La vita in ogni respiro di Blanca Busquets

Traduzione: Giuseppe Tavani
Editore: Edizioni Piemme
Data di pubblicazione: 2 settembre 2015
Pagine: 238
Ebook: 8,99 €
Prezzo di copertina: 14,90 €
Barcellona, anni ’60. Teresa è solo una bambina quando trova, abbandonato in un cassonetto, un violino. Non è un violino come tutti gli altri, è magico: perché sembra quasi luccicare al sole, e tutte le cose che luccicano, lei lo sa con certezza, sono cose magiche. Quello che Teresa non sa è che, da quel momento, il suo destino cambierà. Perché il vilino le spalancherà le porte di un’altra magia: la musica.
Belino, oggi. Sono passati dieci anni dalla morte di Karl T., grandissimo direttore d’orchestra: per l’occasione tre grandi musiciste si esibiranno per ricordarlo. Sono le tre donne che Karl ha amato di più in tutta la sua vita: Maria, Anna e Teresa. Tre donne che hanno intessuto negli anni rapporti diversi e intensissimi con Karl, si tempi in cui la sua casa di Barcellona era aperta a tutti e, sempre, inondata di musica, a scandire i loro respiri. Tre donne unite dall’amore per lui, e da un oggetto molto prezioso, passato di mano in mano e di vita in vita, attraversando e incrociando i destini di ciascuna. Quel violino, che stasera, la sera della celebrazione, dopo molti anni ricomparirà – a chiudere magicamente, sulle note di Bach, il cerchio dei ricordi e delle storie passate.
RECENSIONE
Parto col dire che ho deciso di leggere La vita in ogni respiro, come spesso mi capita, poiché sono rimasta affascinata dalla copertina. Non sapevo nulla della trama né dello stile e della vita dell’autrice.
La vita in ogni respiro è la storia di tre donne: Maria, Anna e Teresa. Le loro vite e i loro destini sono innegabilmente intrecciati ad un uomo, Karl T., e ad uno strumento magico, un violino.
Karl T. è un famosissimo direttore d’orchestra che vive nella sua casa di Barcellona con la domestica Maria. In lei Karl nota subito una grandissima propensione per l’arte e per la musica. E decide di insegnarle, nonostante la sua condizione sociale, a suonare il violino.
Teresa invece è una bambina dolce e comprensiva. Sua madre non può permettersi nulla, se non un pezzo di pane a cena per la sua piccola bambina. Mentre sono alla discarica però Teresa nota tra gli scarti un violino…e se ne innamora profondamente! La musica diventa per Teresa l’arma di riscatto sociale e morale.
Allora chiuse un occhio e con l’altro sbirciò dentro la effe; io non le vedevo gli occhi ma le vedevo le labbra che si muovevano come se parlassero, ma non palavano, si muovevano soltanto, come se stesse leggendo quel che c’era scritto dentro, e che io ancora non avevo capito, ma ora so quel che vuol dire: che quel violino era uno Stainer del 1672, uno Stainer, e ancora non mi rendo conto di come abbia potuto farne a meno come poi ho fatto. Bé, in quel momento, per me ero lo stesso che il violino fosse uno Stainer o un Saturnino. Poi vidi gli occhi della maestra quando fece un fischio e mi guardò di nuovo un po’ alterata in viso. Aveva cambiato espressione quando mi disse, non darlo a nessuno, d’accordo. Accennai di si con la testa, ma in verità non c’era bisogno che me lo dicesse, perché non avrei dati a nessuno il mio strumento, e non perché fosse uno Stainer ma perché era un violino e suonava.

Anna è una bambina difficile. I genitori non le danno l’amore che vorrebbe. Chiede a tutti quelli che la circondano un amore incondizionato, l’affetto che le è sempre mancato. Ma tutti l’abbandonano, ostacolandola e odiandola.
Non sapevo come dire che a tredici anni, quando ormai lo sguardo non mi si soffermava più sul parco, quando non avevo più l’irrefrenabile desiderio di mettermi a giocare con quei bambini, avevo scoperto che uno strumento, un violino, era l’unica cosa che avessi, l’unica cosa che in tutta la mia vita fosse stata veramente mia.
Gli anni passano: Anna e Teresa crescono, le loro vite prendono svolte inaspettate. Le due giovani donne si incontrano, si conoscono, si amano e poi si odiano.
Ma tutti gli avvenimenti, tutti gli amori ruotano intorno all’imponente e misteriosa figura di Karl. Maria, Anna e Teresa infatti sono le tre donne che Karl ha amato veramente e profondamente, ognuno in modo diverso.
La musica, che trova il suo simbolo nel violino magico, è la parte portante del romanzo. Tutti i personaggi fanno parte di questo mondo, i loro destini convergono tutti verso la stessa direzione.
La storia si snoda in diversi anni: assistiamo alla crescita dei protagonisti. Ognuno ha atteggiamenti, pensieri e comportamenti che lo caratterizzano e che lo rendono riconoscibile pagina dopo pagina. Tutti trasmettono al lettore una certa emozione.
Il personaggio che ho trovato più affascinante è sicuramente quello di Anna. Anna è la più debole del “gruppo”, quella che, per tenere vicino a sé i suoi affetti, inventa e mette in atto “piani” terribili e drammatici, per provocare dolore e sensi di colpa.
Anche l’amore è un tema che ricorre spesso tra le pagine del libro. Tutte le vicende che si svolgono portano inevitabilmente a relazioni che mostrano i reali sentimenti di chi è coinvolto.
L’ambientazione scelta di sposa egregiamente con la storia narrata. I fatti avvengono tra Barcellona e Berlino. In una Berlino che vede la nascita e la successiva distruzione del terribile muro che divide la città in Est ed Ovest.
Andiamo, disse. E tutto quel dolore che portava, fisso, tra le sopracciglia, sembrò attenuarsi e far brillare, per qualche ora, una luce che le illuminava la fronte, la luce che veniva dal varco appena aperto nel nostro muro eterno. Non cercai di persuaderla, capii che aveva bisogno di viverlo, quel momento, che non voleva lasciare questo mondo senza sapere che cosa c’era dall’altra parte.
La narrazione di La vita in ogni respiro non è in ordine cronologico, spesso i ricordi riaffiorano attraverso feedback che aiutano il lettore a capire perché quel personaggio ha reagito in quel modo, o si è comportato in quella determinata maniera. I pensieri, le paure, le insicurezze, la passione e tutta la parte interiore trovano largo spazio tra i capitoli.
Lo stile semplice, senza veri dialoghi, i capitoli brevi rendono il romanzo scorrevole e veloce da leggere.
La parte finale è la cosa che mi ha lasciata un po’ perplessa. Il vero amore trionfa, anche dopo anni, dolori e abbandoni, ma non si conclude la storia di ogni personaggio, lasciando così un finale aperto, libero, lasciando correre la fantasia del lettore.
Consiglio La vita in ogni respiro? Si. Credo che, nonostante non sia un romanzo che lascia il segno, sia comunque una lettura gradevole e avvincente.
E voi lo avete letto? Cosa ne pensate?
Buona lettura!
L’autrice. Blanca Busquets è nata a Barcellona nel 1961 ed è tra le maggiori autrici catalane. Ha ricevuto nel 2011 il prestigioso Premio Llibreter per l’acclamato romanzo L’ultima neve di primavera (Piemme, 2013).
Appassionata di musica classica, ha lavorato a lungo per la radio e per il teatro.