L’ultima settimana di settembre di Lorenzo Licalzi

 
 
Editore: Rizzoli
Data di pubblicazione: 28 agosto 2015
Pagine: 300
Ebook: 9.99€
Prezzo copertina: 15.30€
 
 
 
Pietro Rinaldi ha ottant’anni e vuole essere lasciato in pace. Ormai è convinto che la sua vita sia arrivata al capolinea. E, mentre mangia penne all’arrabbiata, riflette su quanto i libri siano meglio delle persone. Se già fatica a sopportare sé stesso, figuriamoci gli altri! Non ha proprio intenzione di avere a che fare con l’umanità. Fino a quando, un giorno, nel suo mondo irrompe Diego, il nipotino quindicenne. Lui ha l’entusiasmo degli adolescenti e la forza di chi non si lascia abbattere dagli eventi, neanche da quelli più terribili, e non ha paura di zittire i malumori del nonno. Da Genova partono in direzione di Roma, a bordo di una Citren DS Pallas decappottabile su cui sembra di volare. Sul sedile posteriore c’è Sid, l’enorme incrocio tra un San Bernardo e un Terranova – vera e propria calamità. Ed è così che un viaggio di sola andata si trasforma in un’avventura on the road, piena di deviazioni e ripensamenti, vecchi amori e nuove gioie. Perché è proprio quando credi di aver visto tutto che scopri quanto la vita riesca ancora a sorprenderti.
 
RECENSIONE
 
Se siete alla ricerca di una lettura che vi trascini con sé all’interno di un lungo viaggio attraverso le emozioni, L’ultima settimana di Settembre il romanzo che fa per voi. Pietro Rinaldi, ex scrittore ottantenne dal caratttere burbero, è stanco della propria vita ed è convinto che non può più fare nulla per “lasciare un segno”. 
Ha preso quindi una drammatica decisione: quella di farla finita. La sua “ferma” convinzione trova ampio spazio nella parte iniziale del romanzo in un lungo monologo (a tratti quasi divertente ed ironico). Volente o nolente, descrive tutte le varie situazioni che potrebbero fare al caso suo, senza trovare però, anche in una situazione drammatica come questa, la giusta “uscita di scena”.

 

Ma il suo progetto viene drasticamente sconvolto quando, a causa di situazioni inaspettate, nella vita di Pietro entra in punta di piedi Diego, il suo unico nipote.
I due si troveranno a condividere il viaggio che da Genova li porterà a Roma, verso una nuova esistenza, a bordo dell’affascinante Citroen decappotabile, ricordo di viaggi mitici fantastici.
Le personalità ed i caratteri dei due protagonisti si scontrano in continuazione dando vita a scene bizzarre, attraverso un viaggio di riscoperta di sé stessi e dei propri sentimenti.
La vite di Pietro e Diego verranno sconvolte dalle continue deviazioni e destinazioni a cui questo viaggio li porterà, attraverso ricordi, amori, affetti sopiti e esuberanti nuove conoscenze.
Pietro, dal carattere estremamente scontroso, scoprirà quali sono i suoi limiti, le sue paure e le sue insicurezze. E proprio grazie all’entusiasmo di Diego, tipico dell’adolescenza, riuscirà a rinascere, scoprendo che la curiosità e l’intraprendenza non muoiono con l’avanzare dell’età.
 
È un errore che facciamo tutti, sempre, sputiamo sentenze sugli altri o sulle loro vicende personali. Avendo in mano niente, solo sentito dire, la nostra soggettività. E vaghe idee sull’accaduto o sul perché quel tale, amico conoscente o estraneo che sia cambia poco, si è comportato in un certo modo. I giudici, per condannare qualcuno, cercano indizi, raccolgono prove. ascoltano testimoni. Hanno bisogno di tre gradi di giudizio, e noi, ogni giorno, solo perché ci facciamo condizionare dalle apparenze, se non in qualche caso, addirittura dal nostro livore o dall’invidia emettiamo condanne, certe volte a vita. Per la felicità degli altri è lo stesso. Se c’è una cosa di cui mi sono reso conto con gli anni è che ogni vita, anche quella che ci sembra la più fortunata, ha il suo rovescio della medaglia, la sua pena. Una pena individuale, intima, certe volte, che magari per noi avrebbe lo stesso valore di un sonaglino a vent’anni. Ma quel che conta è come uno la vive, questa pena, non come la vivremmo noi al suo posto.
 
 
L’ultima settimana di settembre è un romanzo ricco di sentimenti, un viaggio attraverso le emozioni più vere e sincere, quelle che vanno vissute con coraggio e determinazione.
Ogni personaggio, ogni situazione vissuta, ogni ricordo, lasciano al lettore una speranza, un sentimento fatto di commozione.
I personaggi incarnano perfettamente la società in cui viviamo. Rendono così il romanzo estremamente veritiero e attuale. Non è difficile identificarsi in un ricordo o in un lato del carattere dei protagonisti. Ognuno di noi si è trovato in difficoltà, ognuno di noi ha avuto una devastante sensazione di perdita che trova conforto soltanto in chi sa realmente capirci e sostenerci.
La lettura scorre piacevolmente fino all’ultima pagina, regalando momenti di pura commozione.
Lo consiglio? Assolutamente si. Un racconto reale sulla difficoltà dei rapporti umani che porta alla rinascita e alla riscoperta di sé stessi.
 
Avete letto L’ultima settimana di Settembre? Cosa ne pensate?
Buona lettura!
 
Debora
 
 
L’autore.
Lorenzo Licalzi è nato a Genova e vive a Pieve Ligure. Di formazione psicologo, ha esordito con il romanzo Io no, da cui è stato tratto il film di Simona Izzo e Ricky Tognazzi. Successivamente ha pubblicato Non so, Il privilegio di essere guru (Premio Selezione Bancarella 2005). Che cosa ti aspetti da me, Vorrei che fosse lei, 7 uomini d’oro (Premio Selezione Bancarella 2009), La vita che volevo e Un lungo fortissimo abbraccio.
 

 

2 Risposte a “L’ultima settimana di settembre di Lorenzo Licalzi”

  1. Ciao! A giudicare da tutto quello che hai scritto, sembra proprio un ottimo romanzo… che non conoscevo, grazie! Temo di essere un po' sensibile per la tematica "nonni/nipoti", ma mi sembra che questo libro meriti comunque un tentativo di lettura.
    A presto 🙂

    1. Ciao Silvia!
      Devi dire questa tematica tocca molto anche me…mi sono emozionata più volte nel corso del libro e credo che un libro serva anche a questo: rispecchiarsi nelle situazioni, immergersi e commuoversi. 🙂 Te lo consiglio davvero.
      A presto! 🙂

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