“Se c’è la riga è positivo. Positivo uguale incinta. Positivo. Incinta. La riga. La sottile linea rossa. Il film di Malick, gli occhi del sergente Welsh, i versi di Rudyard Kipling: “Tra la lucidità e la follia c’è solo una sottile linea rossa”. Stava delirando.
Sono questi i primi pensieri di Anna che, inaspettatamente, si trova a prendere una decisione, probabilmente la più importante della sua vita. Anna ha vent’anni e dei sogni per il suo futuro, si vede già con la laurea in scienze della comunicazione, a lavorare in una redazione, un po’ come Lois Lane. Un test di gravidanza e le inconfondibili due linee “positive”, fanno istantaneamente sfumare tutte le sue prospettive future. Vede quindi una sola soluzione a quello che, per lei, è un vero e proprio “problema”. Fissa l’appuntamento per l’aborto ad una settimana ma sarà per Anna una settimana lunghissima. No, non credo di aver anticipato niente. È un libro che deve essere letto dall’inizio alla fine.
L’argomento non è tra quelli di cui si parla, i romanzi a tema, sono pochissimi. È, senza ombra di dubbio, molto delicato e, in questo caso, non si può non essere d’accordo con Anna…
“Anna crede che le storie, per capirle davvero, o le vivi sulla pelle o le inventi di sana pianta.”
Questi personaggi hanno reazioni diverse alla notizia, c’è chi preferisce affrontare tutto in silenzio, chi vorrebbe più considerazione professando di volerle stare accanto e chi, invece lascia piena libertà ad Anna, perché a volte basta poco per far sentire tutta la nostra presenza.
Nonostante questo, Anna non riesce a trovare in nessuno quella comprensione che la faccia arrivare un po’ più convinta alla decisione che deve prendere.
Nella sua quotidianità, però, c’è un momento in cui stacca dalla realtà. Ed è il tempo che la ragazza dedica al piccolo Andrea, aiutandolo con i compiti. Il loro rapporto è speciale, riescono sempre a trovare un punto d’incontro. Ed è proprio quando capisce che anche questi momenti non sono più gli stessi che Anna inizia a sentirsi veramente persa.
L’abilità dell’autrice sta nella comunicazione delle emozioni pur non descrivendole esplicitamente. Nella prima parte si ha davvero l’impressine dello scorrere del tempo, ma anche dell’immobilità di Anna, come se fosse bloccata e volesse rimanere per sempre in un limbo, vorrebbe fermare il tempo, lo stesso che le ricorda che deve prendere una decisione.
Nel momento in cui riesce a trovare qualcuno che le tende la mano, qualcosa cambia anche nei suoi pensieri, un sospiro di sollievo, se così si può definire, Anna riesce a comprendere che non è sola e tutto sembra rimettersi in moto.
Sembra perché si raggiunge la fine, il fatidico momento, in cui i toni si fanno più ansiosi mano a mano che il tutti acquista concretezza e, allo stesso tempo, ci si rende conto che niente è certo.
Il tutto utilizzando un linguaggio chiaro, periodi brevi e, pur utilizzando un narratore esterno, il messaggio risulta essere diretto da Anna al lettore.
Il libro vuole essere inoltre di denuncia, alla fine di ogni capitolo c’è un breve paragrafo che ci dà qualche accenno alla storia e alla situazione attuale della nostra società per quanto riguarda l’aborto volontario. Una società che fatica molto a parlarne. Ed è tutto qui il punto in cui la situazione si concentra, al di là dell’essere favorevoli o contrari, c’è bisogno di parlarne e soprattutto di dare la possibilità alle donne di essere ascoltate, capite e comprese. C’è bisogno di supporto e Caramelle al gusto d’arancia è un valido aiuto e porta con sé un messaggio “non siamo sole”.
L’autrice. Valentina Orsini nasce a Roma, il 10 agosto del 1985. Autrice e blogger, speaker radiofonica e incredibilmente mamma appassionata di dolci e cucina. È laureata in Letteratura, musica e spettacolo.
Dal 2012 scrive sul suo blog CriticissimaMente, pubblica alcuni racconti (Aghi di pino e carta straccia, La storia delle cose) sul sito Letture da metropolitana.
Esordisce nel 2015 con Caramelle al gusto arancia, edito da Leucotea Edizioni, un romanzo che affronta il tema delicato e sempre attuale dell’aborto volontario.
È la seconda volta che riesci a riempire il mio cuore e a nutrire in qualche modo la mia autostima. Perché è proprio questo il potere straordinario delle parole. Restano.
Grazie Gioia. Grazie davvero.
Un abbraccio e, spero, alla prossima…
Vale
Ciao Gioia! Ti ho nominata nel Blogger Recognition Award, trovi qui l'articolo http://viveretralerighe.blogspot.it/2018/02/blogger-recognition-award.html
Buona giornata 🙂
Letto poco dopo l'uscita, letto e piaciuto.