Distribuita da Extra Tv – Idea, regia e sceneggiatura – 2016), “Butterfly Lies” (2015 / 2016 – UK – idea, soggetto e sceneggiatura), “Safe” (Idea, soggetto e sceneggiatura – Tv Show – USA – 2015), “Life Goes On” (Idea, soggetto e sceneggiatura – Film – 2015), “American Inn” (Idea, soggetto e sceneggiatura – Sitcom – USA – 2015), “(R)Evolution” (Idea, soggetto e sceneggiatura – 2015), “Police Assault” (Idea, soggetto e sceneggiatura – Tv Show – USA – 2014), “WMW – What Men Wants” (dramedy – UK – 2015 / 2016 – Idea, soggetto e sceneggiatura) e “Strings” (co-autore con Agnese Pagliarani – Sitcom – 2016).