L’uomo che metteva in ordine il mondo – Fredrik Backman

 

Editore: Mondadori, 2014
Pagine: 321

Trama.

Ove ha 59 anni. Guida una Saab. La gente lo chiama “un vicino amaro come una medicina”. In effetti lui ce l’ha un po’ con tutti nel quartiere. Con chi parcheggia l’auto fuori dagli spazi appositi, con chi sbaglia a fare la differenziata, con la tizia che gira con i tacchi alti e un ridicolo cagnolino al guinzaglio, con il gatto spelacchiato che continua a fare la pipì davanti a casa sua. Ogni mattina alle 6.30 Ove si alza e, dopo aver controllato che i termosifoni non stiano sprecando calore, va a fare la sua ispezione poliziesca nel quartiere. Ogni giorno si assicura che le regole siano rispettate. Eppure qualcosa nella sua vita sembra sfuggire all’ordine, non trovare il posto giusto. Il senso del mondo finisce per perdersi in una caotica imprevedibilità. Così Ove decide di farla finita. Ha preparato tutto nei minimi dettagli: ha chiuso l’acqua e la luce, ha pagato le bollette, ha sistemato lo sgabello. Ma anche in Svezia accadono gli imprevisti che mandano a monte i piani. In questo caso è l’arrivo di una nuova famiglia di vicini che piomba nel quartiere. Cassette della posta divelte in retromarce maldestre, bambine che suonano il campanello offrendo piatti di couscous appena fatti, ragazzini che inopportunamente decidono di affezionarsi a lui. Ove deve riconsiderare tutti i suoi progetti. E forse questa vita imperfetta, caotica, ingiusta potrebbe iniziare a sembrargli non così male.
 
 

Recensione

 
Vorrei iniziare la settimana con un libro che ho letto un paio di mesi fa: L’uomo che metteva in ordine il mondo.
Il libro mi è stato consigliato da mia sorella. Non conoscevo né il libro né l’autore, il che è avvenuto in maniera alquanto strana. Proprio la sera mi sono ritrovata a parlare con degli amici su alcune questioni piuttosto delicate: il suicidio e le persone che decidono di togliersi la vita. E proprio il giorno dopo mia sorella, inconsapevole della discussione della sera prima mi consiglia questa lettura. Visto l’entusiasmo con il quale me ne ha parlato, ho deciso subito di leggerlo ed ho capito il perché.

 
Durante la lettura del libro, Ove, il protagonista mi ha fatto tornare in mente due personaggi. Leggendo le prime pagine ho pensato a Scrooge, noto personaggio di Dickens del romanzo breve Canto di Natale. Entrambi hanno un aspetto burbero, danno poca confidenza e non danno importanza all’aspetto sentimentale della vita.
 
 
Sfogliando le pagine però si capisce la differenza sostanziale tra i due. I tratti caratteristici di Ebenezer sono l’avarizia e l’egoismo mentre Ove, all’apparenza può si sembrare così. In realtà dietro a questa maschera si nasconde un uomo buono, altruista, sempre pronto ad aiutare e a dimostrarsi utile, a tratti perfino ingenuo tanto da passare per ladro e non reagire, pur di non affrontare la gente, quella gente tanto diversa da lui. Ove è un cinquantanovenne che si ritrova in quel momento della vita in cui “ci si rende conto di avere raggiunto l’età in cui c’è da guardare più indietro che avanti”. Dopo il prepensionamento si ritrova a fare il punto della situazione sulla sua vita e arriva a pensare che lui non ha più nessuno scopo. Non è più utile a questo mondo, dopotutto ha perso da soli 6 mesi Sonja, la donna della sua vita. Si sono incontrati per caso ed è stato amore a prima vista per tutti e due. Ed è qui che mi è tornata in mente la seconda persona: il signor Fredricksen del film Disney Up! Anche lui, personaggio particolare, con un bel carattere. Una storia d’amore che ha portato luce nella sua vita, difficoltà che hanno superato insieme, la vicinanza e il sostegno alla moglie fino al termine della malattia e alla fine una perdita che lo hanno inevitabilmente cambiato.
 
 
Lo stile del libro può essere definito come un tragi-ironico. L’argomento viene trattato con serietà ma, allo stesso tempo, con un pizzico di umorismo e di ironia. In più di qualche momento non può non uscire qualche sorriso! Ho inizialmente trovato la prima metà, un po’ noiosa e monotona, forse perché i ricordi e le “lamentele” di Ove, risultano essere a volte ripetitive. Analizzando il libro nel complesso però, sono arrivata alla conclusione che grazie alla prima parte conosciamo ed apprezziamo meglio il protagonista e la sua decisione. Grazie ai flashback che vengono presentati all’interno del libro veniamo a conoscenza del percorso difficile che ha dovuto affrontare nell’arco di tutta la sua vita, fin da adolescente. Si passa quindi dal non valutarlo positivamente all’inizio fino a volergli bene e a sperare che qualcosa o qualcuno arrivi per bloccarlo durante tutti i suoi tentativi di togliersi la vita.
E puntualmente questo qualcuno arriva, la famiglia di Parvaneh ne è infatti responsabile la maggior parte delle volte. In lei piano piano inizia a vedere la figlia che sognava, e in “3 anni” e “7 anni”, come le chiama lui, le nipoti che non ha mai avuto e che, giorno dopo giorno, risultando irriverenti e quasi fastidiose agli occhi di Ove, riescono però a portare di nuovo un raggio di sole nella sua quotidianità.
Alla fine, lo confesso, il libro è talmente coinvolgente che mi sono commossa (e raramente mi succede!).
 
 
 
 
L’uomo che metteva in ordine il mondo fa riflettere: non bisogna mai giudicare dalle apparenze. A volte dietro ad un carattere scortese e scostante può nascondersi una persona fragile che ha alzato un muro di fronte alle difficoltà che la vita ha voluto mettergli davanti. Nel caso opposto, le stesse persone dovrebbero continuare a sperare che qualcuno possa entrare all’improvviso nelle loro vite, tendere la mano, senza doppi fini, ma solo perché hanno saputo vedere oltre il muro.
 
 
L’autore.
 
Fredrik Backman è un giornalista e blogger di enorme successo. Il protagonista di questo romanzo nasce nelle pagine del suo blog dove migliaia di lettori l’hanno amato, al punto di chiedere al suo autore di trasformarlo in un personaggio di romanzo. Tradotto in più di trentadue paesi, L’uomo che metteva in ordine il mondo è il libro più amato di Svezia negli ultimi anni.
 

Gioia

 

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