Il nostro gioco di Ilaria Pasqua

 
Genere: narrativa
Pagine: 125
Formato: cartaceo (e disponibile anche in digitale)
Uscita: 17 marzo 2015
 
  
“Devo portarla via di qui” è l’unico pensiero che Davide ha in mente mentre corre via dal ghetto insieme a sua sorella Flaminia, di cinque anni. È la mattina del 16 ottobre 1943 e i due ragazzini sono rimasti soli in una Roma che non riconoscono più. I tedeschi hanno preso in mano le redini della città, e loro non sanno dove rifugiarsi per sfuggirgli. Davide porta avanti il gioco iniziato dai loro genitori per impedire alla bambina di capire cosa sta succedendo. E così farà anche Enrico, un ragazzino dei quartieri ricchi che li nasconde in casa sua rischiando molto. Nonostante una prima iniziale diffidenza nascerà una bellissima amicizia che li salverà da un destino orribile. Continueranno a giocare tutti insieme, trascinati dai sogni magnifici di Flaminia, fino a quando non finirà la guerra, fino a quando non sfiorirà del tutto l’infanzia.
 
 
Recensione
 
Davide e Flaminia sono due fratelli, un giorno, per caso, incontrato Enrico e piano piano tra i tre nasce un’amicizia sempre più forte. Un solo particolare: siamo nell’ottobre del 1943, il 16 avviene il rastrellamento del ghetto di Roma e Davide e Flaminia sono ebrei.
 
Il nostro gioco si apre proprio con la fuga dei due bambini. Gli unici sopravvissuti della loro famiglia sono loro due, Davide lo sa, ne è consapevole ma vuole fare di tutto per tenere, almeno per il momento, all’oscuro dalla verità, la sua sorellina. Continuano quindi con “il gioco” che aveva insegnato loro la mamma. In cosa consiste? Ovviamente cercare di nascondersi per non farsi prendere! Tutti i bambini della città ci giocano ma solo chi saprà dimostrarsi più bravo vincerà.
 
Riescono a trovare una cantina e la utilizzano subito come nascondiglio. Ma non passa tanto tempo che vengono scoperti. A farlo è Enrico, un bambino, più o meno dell’età di Davide. Appena si accorge di loro potrebbe dare l’allarme, ma non lo fa, fa finta di niente e Davide e Flaminia si credono salvi. Decidono quindi di fuggire il più lontano possibile, temono che il bambino possa avvertire qualcuno, invece se lo ritrovano davanti e compie il gesto più bello: li accoglie in casa sua.
 
 
Davide e Flaminia scoprono un mondo. Enrico proviene da una famiglia ricca ed ha tutte le comodità: primo fra tutti il bagno. Abituati a lavarsi si e no una volta a settimana, avere a disposizione una stanza da bagno tutta per sé, con acqua calda, asciugamani e saponette sembra quasi un sogno. Ma non devono abbassare la guardia, devono stare attenti a non essere scoperti, nessun’altro della famiglia deve venire a conoscenza della loro presenza all’interno della casa, altrimenti per loro saranno guai.
 
Flaminia si innamora subito di Enrico, fin da subito stravede per lui, adora la loro nuova sistemazione. Davide invece è molto titubante, non riesce a fidarsi di Enrico, c’è qualcosa in lui che non gli permette di essere tranquillo, nonostante questo la morbidezza del letto e delle coperte lo fanno crollare in un sonno profondo. Il vero problema nasce il giorno seguente, se di notte Enrico è sicuro che nessuno lo verrà a controllare, di giorno sarebbe molto pericoloso avere i due fratelli nella sua stanza, per questo li nasconde in un piccolo ripostiglio. Ripostiglio talmente piccolo che a male pena starebbe una persona. Davide e Flaminia non si lamentano di certo, ma vedono quel piccolo spazio una fonte di salvezza. Ed è proprio lì dentro che vengono messi a dura prova.
 
Da una parte sentivo di avercela con lui perché se non ci avesse tenuto lì dentro tutto il giorno, allora non sarebbe successo.
Dall’altra sapevo che non poteva fare nient’altro, era solo un ragazzino come me. Mi fermai un istante in salotto e presi una gran boccata d’aria fresca, la assaporai come si fa con qualcosa che si ama tanto ma che puoi vedere solo di rado. Si davano sempre per scontate le cose nel nostro mondo. L’aria, il cielo, le nuvole, la libertà… erano tutte cose a cui non si pensava.
Però quando te le toglievano, allora sì che capivi quanto fossero indispensabili.
 
