Le anime bianche di Frances Hodgson Burnett

 
 
 
Titolo originale: The White People
Traduzione: Annarita Tranfici
Editore: Panesi Edizioni
Genere: Classici
Collana: Eris
Numero di pagine: 79
 
Data di pubblicazione: 23 dicembre 2015il romanzo è da poco disponibile anche in versione cartacea. Gli interessati possono farne richiesta direttamente alla casa editrice (a questa pagina: http://panesiedizioni.it/i-nostri-ebook/i-nostri-cartacei/) al costo di 8 euro, spedizione inclusa.
 
Sinossi: Ysobel è una ragazzina timida e minuta che non ha mai conosciuto i genitori e vive, assieme ai tutori Jean Braidfute e Angus Macayre, in un castello dall’aspetto austero immerso nella desolata brughiera scozzese. Fin dall’infanzia, la bambina mostra di essere dotata di un particolare “dono” che la rende diversa da tutti gli altri bambini; ella ha il “potere di vedere oltre le cose” e di entrare in contatto con le anime dei defunti, ormai libere dalle sofferenze e dalle paure dell’esistenza. “Le anime bianche” (“The White People” nella versione originale) è un romanzo breve in cui la celebre autrice dei ben più conosciuti “Il piccolo Lord” (1886) e “Il giardino segreto” (1911) presenta, attraverso gli occhi della propria protagonista, le sue personali considerazioni circa ciò che attende l’uomo dopo la morte. Si tratta di un racconto carico di motivi gotici, di verità e saggezza, in cui emergono non soltanto il talento narrativo dell’autrice ma anche alcuni dettagli che rimandano al personale rapporto con il suo primogenito e con la religione.
 
 
 
RECENSIONE
 
“Le anime bianche” è il primo libro della Burnett che leggo. Ebbene si, grandi classici come “Il piccolo Lord” e “Il giardino segreto” non fanno parte dei libri che ho già letto. Per questo ringrazio la traduttrice Annarita Tranfici per averci contattate e averci dato l’opportunità di scoprire questa scrittrice.
 
Sinossi, ambientazione e copertina sono i tre elementi che mi hanno convinta a leggere il romanzo.
La protagonista è la piccola Ysobel che vive, insieme a due tutori in un castello scozzese nella brughiera, ambientazione che rende davvero suggestiva la storia che viene raccontata. Ysobel è molto particolare, il luogo dove vive è isolato eppure non si dispiace per la sua condizione, tutt’altro, ama il luogo in cui vive. A farle compagnia i libri, i due tutori e alcune persone speciali che a volte incontra, coloro che lei chiama le “anime bianche”, perché c’è qualche cosa in loro che le differenzia dagli altri. Ysobel non lo sa, ma sono anime di persone defunte.
E’ questo il dono che rende veramente speciale la giovane protagonista di questo romanzo. Nessuno è in grado di vedere queste persone particolari se non lei, con la sua dolcezza e sensibilità. Il libro narra, in prima persona, la presa di coscienza da parte di Ysobel del suo dono.  Una figura sarà essenziale per questo scopo: Hector McNairn. Ysobel amava leggere e McNairn era per lei uno scrittore ed un uomo perfetto. Il legame tra i due non è la solita storia d’amore che viene narrata, non esistono etichette per descrivere il loro legame. Non sono amici, non sono amanti, non sono una coppia così come viene intesa comunemente, ciò che li unisce è qualcosa che va oltre tutto ciò, oltre l’intelletto.
 
 
Il tema che fa da sfondo al romanzo non è proprio semplice da affrontare. Si parla essenzialmente della morte, o meglio, del rapporto che può esserci tra il mondo dei vivi e l’aldilà. La scrittrice, dopo aver subìto la perdita del figlio, morto di tubercolosi, tenta di darsi delle risposte su cosa ci sia dopo e solo l’innocenza degli occhi di Ysobel sembra raggiungere questa possibile verità.
Nonostante quindi l’argomento su cui si fonda il romanzo non sia facile, l’autrice ci accompagna con delicatezza durante tutto il romanzo.
 
Il libro può essere considerato un racconto, la lunghezza è di poco meno 80 pagine.
Non ci sono grandi colpi di scena, se non il finale che sorprende ed emoziona allo stesso tempo. La sinossi stessa ci svela il segreto di Ysobel  per questo può risultare un po’ lento e poco coinvolgente. Non considero però questo aspetto del tutto un difetto, fosse stato un libro di 300/400 pagine allora lo potrei considerare tale.

Un sogno, è questa la sensazione che ho avuto leggendo il romanzo. La nebbia che avvolge la brughiera crea un’ambientazione quasi onirica e la brevità del romanzo sicuramente contribuisce a questa sensazione.
Consiglio Le anime bianche a chi, come me, ama i classici, ma anche a chi vorrebbe leggerne di più, questo potrebbe essere il libro giusto per iniziare a farlo!

Gioia
Biografia della traduttrice: Annarita Tranfici. “Napoletana di nascita, Londinese d’adozione, sono laureata in Lingue e letterature moderne. Lavoro come editor e traduttrice freelance, in particolar modo di testi letterari. Collaboro in veste di copywriter a vari magazine online e nel tempo libero mi dedico ad attività di blogging e alla stesura di romanzi e racconti brevi”