Quella vita che ci manca non è il primo romanzo di Valentina D’Urbano che leggo. Dopo aver letto qualche tempo fa Il rumore dei tuoi passi ho deciso di intraprendere la letture degli altri suoi due romanzi. Quindi ho deciso di iniziare proprio da Quella vita che ci manca.
Il romanzo è ambientato nel 1991, in una casa di periferia nel quartiere malfamato chiamato Fortezza, in cui la violenza e il degrado la fanno da padrone, così come nel suo primo romanzo.
È una storia di vita familiare un po’ particolare. I quattro fratelli Smeraldo infatti hanno tutti la stessa Mamma ma i padri sono diversi. Nonostante tutte le aspettative, l’aria che si respira in casa Smeraldo è quella di vero amore fraterno. I quattro fratelli sono legati in maniera indissolubile tra di loro e cercano di aiutarsi nei frequenti momenti di difficoltà a cui la vita li sottopone.
Valentino non si innamora di Delia al primo sguardo, o così crede lui. Infatti sarà Delia la chiave che aprirà tutte le porte di Valentino, mettendolo di fronte alle sue paure ed insicurezze.

“Valentino non avrebbe mai voluto lasciarla lì. La sua donna respirava piano, i capelli scomposti sul cuscino, il torace che si dilatava al ritmo del respiro. Lei era la sua casa adesso, la cosa più bella che avesse mai avuto, e gli dormiva tra le braccia, e quella cosa senza nome gli esplodeva nel petto, gli scioglieva i tessuti, diventava la pulsazione placida del sangue nelle vene, e tanto lei dormiva, lei il suo cuore che batteva non poteva sentirlo.”
L’ambientazione della periferia e l’aggressività dei personaggi si amalgamano in maniera perfetta, rendendo il romanzo realistico e mai noioso.
È l’amore però il tema che prevale: l’amore tra un uomo e una donna, l’amore che ti sconvolge e la sofferenza che ne consegue, l’amore senza pregiudizi, ma soprattutto l’amore fraterno.
“Risero. Risate sfiatate, doloranti. Sdraiati vicini sul cemento, gocciolavano sangue e fluidi. E adesso ridere insieme faceva più male che gonfiarsi di botte. Faceva più male perché significava che erano fratelli.Che qualunque cosa fosse successa, loro nel bene e nel male erano legati. Nel bene e nel male sarebbero rimasti insieme.”
I quattro fratelli hanno un legame così forte anche “grazie” alla malattia di Vadim. Vadim è un ventenne con un corpo perfetto, ma con i pensieri e gli atteggiamenti di un dodicenne. Vadim ha bisogno di essere seguito costantemente, fuori e dentro casa. I suoi fratelli, in particolar modo Anna, lo proteggono e lo riempiono di attenzioni, spesso dimenticando sé stessi. I temi affrontati sono forti, incisivi e la narrazione segue a pieno queste caratteristiche.
In linea generale ho apprezzato davvero molto questo romanzo dal finale inaspettato. Però mi sarei aspettata qualcosa in più, qualcosa che si allontanasse un po’ da quello che è il suo primo romanzo.
Per concludere…lo consiglio? Si! Quella vita che ci manca è il libro adatto per chi cerca una lettura appassionante ed impegnativa. Leggerò sicuramente al più presto anche il terzo romanzo della D’Urbano “Aquanera”.
L’autrice.
Valentina D’Urbano ha ottenuto importanti riconoscimenti. E’ pubblicata in Francia e in Germania. Premi vinti con Il rumore dei tuoi passi: Romanzo vincitore del torneo Io Scrittore Prima Edizione Premio città di Penne opera prima Finalista Premio Kihlgren
Finalista Premio Zocca Giovani Premio città di Cuneo – sezione scuole Per
Longanesi Valentina D’Urbano ha pubblicato Il rumore dei tuoi passi e Acquanera.
Debora