A poco a poco anche Davide sembra sciogliersi. Capisce che Enrico si mette costantemente nei guai. Se li dovessero scoprire anche per lui non si prospetterebbero tempi facili.
Davide si convince una sera, in quella che secondo me è una delle parti più belle del romanzo.
I due bambini che sembrano così diversi per cultura e classe sociale, sono in realtà molto simili. Entrambi sognano un mondo migliore, Enrico è estremamente sensibile, vive in una condizione decisamente più agiata rispetto a Davide e Flaminia, ma per essere davvero felice gli basterebbe solo una cosa: l’affetto dei suoi genitori, quell’affetto che avevano la mamma e papà per i due fratellini che adesso dormono con lui. Enrico disprezza suo padre e sua madre, mentre lui vorrebbe fare qualcosa di concreto per migliorare la situazione in cui Roma è, loro lo allontanano dalle persone che vengono ricercate e non fanno niente. Davide cerca di fargli capire che lo fanno solo per cercare di proteggerlo e il suo pensiero va inevitabilmente ai suoi genitori.
 
Volevo solo che capisse la fortuna che aveva. Quanti litigi in quel momento mi sarei rimangiato se avessi saputo. Se avessi anche solo pensato che fortuna avessi ad avere una famiglia che mi amava. Anche senza soldi, anche in una casa piccola. Che importava alla fine? La mamma ci cantava una ninna nanna la sera, il papà ci portava al parco la domenica.
 
 
Enrico vorrebbe fare sempre di più, e alla fine lo fa, si mette in pericolo. Ma più che essere d’aiuto sembra aver complicato le cose perché desta i sospetti di alcuni soldati tedeschi che fanno visita nella sua casa. Da questo momento in poi alla narrazione si aggiunge un elemento che accompagnerà il lettore fino alla fine del racconto: la suspense!
L’autrice riesce a tenere costantemente il lettore sulle spine, il pericolo è dietro l’angolo e Davide e Flaminia rischiano costantemente di essere scoperti. In loro aiuto una nuova persona, molto vicina ad Enrico che giocherà un ruolo fondamentale.
Tra un pericolo scampato e l’altro, i tre bambini fuggono. Fuggono insieme, fuggono ogni notte, nei loro sogni. E’ proprio lì che si incontrano e sono liberi. Solo nei loro sogni sono felici, possono correre, saltare, giocare, inventare mondi, allontanarsi dalla realtà, insieme.
 
Prima o poi però arriva l’inevitabile ed entra in gioco l’incertezza. C’è un continuo cambio di direzione, si pensa che la situazione possa andare in un verso però poi cambia, allora può succedere una cosa e invece avviene l’opposto. Nel romanzo non bisogna mai dare niente per scontato.
 
Ne Il nostro gioco, viene descritta la seconda guerra mondiale, soprattutto il periodo del fascismo con la conseguente introduzione delle leggi razziali. E’ un periodo storico che mi ha da sempre interessato ed ho per questo molto apprezzato i diversi riferimenti all’epoca. Attraverso i ricordi e i pensieri di Davide ci immedesimiamo in quegli anni, quando la vita era si complicata per gli adulti, ma lo era ancora di più per i più piccoli, le cui domande, il più delle volte, non avevano risposte. Ed erano “costretti” a fuggire, ad inventare giochi, pur di andare avanti.
 
L’autrice è riuscita a creare un racconto tenero ma allo stesso tempo molto riflessivo. La scrittura lineare fa risultare la lettura molto scorrevole, aiutata anche dal coinvolgimento che personaggi e narrazione creano. Fin dall’inizio siamo portati a voler sapere di più su questi bambini e pagina dopo pagina non possiamo non affezionarci a loro, facendo il tifo per Davide e Flaminia ma anche e soprattutto per Enrico, il vero eroe di Il nostro gioco. Un piccolo concentrato di coraggio e determinazione da far invidia a tutti i personaggi “più grandi” che ci sono all’interno del romanzo.
 
 
 
 
L’autrice. Ilaria Pasqua nasce a Roma e si laurea alla magistrale del Dams. Da sempre coltiva la passione per il cinema e la letteratura, ma anche per la scrittura che ha il tempo di approfondire durante gli anni dell’università. Da quando ha ricevuto il primo sì e ha capito che poteva davvero scrivere non solo per se stessa non si è più fermata.
Ha messo in piedi un sito internet con un blog in cui si diverte a pubblicare recensioni e cerca di dare voce a tutte le idee che la braccano.
“Il bambino nascosto nel buio”, il suo primo romanzo, è in pubblicazione con La Ponga Edizioni, “Le tre lune di Panopticon – Anime Prigioniere” è uscito a maggio 2014 per Lettere Animate Editore che ha pubblicato anche il racconto “Quel sigaro” nell’antologia “Aquarium”. Con Nativi Digitali Edizioni ha pubblicato invece i primi due volumi della trilogia “Il giardino degli aranci” (“Il Mondo di Nebbia” e “Il Mondo del Bosco”), e il racconto “You Make Me Feel So Young” nell’antologia “Musica in Lettere”. Con il racconto “Drago da Taschino” ha vinto il concorso “Occhi di drago”, tenuto dalla Gainsworth Publishing che l’ha inserito in un’antologia digitale uscita il 27 febbraio 2015.
Infine il 17 marzo 2015 il romanzo di ambientazione storica “Il nostro gioco” è stato pubblicato dalla Leucotea Edizioni.
 
 
Gioia

 

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