Minchiate di Fabrizio De Sanctis

 
Editore: PSEditore
Data di pubblicazione: 19 ottobre 2016
Pagine: 587
Prezzo cartaceo: 16.90€
Sinossi.
Un misterioso truffatore, dotato di poteri paranormali, si firma con vecchie filastrocche per bambini. Un assassino che odia gli operatori dell’occulto, li uccide in serie; per ogni omicidio una tratta da un antico mazzo simile ai Tarocchi: le Minchiate Fiorentine.
Le strade del truffatore e dell’assassino finiscono per incrociarsi e il commissario Siciliano della questura di Firenze dovrà fare una scelta difficile.
Perché non c’è niente di più pericoloso di un soggetto in possesso di vere doti paranormali: sono loro a dare credibilità ai tanti ciarlatani che si approfittano della dabbenaggine altrui.
Recensione
1932. Vienna. C’è un uomo, strano e bizzarro a detta di molti, che riesce a prevedere gli eventi futuri e rievocare quelli passati che coinvolgono colui che vi si rivolge.
Wolf Messing, detto il Telèpata, possiede doti paranormali che gli permettono addirittura di prevedere la caduta della Germania.
“Trucchi. Prestidigitazione.” afferma lo scettico Albert Einstein, “Ciarlatano” a detta di altri.
Tutti però si ricredono quando le sue previsioni risultano vere.
Così come Messing, c’è un uomo, ai giorni nostri, che si aggira tra le vie di Firenze, un truffatore che usa le sue doti paranormali per i propri fini personali. Quello che lo contraddistingue, la sua firma, sono delle vecchie filastrocche per bambini.
La strada del misterioso truffatore si incrocia con quella di un terribile assassino che sta terrorizzando gli operatori che lavorano nel mondo dell’occulto, cartomanti, veggenti e così via. L’assassino infatti crede che le persone dotate di queste doti non siano altro che scialbi ciarlatani, pronti ad illudere le speranze di persone che cercano ancora un disperato contatto con l’aldilà, nella struggente voglia di udire, un’ultima volta, il defunto parente.

Anche l’assassino ha una propria firma che lo contraddistingue dai suoi macabri colleghi: su ogni cadavere viene trovata una carta, molto simile ai Tarocchi, che fa parte di un antico mazzo di Minchiate Fiorentine.
Le indagini, affidate al commissario Siciliano aiutato dagli agenti Salvatore Calandra e Clarice Alessi, sembra subito molto complesse: l’assassino infatti è molto oculato, non lascia mai tracce evidenti, non si scopre mai. Alcuni capitoli inoltre sono raccontati dal suo punto di vista, portando il lettore a conoscenza della sua psicologia, scorgendo, come lampi che subito scompaiono, tratti di dubbiosa umanità.
[…] E incredibilmente, nell’ultimo istante che precedette l’inizio della performance, fu aggredito dalla sensazione di capire come e perché sua madre fosse caduta in quella rete. Provò egli stesso il bisogno irrazionale di sapere cosa ci attende al di là della morte. Intuì che ognuno di noi, anche chi è all’apparenza più pragmatico e più lontano dalle tentazione del soprannaturale, in una certa fase della propria vita finisce per porsi la domanda finale, quella che chiede di conoscere se davvero tutto si conclude oppure qualcosa di noi – si chiami anima, spirito, entità, fantasma – sopravvive.
E di quella intuizione si nutrì l’odio che già provava per individui come Quagliarella, spregiudicati sfruttatori del sogno di un aldilà che, per come essi lo descrivano, è buono per tutte le religioni, perché non ha un Dio, un Allah, un Visnù, o qualunque nome gli uomini, in ogni epoca e a tutte le latitudini, hanno dato al creatore e signore dell’altra dimensione.
Fu quella intuizione di un istante a dargli l’ultima, decisiva conferma che doveva perseverare nell’opera di vendetta che si era assegnato.
L’intelligenza e l’intraprendenza di coloro che si occupano dell indagini però, pagina dopo pagina, li porterà a capire cosa si nasconde dietro ai due misteriosi malfattori anche se, troppo spesso, tutto viene scombinato e mescolato. Niente è come sembra.
Il romanzo, composto da più di 500 pagine, è ricco di avvenimenti e colpi di scena che tengono incollato alle pagine il lettore, curioso di scoprire quale sarà l’epilogo della vicenda.
Tutti i personaggi che compaiono nella storia sono ben descritti, soprattutto sotto il lato psicologico.
Tutte le vicende, narrate a ritmo serrato, sono ambientate nella meravigliosa cornice di Firenze e nelle sue vicinanze.
Nonostante il numero di pagine, la lettura scorre fluida fino alle pagine finali, in un crescendo di pathos e suspance.
Una parte consistente (e, a mio avviso, anche una delle parti più interessanti e originali) è dedicata per l’appunto alle Minchiate Fiorentine (anche dette Gemini), una serie di carte, simili ai Tarocchi, che hanno però sostanziali differenze e che possiedono i più disparati significati.
<<[…] Le Minchiate sono carte che risalgono alla fine del medioevo, qualcuno dice anche prima, nate a Firenze e poi diffuse in altra parti d’Italia e d’Europa. Proprio per la loro origine furono chiamate Minchiate Fiorentine, anche se il loro primo nome fu Gemini. Sono molto simili ai Tarocchi, tanto che c’è chi sostiene che questi siano derivati da loro, ma è un po’ come la storia dell’uovo e della gallina.>>
Ringrazio l’autore, Fabrizio De Sanctis, e la redazione editoriale “In corso d’opera” per avermi dato la possibilità di vivere una coinvolgente quanto bizzarra avventura a contatto con il soprannaturale e il mistero.
Buona lettura!