Il peso specifico dell’amore di Federica Bosco

 
 
Mondadori, 2015
Pagg. 389, ebook 9.99€, cartaceo 17,00€
 
Un giorno l’amore finisce e basta. E lo fa così, un mercoledì sera, senza preavviso. Sei lì che guardi “Chi l’ha visto”, con il pigiama di pile e i calzini antiscivolo, e lo osservi, e ti sembra di vederlo per la prima volta, che mangia fissando lo schermo, una forchettata di pasta dopo l’altra, e ti rendi conto che non ce la fai più. Ma nemmeno un po’. E che non puoi resistere un altro minuto seduta su quel divano con il pigiama di pile e i calzini antiscivolo. Cioè, per carità, gli vuoi un bene dell’anima, e se avesse bisogno di un rene glielo daresti senza batter ciglio, ma ecco, è lì il problema: preferiresti dargli un rene che non un’altra di te…E questo perché? Perché, ripeto, un giorno finisce e basta.
Queste sono le parole di Francesca, rivolte all’attuale fidanzato, Edoardo. Francesca e Edoardo stanno insieme da 6 anni ma qualcosa è cambiato, Francesca si rende conto che non prova più amore verso di lui ma pur di evitare l’argomento si butta a capofitto sul lavoro presso la casa editrice di Mr Big (un soprannome che gli hanno affibbiato non certo perché ricorda il Mr Big di Carrie, ma semplicemente perché il suo cognome è Bigazzi). Proprio tramite il suo lavoro farà una nuova conoscenza che la porterà a cambiare e a rivedere la sua vita e il suo futuro.

Prima di iniziare a parlare del libro faccio due premesse:

1. Il peso specifico dell’amore è il primo romanzo che leggo di Federica Bosco
2. Sinceramente parlando, ho iniziato a leggerlo con qualche pregiudizio.
 Leggendo la sinossi, pensavo di trovarmi davanti al solito romanzetto rosa: lei in crisi, stanca della relazione con il fidanzato, incontra il macho di turno, lei si innamora, lui si innamora, amore per sempre.
No, non è affatto così!
La caratteristica migliore del romanzo è proprio questa: niente è come sembra, non va mai come credi possa andare. Durante la lettura, in più di qualche momento, ci si ritrova a pensare “ah, tanto adesso succede questo, sicuro”…e invece no! Succede proprio qualcosa che non avresti mai creduto.
La protagonista de Il peso specifico dell’amore è Francesca, una donna che, dopo una lunga relazione, si rende conto che l’uomo che le sta accanto non può essere l’uomo della sua vita. Cosa succede quando ci si rendo conto di non amare più una persona e di provare solo affetto per questa? Si ha paura, e non solo perché si potrebbe ferire e fare soffrire questa persona, ma perché noi stessi potremmo provare dolore.
Dalle prime pagine del libro, dal monologo iniziale di Francesca, entriamo in contatto con lei, l’uso della prima persona sicuramente aiuta in questo, ma quando esprime tutte le sue paure, i suoi dubbi, le sensazioni, è inevitabile fare dei paragoni con noi stesse.
 
 
Faccio una piccola digressione per spiegare il motivo per cui ho apprezzato la protagonista de Il peso specifico dell’amore. Prendo come esempio due personaggi femminili che potrebbero in qualche modo ricordarla, Carrie di Sex & the City, il telefilm, e Becky della serie I love shopping di Sophie Kinsella. Quante volte, almeno una volta, ci siamo immedesimate in loro? Eppure, non so voi ma per me è così, non è mai stata un’immedesimazione al 100%, questo per un fatto: la loro distanza. Entrambe vivono nel loro mondo, così diverso dalla realtà di tutti i giorni. Invece Francesca è una di noi, potremmo essere noi stesse, oppure la nostra migliore amica, la compagna di università, la cassiera del supermercato o la nostra parrucchiera.
Francesca ormai è abituata alla presenza di Edoardo nella sua vita, hanno i loro orari, le loro tradizioni, come è normale che succeda tra una coppia da tempo consolidata.
 

“Fino a quando l’abitudine supera il peso specifico dell’amore e allora ti rendi conto che l’unica cosa che ancora puoi salvare…sei tu”

Esprimere il cambiamento dei suoi sentimenti, significherebbe abbandonare tutto questo.
 
Comincia però stare veramente stretta in questa relazione. Non perché Edoardo sia una cattiva persona…tutt’altro! E’ troppo buono, troppo accomodante, troppo silenzioso, lascia sempre decidere tutto a Francesca, cosa mangiare, cosa fare, dove andare. E sebbene all’inizio potrebbero sembrare le qualità dell’uomo perfetto, con il tempo possono portare a logorare il rapporto. Francesca si rende conto di aver bisogno di un uomo che sappia quello che vuole, sicuro di sé, che prenda delle decisioni, che non si lasci scorrere addosso tutto quello che gli succede solo perché litigare è brutto. E, cosa da non sottovalutare, Francesca ha bisogno di sesso!
Non ricorda nemmeno l’ultima volta che lo hanno fatto e in questo modo il rapporto con Edoardo è pari a quello che potrebbe avere con un  fratello, o addirittura come quello di una madre con il figlio. Tra le altre cose, Edoardo, essendo figlio unico e avendo una madre molto particolare, arcigna, è il classico mammone, che ha timore della propria madre e allo stesso tempo ne è succube, tanto da risultare quasi un bambolotto.
 
