Editore: Giovane Holden Edizioni
Data di pubblicazione: ottobre 2018
Pagine: 163
Prezzo di copertina: 14,00 €
Prezzo e-book: 3,49€
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Sinossi.
Alessio ha trent’anni, non ha un impiego fisso, è fidanzato con Federica di cui gli importa molto poco e vive con i genitori e Zed, un bastardino di cinquanta chili a cui piace correre in libertà senza guinzaglio. Anche Alessio vorrebbe spaziare libero, impegnarsi in qualcosa che lo appassiona come la musica e la scrittura, godersi il mare, guidare nella notte, sedersi sulla sua panchina preferita nel parco a comporre canzoni e a fantasticare su una ragazza che spesso passa proprio di lì mentre fa jogging; ma è figlio dei suoi tempi, della crisi e dei suoi sogni, in cerca di tante, troppe risposte che forse neppure esistono.
Chissà se un giorno riuscirà ad aprire il suo Salotto per Intellettuali Alternativi Ebbri… per ora il vero salvagente di Alessio è la musica, quel qualcosa che lo fa alzare la mattina e affrontare gli imprevisti, le avversità, le incomprensioni in famiglia. La musica che si fa viatico di un salvacondotto verso ciò che ha sempre sperato di realizzare quando con la band in cui suona, Senso Unico, si classifica per le finali di un importante concorso musicale che potrebbe proiettare lui e i suoi tre compagni a pieno titolo nel mondo discografico.
Nel frattempo, in qualità di volontario della misericordia, accompagna Beppe, un simpatico ottantaquattrenne, in ospedale per le sue terapie. Con lui, riesce a essere se stesso, senza bisogno di indossare alcuna maschera, l’unico a capirlo o meglio l’unico che lo ascolta. Alessio si sente, infatti, estraneo al mondo che lo circonda, anche agli amici di lunga data, diventati lontani parenti di quei ragazzi con cui ha passato serate indimenticabili da adolescente. Una vita come tante altre, la sua forse, certamente specchio di una generazione in dissonanza che l’autore ha ben fotografato con un linguaggio fresco e una attenta analisi psicologica.
Sembra quasi che io eviti il lavoro e che la realtà abbondi di offerte. Tra me e mio padre c’è il classico rapporto un po’ freddo che esclude apprezzamenti, scambi di affetti e quant’altro.
C’è quel rapporto bastardo caratterizzato dalla competizione, dalle aspettative, dai paragoni che spesso bloccano le emozioni.
Tutte cose non dette ma che si sentono nell’aria.
Alessio Moretti ha trent’anni.
I suoi sogni, o meglio le sue aspettative, quelle che lo vedrebbero a trent’anni come un uomo soddisfatto in ambito lavorativo e sentimentale, si sono scontrare contro il muro di problemi, frustrazioni e occasioni mancate.
Alessio ha trent’anni e non ha un lavoro.
Non riesce a trovare quella passione, la possibilità di fare qualcosa che veramente lo appaghi, la dignità che ogni uomo o donna merita.
Il mondo di oggi ti brucia in fretta. E io faccio già parte di quest’ultima categoria. Di quelli che un tempo erano giovani promesse, ma che nel loro percorso, non hanno mai trovato l’occasione.
Sono un figlio della crisi.
La sua insoddisfazione si riflette sulla sua vita: le giornate scorrono in turbine di domande, ambiguità, pensieri e passività.
La frustrazione è la sua compagna: si è ancorata sulle sue spalle, come un peso, senza lasciargli scampo.
La relazione con Federica si trascina senza nessun entusiasmo, tra abitudini e un’apatica routine, senza amore.
Love Hurts. Incubus Docet.
Alessio sente il suo presente stretto. Angusto. Compresso.
La mente ritrova la sua lucidità soltanto alla vista del mare e tra le note musicali.
Le sue riflessioni sui suoi infiniti insuccessi e sulle smisurate delusioni si adagiano e si accordano con il flusso del mare: bisogna sempre essere caparbi come le onde nel loro costante movimento, eterno, senza arrendersi mai.
