Il teorema dell’equilibrio di Matteo Capelli

 
Collana: Ombre
Genere: romanzo di formazione
Prima edizione ottobre 2016
Prezzo di copertina edizione cartacea: 10€
Sinossi.
Un suicidio apre il racconto. Poi, droga, pornografia, un furto e uno stupro di gruppo, rapporti sessuali più o meno disimpegnati e relazioni proibite. Cinque ragazzi diversi, ognuno con la propria personalità e il proprio carattere, accomunati soltanto dal fatto di frequentare l’ultimo anno di liceo nella medesima classe. A scombussolare la quotidianità dell’ambiente in cui essi vivono, è una disgrazia che non trova spiegazione: perché Linda, loro compagna di scuola, si è uccisa? I protagonisti affronteranno vicissitudini, drammi, nuove esperienze, turbamenti e cambiamenti. Graduali o repentini. E alla fine rimarrà da sciogliere un interrogativo fondamentale: il destino è lo stesso per tutti? Esiste davvero una bilancia fatalistica che compensa gioie e dolori nel corso della vita delle persone, rendendo l’esistenza di ciascuno uguale a quella dell’altro? E in che modo si misura questo ipotetico equilibrio? La narrazione si sottrae a simmetria e reciprocità, quasi a voler negare il teorema paradossale che introduce il racconto. L’ago sembra voler pendere dall’una o dall’altra parte, eppure alla fine la logica riesce a chiudere l’irregolare cerchio degli avvenimenti.

Recensione

 
Entrare nel mondo degli adulti è un passo decisivo che tutti, prima o poi, devono compiere.
Adolescenza, spesso sinonimo di insicurezza, dolori, confusione. E’ questa la tematica sulla quale girano tutti gli avvenimenti de Il teorema dell’equilibrio. Un equilibrio precario, spesso messo a dura prova da una società crudele e spietata.
Cinque ragazzi si trovano spiazzati da un suicidio del tutto inaspettato: Linda decide di mettere fine alla sua giovane vita così piena di incomprensioni, tormenti, patimenti…
“Fine”
Non c’era altro da dire. Quattro semplici lettere soffiate al vento, nel freddo di un’atmosfera rarefatta e silente. Era l’impavida voce di un patetico sfogo? Un sommesso guaito di liberazione? Forse il rigurgito di una sofferenza incontenibile. Per sfuggire al disagio di vivere.
 
Il disagio: temibile mostro che si attanaglia nelle viscere più profonde, fino a scavare negli animi più titubanti e fragili.
Manuel, Sara, Laura e Carlo, dopo la morte di Linda, si trovano a riflettere sulla loro vita e sul significato che essa dovrebbe avere.
Ognuno di loro ha il suo carattere fatto di punti di forza e, soprattutto, di punti deboli. Ogni paura, distrazione, esitazione è sinonimo di dolore e di tensione.
Ognuno di loro possiede il proprio fantasma interiore, quello che li costringe a nascondere la realtà  su se stessi agli occhi degli altri, l’effimera sensazione che ogni cosa occupi il posto sbagliato, le apparenze che contano più dell’essenza.
C’era del contegno nell’atteggiamento di ciascun individuo. Si respiravano garbo e dignità all’interno dell’Albert Einstein.
Linda ne sarebbe stata fiera. O, forse, non le sarebbe nemmeno interessato. Del resto, non aveva mai avuto l’ambizione di smuovere le montagne. Non le importava di essere causa e oggetto dell’avvedutezza altrui. Desiderava la serenità. Solo questo. Un pizzico di serenità. Anche a costo di divenire trasparente agli occhi degli altri.
E trasparente lo era diventata davvero. Per sempre. Il suo banco vuoto stava li a confermarlo. Non era un segno indelebile del suo fugace passaggio. La testimonianza che un tempo qualcuno lo aveva occupato.
 
La narrazione è composta da capitoli brevi che raccontano, mano a mano, la storia di ogni personaggio.
Tra le pagine c’è anche il diario di Linda, il cuore portante del romanzo, che descrive con minuzia i propri sentimenti in un crescendo di emozioni fino ad arrivare ai motivi che hanno portato la ragazza a prendere la drammatica quanto drastica scelta di togliersi la vita.
In un miscuglio di eventi che coinvolgono tutti i personaggi che si presentano al lettore durante il proseguo della narrazione si viene a conoscenza di tutte le fragilità che accomunano i ragazzi come fossero la rappresentazione di una società arrivista, morbosa, alla ricerca costante di un modello nel quale rispecchiarsi, affannandosi in un mare di ipocrisia e illusione.
Nonostante a volte il linguaggio non rispecchi completamente l’immagine e l’età dei protagonisti il libro offre moltissimi spunti di riflessione e dipinge uno scenario estremamente realistico del mondo in cui tutti noi viviamo.
Ringrazio l’autore, Matteo Capelli, per avermi dato la possibilità di leggere Il teorema dell’equilibrio.
Buona lettura!
Debora