Così, non riuscendo a dormire, Francesca si ritrova ogni notte in cucina, a cucinare dolci! Che puntualmente non mangerà, perché li odia!
 
L‘unica certezza nella sua vita è il suo lavoro alla Bigazzi Edizioni. Francesca è un’editor, una vera professionista…piuttosto sfruttata dal suo capo! E’ proprio a Mr Big che viene in mente l’idea che, secondo lui, dovrà risollevare le sorti della casa editrice: vincere il premio Strega! E ha il colpo del secolo, riesce ad ingaggiare lo scrittore del momento: Leonardo Calamandrei. Il libro designato al premio non c’è, deve essere scritto! Bigazzi affiancherà Francesca allo scrittore.
Che tipo è Leonardo? Se lo dovessi descrivere in tutta sincerità molto probabilmente sarai bannata immediatamente da Google all’istante. Per questo e per non spoilerare la storia, mi limiterò a dire che Leonardo Calamandrei è lo scrittore del momento sempre attorniato dalle sue lettrici, perennemente in ritardo, vive alla giornata, senza mai preoccuparsi di niente, soprattutto delle persone che lavorano per lui. Eppure è proprio grazie a lui, a quest’uomo così arrogante e dalla faccia tosta, che Francesca saprà guardare dentro di lei…
 
“Ci guardiamo negli occhi per un lungo attimo e avverto di nuovo la sensazione sgradevolissima che riesca a leggermi dentro, non perché sia particolarmente empatico, ma solo perché la sua forte componente istintiva mi stana come un cane da caccia farebbe con una volpe ferita”
 
 
 
Francesca non è sola ad affrontare tutto questo.
Con lei ci sono i suoi due migliori amici: Paola e Alessandro.
Paola, migliore amica nonché collega, ha una forte personalità, è l’unica che riesce a tener testa a Bigazzi, è sincera, non riesce a tenersi le cose per sé, ma vive un dramma, uno dei più terribili per una donna. Il suo ex marito la perseguita, non accetta la separazione, la segue, la intimorisce fino a quando una sera succede l’inevitabile. Nonostante questo, soprattutto grazie alla forte amicizia che le lega, Paola saprà risollevarsi.
E per la serie non c’è 2 senza 3, anche per Alessandro non si rivelerà essere un momento piacevole. Tipico ragazzo donnaiolo, finisce per innamorarsi seriamente ma forse, per la prima volta, sarà lui a dover soffrire. Un bel trio tragi-comico insomma.
 
Un’altra grande parte importante per Francesca, è sicuramente il rapporto con la madre, la quale, dopo una brutta separazione, si ritrova a vivere un periodo di forte depressione. Si trova infatti in una clinica e per Francesca, ogni volta che la va a trovare, sempre lo stesso giorno della settimana e alla stessa ora per non crearle scompensi, è una gran sofferenza. La zia di Francesca, sorella della madre, si intromette tra loro, ma sarà proprio l’avversione che hanno entrambe per lei a farle riavvicinare e a creare la complicità che non c’è mai stata tra loro. Inoltre Francesca verrà a scoprire il vero motivo della depressione della madre, che la sconvolgerà e le darà la spinta finale per riuscire a capire che cos’è veramente l’Amore, quello con la A maiuscola. Galeotto fu il libro, in questo caso “Cent’anni di solitudine“, di Marquez, che avrà un ruolo determinante.
 
C’è una parte però che ho apprezzato un po’ meno: il finale. Non mi riferisco al lieto fine, in un libro del genere è giusto che ci sia ma, non volendo svelare troppi particolari, dico solo che l’ho trovato un po’ troppo finto rispetto al resto del libro. Troppo in stile favola…alla “famigliola del mulino bianco”.
Interessante invece l’ambientazione: la casa editrice. Chi ama la lettura, troverà sicuramente affascinante tale scelta che apre il sipario sulla nascita di un libro, il lavoro che c’è dietro: non solo le idee dello scrittore, ma anche e soprattutto l’impegno fondamentale degli editor, molto spesso poco considerati. Sottile ma non così velata, la critica al mondo dell’editoria in cui l’importante è la forma, la popolarità dello scrittore, piuttosto che i contenuti.
Federica Bosco riesce ad affrontare con leggerezza un momento profondo che tutti, prima o poi, siamo chiamati ad affrontare, quello dell’abbandono.
Il peso specifico dell’amore, è una commedia brillante ma non banale, che lascia spazio alla riflessione.
Il libro è scorrevole, molti sono i momenti divertenti ed è soprattutto avvincente. E’ uno di quei libri che ti ritrovi a leggere appena hai un momento libero perché vuoi (devi) sapere come va a finire.

 
 

Gioia

L’autrice. Federica Bosco è scrittrice e sceneggiatrice. Ha al suo attivo una ricchissima produzione di bestseller, da Mi piaci da morire a S.O.S. Amore, al più recente Un Amore di Angelo. Con Mondadori ha pubblicato Pazze di me (2012), della cui versione cinematografica, per la regia di Fausto Brizzi, è co-sceneggiatrice, Non tutti gli uomini vengono per nuocere (2013) e Sms (2014).
Avete letto il libro?
Quale altro libro mi consigliereste dell’autrice?

 

2 Risposte a “Il peso specifico dell’amore di Federica Bosco”

    1. Si, questo lo consiglio! Certo, non siamo davanti ad un capolavoro, ma è molto piacevole da leggere!!

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