La vincerò mai una pecora? di Francesca Gioacchini

Editore: Self-publishing
Data di pubblicazione: 6 maggio 2017
Pagine: 234
Prezzo di copertina: 7,80€
Prezzo e-book: 2,99€

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Sinossi.
Quando annunciò ai genitori di aver conosciuto un ragazzo musulmano sapeva che convincerli ad accettarlo non sarebbe stato facile. Fu l’ironia a salvarla. Questo è il diario di Alice, una romana trapiantata a Londra. Da anni è innamorata di Kahil, un ragazzo franco-algerino. Entrambe le famiglie sono contrarie alla relazione, ma mentre i genitori di Alice alla fine capitolano, quelli di lui sono irremovibili. Sullo sfondo di una Londra vista con gli occhi di una straniera, tra un lavoro impegnativo nel cuore della City e fine settimana in giro per l’Europa, Alice vive la contrastata storia d’amore con una forte dose di umorismo.

La vincerò mai una pecora

2003.
Alice, nata a Roma, vive a Londra ma sta per trascorrere un fine settimana a Palermo insieme al suo compagno, Kahil.
Un fine settimana spensierato, lontano dai problemi della quotidianità londinese che, a tratti, sente soffocanti.

Inizia così il racconto di Alice, un lungo diario tra ricordi di un passato travagliato e le molteplici avventure che, volente o nolente, si è trovata a vivere.
Non sempre la vita è stata clemente con lei.
Di certo la fortuna non ha bussato alle porte dei numerosi appartamenti che si è trovata a condividere con stravaganti coinquilini, alcuni dei quali sono rimasti nel suo cuore.

Ma i suoi sentimenti sono sparsi per il mondo: a Roma dove vivono i suoi genitori, a Parigi dove vive Kahil.
Kahil e Alice, un grande amore li lega, in un turbine di emozioni e sentimenti contrastanti.
Il pregiudizio è parte sostanziale del loro percorso di vita insieme. Si perché Kahil è francese di origine nordafricana. Ed è musulmano.
La sua è una famiglia praticante estremamente rigida ed è contraria alla relazione, mentre la madre di Alice non prova un grande amore per la religione di Kahil.
Ma la passione li ha uniti sin dal primo momento senza lasciare scampo.

Lì capii che la voglia di strappargli i vestiti tutte le volte che lo vedevo era pari alla voglia di passare del tempo con lui anche al di fuori della camera da letto. Ero fregata:
1) perché quando sei innamorata sei in balìa dell’altra persona, se la relazione va bene è magnifico ma se va male soffri;
2) perché non avevo idea di come presentare la “bella” notizia a mia madre senza che le venissero delle meches bianche istantanee.
Ero come si dice in inglese…in deep shit.

Alice arriva a Londra nel 1998 con l’idea di rimanere soltanto per il periodo estivo. Ma, ammaliata dalla libertà e poliedricità, si è trapiantata nella città inglese con convinzione e voglia di nuove possibilità, strabilianti opportunità.

Ne rimasi stregata non solo dall’aria di libertà che si respira e per il fatto che a ventun anni potevo gestire la mia vita senza dover rendere conto a nessuno, ma apprezzai il fatto che non occorre doversi associare a determinati stereotipi per essere accettati, concetto a me estraneo venendo dal provincialismo di Roma.
A Londra si è padroni delle proprie scelte lavorative e la meritocrazia ha ancora un valore, tanto che le compagnie non considerano rischioso assumere persone senza precedenti esperienze ma anzi offrono la possibilità di dimostrare quanto si valga.

Alice fa la commessa, la steward negli stadi del Fulham e del Chelsea ma quello che desidera realmente è lavorare come producer.
La sua meticolosità e attenzione nel lavoro le hanno sempre assicurato un posto fisso anche se adattarsi ad una nuova cultura, una nuova lingua…non è stato per niente facile!
Molte delle gaffe hanno dato vita a scene catastrofiche soprattutto a causa della lingua o della pronuncia.

Alice è un tipo ironico, capace di affrontare le difficoltà che la vita le propone con spirito critico e determinazione.
Ma, mano a mano che gli anni passano, si accorge che quello che le manca realmente è una concretezza dalla persona a cui tiene più al mondo e la frustrazione per un lavoro che non le dona più felicità e soddisfazione diviene giorno dopo giorno sintomo di amarezza e delusione.
I suoi sogni si allontanano come le speranze che dà sempre hanno riempito la sua anima.
Ad aggravare la situazione il confronto con i rapporti amorosi delle sua amiche: i loro si evolvono, quello tra Alice e Kahil è sempre al punto di partenza, senza il benestare della famiglia di lui.

Credo che la spiegazione sia da trovarsi nel fatto che sono piena di emozioni che vorrei esternare e di progetti che vorrei realizzare, ma sono intrappolata in un lavoro che non mi soddisfa più e in una relazione che non va da nessuna parte.

La vincerò mai una pecora? è una lettura scorrevole che, attraverso le riflessioni di una giovane donna, parla al lettore con semplicità e leggerezza di argomenti importanti ed attuali quali il razzismo, le relazioni (a distanza e non) e l’importanza di (ri)trovare sé stessi senza abbandonare le proprie convinzioni e i propri valori.

Tutti i personaggi che Alice incrocia nel suo percorso sono essenziali nell’aiutarla a raggiungere una nuova consapevolezza dei suoi limiti; tanti piccoli tasselli senza il quale non sarebbe la donna che ha scelto di essere.

Un libro divertente, delicato, da leggere tutto d’un fiato.

Ringrazio l’autrice, Francesca Gioacchini, per avermi dato la possibilità di leggere il suo lavoro.

E a breve si parlerà di Vivi qui? Si, nel reparto frutta e verdura!

Buona lettura!

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