Villette di Charlotte Bronte

Anno di pubblicazione: 1853
Edizione: Newton Compton
Collana: Minimammut
Traduzione: Marcella hannau Pavolini
Pagine: 510
 
Pubblicato nel 1853, Villette è l’ultimo romanzo compiuto di Charlotte Bronte, e da taluni considerato il suo vero capolavoro. Un’opera percorsa da una forza strordinaria che si rispecchia nella determinazione della protagonista, la timida Lucy Snowe. Orfana e sola, Lucy ottiene un posto presso un collegio femminile nella città di Villette, doe spera di lasciarsi finalmente alle spalle le difficoltà del passato e iniziare una nuova vita. Ricco di elementi autobiografici, il romanzo ci regala il ritratto di un’eroina estremamente moderna, sensibile e combattiva, animata da una passione travolgente che la rende viva, reale. L’espediente del doppio, la lucidità d’introspezione, le molteplici sfaccettature dei personaggi, il loro modo di evolversi e definirsi gradualmente e con estrema precisione man mano che la vicenda si snoda, rendono Vilette un piccolo gioiello della letteratura ottocentesca.
 
 
RECENSIONE
 
Villette è considerato da molti migliore rispetto a Jane Eyre, il romanzo più conosciuto di Charlotte Bronte.
 
La protagonista di questo romanzo è Lucy Snowe. Ragazza sola, orfana e povera, deciderà di lasciare l’Inghilterra e trasferirsi nel Labassecour e in particolare a Villette (una città fittizia). Qui inizierà per lei una nuova vita. Diventa infatti un’insegnante di inglese nel collegio femminile di Madame Beck, l’autoritaria direttrice con cui Lucy si scontrerà diverse volte. Conosce anche il burbero Monsieur Paul Emanuel, un insegnante, come lei, con il quale instaurerà un rapporto molto particolare.
 
Lucy Snowe, un nome scelto non a caso. Snow, la neve, la protagonista è infatti fredda, cinica o per meglio definirla realista. Ed è proprio così che vediamo il mondo che lei stessa ci descrive attraverso le sue parole.
Sebbene infatti si riferisca direttamente al lettore, non riusciamo mai a capire completamente quello che si cela dietro alle sue sensazioni. I sentimenti che pervadono il romanzo e la vita di Lucy, sono la solitudine ed un grande senso di rassegnazione alla sua condizione.
 
Ma la caratteristica che colpisce della protagonista, e ce la fa amare, è la sua determinazione, il suo forte spirito di indipendenza. Non a caso appena arriva a Villette, riesce immediatamente a trovare un impiego!
Sebbene però la forza e l’intraprendenza riescono a mantenerla dal punto di vista economico e professionale, non si può dire lo stesso dal punto di vista sentimentale e affettivo. Lucy è infatti tormentata da un grande senso di solitudine e queste sensazioni la opprimo vivendo in uno stato di forte depressione che in qualche caso si manifesta anche fisicamente.
 
Villette è l’opera più matura di Charlotte Bronte ed è fortemente autobiografico. La stessa Charlotte ha vissuto un periodo in Belgio come insegnante e per creare Villette si è ispirata infatti a Bruxelles. Il romanzo inoltre viene scritto in un periodo molto particolare che la scrittrice vive: ha perso infatti tutti i suoi cari e la malinconia pervade l’intero romanzo.
 
Anche Lucy è più matura rispetto, ad esempio, a Jane Eyre: è consapevole del suo destino e ne è quasi rassegnata, ed è proprio questo che differenzia fortemente le due protagoniste.
La storia è piuttosto semplice, non ci sono grandi colpi di scena, la protagonista ci accompagna passo dopo passo tra i vari eventi e ci presenta i personaggi che la accompagnano.
A partire dalle due figure maschili che si contrappongono: il dottor Bretton, il “belloccio” di turno, passatemi il termine, in netta contrapposizione con il professor Paul. Il primo noto per il suo altruismo, il secondo per la sua irascibilità e il senso di autorevolezza.
 
A caratterizzare lo stile di scrittura ci sono le innumerevoli descrizioni poetiche e dettagliate che intervallano la narrazione. Ed è proprio questo il motivo per cui preferisco Jane Eyre a Villette.
Se infatti da un lato le descrizioni rappresentano il talento indiscutibile della scrittrice, dall’altro rallentano la lettura. Ed è a questo punto che, secondo me, entra in gioco il gusto personale.
Ho apprezzato sicuramente quegli sprazzi di “noir” e di mistero all’interno della narrazione e la costruzione dei vari personaggi, pochi, rispetto alla mole del romanzo (ha infatti più di 500 pagine), ma sicuramente ben caratterizzati che subiscono delle evoluzioni all’interno del romanzo.
 
Villette è un romanzo che chi ama i classici e, in particolare, i romanzi ottocenteschi non può certamente farsi sfuggire!
 
Gioia
 
 

4 Risposte a “Villette di Charlotte Bronte”

  1. lo sto leggendo ma sono all'inizio!! a me piacciono le sorelle bronte e i classici dell'800 in generale, quindi nutro buone aspettative! Non so se mi piacerà più di Jane Eyre, che ho amato troppo! 🙂

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