Trilogia della città di K. di Agota Kristof – L’incipit del Lunedì

Il 27 luglio 2011, in Svizzera, muore Agota Kristof, scrittrice ungherese che raggiunge il successo nel 1987 con la pubblicazione de Il grande quaderno. Per questo, oggi vogliamo ricordarla proprio con l’incipit del suo primo romanzo che, insieme a La prova e La terza menzogna, fa parte della Trilogia della città di K., la sua opera letteraria più conosciuta.

La Trilogia della città di K. è una lettura intensa e cruda, dove solitudine e sofferenza sono le protagoniste. La guerra fa da sfondo a due protagonisti che vedono un riparo negli occhi e nella presenza dell’altro e la salvezza nella speranza di avere accanto un fratello, sangue del tuo sangue, anima della tua anima.

La lettura dei libri si rivela non solo un viaggio ma una scoperta continua attraverso numerosi piani di lettura e colpi di scena.

Incipit Il grande quaderno – Trilogia della città di K

Arriviamo dalla Grande Città. Abbiamo viaggiato tutta la notte. Nostra Madre ha gli occhi arrossati. Porta una grossa scatola di cartone, e noi due una piccola valigia a testa con i nostri vestiti, più il grosso dizionario di nostro Padre, che ci passiamo quando abbiamo le braccia stanche.
Camminiamo a lungo. La casa di Nonna è lontana dalla stazione, all’altro capo della Piccola Città. Qui non ci sono tram, né autobus, né macchine. Circolano solo alcuni camion militari.
I passanti sono pochi, la città è silenziosa. Si può udire il rumore dei nostri passi; camminiamo senza parlare, nostra Madre tra noi due.
Davanti alla porta del giardino di Nonna nostra Madre dice:
– Aspettatemi qui.


Aspettiamo un po’, poi entriamo in giardino, giriamo intorno alla casa, ci accovacciamo sotto una finestra da cui giungono delle voci. La voce di nostra Madre:
– Non c’è più niente da mangiare in casa nostra, niente pane, carne, verdura, latte. Niente. Non posso più sfamarli.
Un’altra voce dice:
– E allora ti sei ricordata di me. Per dieci anni non ti eri mai ricordata. Non sei venuta, non hai scritto.
Nostra Madre dice:
– Sapete bene perché. A mio padre volevo bene, io.
L’altra voce dice:
– Sì, e adesso ti ricordi che hai anche una madre. Arrivi qua e mi chiedi di aiutarti.
Nostra Madre dice:
– Non domando niente per me. Vorrei solamente che i miei bambini sopravvivessero a questa guerra. La Grande Città è bombardata giorno e notte, e non c’è più da mangiare. I bambini sfollano in campagna, da parenti o estranei, dove capita.

Trilogia della città di K


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Editore: Einaudi
Pagine: 379