Facile a dirsi, più difficile metterlo in atto.
[…] Anche in questo mi vedo simile a lui. Tutti credono di conoscere il mare solo per il fatto di averci fatto un bagno o per averlo visto un paio di volte nella propria vita. Si, il mare è bello alla vista, grazie anche agli effetti creati dalla luce, dal tramonto, dalla notte, dalla luna e le stelle, ma oltre a tutto questo c’è altro.
Sotto, in profondità, c’è un mondo da scoprire. Magari a tratti affascinante, altri crudele, altri spietato, altri vivace, ma comunque vero, impossibile da scovare se si rimane in superficie.
Le sue vere passioni sono la scrittura e la musica, del quale vorrebbe vivere.
Il suo salvagente, l’opportunità a cui aggrapparsi con le unghie e con i denti, con tutto il proprio essere, tutta la sua anima.
La musica è parte della sua vena creativa, la cura per ogni male.
Alessio suona la chitarra e scrive i testi della band del quale fa parte da quindici anni, i Senso Unico.
Il gruppo è composto da Luca, alla batteria, Emanuele al basso e Stefano che dà voce alle parole di Alessio, alle sue emozioni e sensazioni.
Ma anche questo progetto che sembra così ancorato, radicato tra le pieghe più profonde del suo essere, inizia a vacillare. Pericolosamente.
Tutto quello che è stato appare ora come un grande punto di domanda.
I suoi sogni di rock’n’roll, così brillanti e nitidi, prendono una forma vaga fatta di opache sfumature, pallide illusioni, speranze dissolte.
Alessio riesce a mostrare la sua vera essenza, senza maschere o finzione, soltanto in presenza di Beppe.
Come volontario della Misericordia la sua vita incrocia quella di un uomo straordinario, vero e puro come Beppe.
Con sincerità i due iniziano a raccontarsi le proprie vite: i sorrisi e gli sfottò si mescolano ai rimorsi e rimpianti, alle paure e ai confronti.
Il loro diviene un appuntamento da aspettare con ansia e, sebbene per Beppe rappresenti anche un’amara realtà, la concreta presenza della sua malattia, per Alessio quell’incontro è sinonimo di libertà, di veridicità.
[…]
sono in viaggio per non so dove
con la mia barca di carta fragile.
Affronterò mari e oceani infiniti
come un turista con gli occhi lucidi
[…]
I pensieri di Alessio si srotolano in un lungo flusso di coscienza, un viaggio interiore per arrivare finalmente a nuove consapevolezze, una versione migliore del proprio essere.
Errori, sbagli, attese, rinvii.
Insicurezze.
Aspettative disattese. Sogni infranti.
Ma sempre con la voglia di trovare la propria felicità, in conflitto eterno col mondo, giudice severo, spietato.
Perché in fondo si vive per l’amore, per i momenti di serenità, per il sole.
Leave Out All The Rest. Linkin Park Docet.
Sogni di rock’n’roll è una lettura fluida e scorrevole che dà la possibilità al lettore di identificarsi nel protagonista, così tangibile e reale. Sull’importanza delle proprie scelte, sulla possibilità di smarrire sé stessi ma trovare sempre la strada che conduce al cuore.
Ringrazio l’autore, Andrea Calugi, per avermi dato ancora una volta l’opportunità di leggere il suo lavoro.
Sul blog potete trovare anche la recensione di Gocce di Vino su Fogli Bianchi.
Buona lettura!
L’autore.
Andrea Calugi. E’ nato a Empoli nel 1983 e vive a La Scala, una piccola frazione di San Miniato (Pisa). Con il diploma di ragioniere e tanti sogni in tasca è ancora in cerca del suo futuro, tra un libro da leggere, una pagina da scrivere, una canzone da ascoltare e un bicchiere di buon vino da bere. Ha pubblicato “Oggi non ci sono” (2013)
Un ringraziamento e un abbraccio immenso per la vostra disponibilità. Spero ci sia curiosità e voglia di leggerlo da parte di qualcuno.