Ragione e Sentimento di Jane Austen

Ciao a tutti amici lettori!
Oggi, do inizio ufficialmente al Progetto Jane e lo faccio con la recensione di Ragione e Sentimento, romanzo di Jane Austen.


Titolo originale: Sense and Sensibility
Anno: 1811
Edizione: Bur, luglio 2006
Traduzione: Beatrice Boffitto Serra
 

Trama: Alla morte di Mr. Dashwood, la signora Dashwood, seconda moglie dell’uomo, è costretta a trasferirsi, dopo che la sua tenuta passa in eredità a John, il primogenito, nato dal primo matrimonio. Insieme alla donna, si trasferiscono nel Devonshire, anche le sue figlie Elinor, Marianne e Margaret. Sebbene John abbia promesso a suo padre di prendersi cura della signora Dashwood e delle sue sorelle, l’egoismo e la forte influenza di sua moglie, Fanny, hanno la meglio e, dopo un periodo come ospiti a casa loro, decidono di cambiare residenza. Durante questo periodo le sorelle Dashwood hanno modo di fare nuove conoscenze, primo fra tutti Edward Ferrars, fratello di Fanny. Elinor mostrerà per lui una forte attrazione, data non tanto dal suo aspetto esteriore, ma dall’intelligenza che egli dimostra.
Barton Cottage è la loro nuova residenza.

Il proprietario è John Middleton, un cugino della famiglia che decide di affittare il cottage alla famiglia Dashwood. A Barton Park, residenza di John, hanno modo di entrare a contatto con la signora Jennings, madre di Lady Middleton e il Colonnello Barton, un amico di John che dimostra da subito un interesse particolare verso Marianne.

Ragione e sentimento


La stessa Marianne, durante una delle sue passeggiate, ha un incidente e pronto a salvarla c’è John Willoughby, un giovane molto affascinante. Tra i due nasci fin da subito una forte attrazione, cominciano a frequentarsi, ogni giorno Willoughby fa visita a Marianne nella villetta Dashwood. Tra i due il fidanzamento sembra imminente e quasi scontato ma, all’improvviso il comportamento del giovane cambia. Anche per Elinor le cose con Edward con sembrano andare nel migliore dei modi, durante una visita il giovane le appare freddo e distaccato e quando Lucy Steele, cugina di Lady Middleton, le fa un’importante rivelazione capisce il comportamento del giovane Ferrars, provocando in lei un grande dolore. Una volta a Londra, invitate dalla signora Jennings, cercheranno di capire il perché del comportamento dei due uomini e quando la verità salterà fuori, la affronteranno in maniera opposta.

 

Elinor e Marianne, sono le due protagoniste del primo vero e proprio romanzo di Jane Austen.
Elinor e Marianne è infatti il titolo che sceglie la Austen per la prima stesura del libro, inizialmente scritto in forma epistolare, con scambi di lettere tra le due sorelle e solo successivamente rielaborato.

Ragione e sentimento, Elinor e Marianne. I due titoli possono risultare quasi sinonimi. La ragione e il sentimento rappresentano la grande differenza che c’è tra le due sorelle. Elinor, la compostezza, la razionalità, il decoro, il rispetto per le convenzioni sociali, la praticità e Marianne, la passione, la vivacità, l’istinto.
Ed è proprio su queste differenze che si basa il romanzo. Entrambe si troveranno ad affrontare la stessa situazione, ma la affronteranno in maniera decisamente diversa.

In ragione e sentimento possiamo ritrovare gli elementi che caratterizzano i romanzi di Jane Austen, innanzitutto due forti personalità femminili che si contrappongono; il racconto di fatti che accadono a poche famiglie della media borghesia che si incontrano e si conoscono; le campagne londinesi che si contrappongono alle abitudini della città e il lieto fine con il matrimonio.

Immancabile è anche l’ironia che la Austen utilizza quasi per prendersi gioco degli usi tipici della sua epoca. Ecco allora che tra le righe, grazie a Lucy Steele, oppure Charlotte Palmer, sorella di Lady Middleton, nascono situazioni buffe, irriverenti, con il signor Palmer si raggiunge l’apice dell’irriverenza, personalmente, ogni passaggio in cui lui era presente, mi ha strappato un sorriso. I suoi modi o meglio non modi, dato che non si interessa di nulla di quello che gli capita davanti, ma preferisce rimanere in silenzio oppure dire quello che pensa, senza peli sulla lingua fregandosene delle buone maniere e dell’ipocrisia che dilaga tra i salotti che frequenta sua moglie.


Non mancano anche i balli, le chiacchiere da salotto, le convenzioni sociali tipiche degli inizi dell’800 e soprattutto l’amore.
Elinor e Marianne si innamorano e sembrano essere ricambiate. Ma chiedere apertamente ai diretti interessati sarebbe da sfacciate, per questo si basano sui comportamenti, sugli sguardi, sulle parole dei loro amati. All’improvviso, in maniera e in situazioni diverse, il modo di comportarsi di Willoughby e di Edward Ferrars cambia in modo repentino. Willoughby non è subito sincero nei confronti di Marianne, è come se la lasciasse sulle spine, e questo provoca nella ragazza forti speranze, prova a dare al suo silenzio tante giustificazioni, ma il comportamento che l’uomo ha quando si incontrano dopo tanto tempo non lascia dubbi e la lettera che le arriva li chiarisce definitivamente.

Il momento in cui Marianne riesce finalmente a sapere la verità segna la fine. Da questo momento sparisce in lei tutta l’allegria, la vivacità e la gioia di vivere che l’avevano da sempre contraddistinta. La ragazza cede allo sconforto e al dolore. Non nasconde le forti emozioni che prova, tutti coloro che la conoscono, sono consapevoli del brutto momento che sta passando grazie ai segni esteriori evidenti.

“Questa violenta oppressione dello spirito durò tutta la sera. Ella non aveva nessun potere di controllarsi perché non voleva averne. La più fugace menzione di qualunque cosa relativa a Willoughby la sopraffaceva in un istante; e quantunque sua madre e le sue sorelle fossero ansiosissime di evitarle ogni sovrappiù di dolore, era impossibile che dicessero una parola senza incorrere in un qualche argomento che i suoi sentimenti ricollegavano a lui.”

Elinor è molto più riservata di Marianne, ecco perché il suo amore verso Edward Ferrars è rimasto sempre più nascosto. Quando però Lucy Steele intuisce le sue intenzioni, non lascia nulla al caso, cerca di avvicinarsi ad Elinor, di diventare sua amica e quando ci riesce le rivela il suo segreto che porta dentro di sé da quattro anni. Questa confessione sconvolge Elinor, ma non lo dà di certo a vedere. Prima di tutto per non dargliela vinta all’antipatia di Lucy, poi perché non è nella sua indole fare scenate o disperarsi ma anche e soprattutto perché cedere alla disperazione significherebbe dare altro dispiacere a sua sorella.

Come accennato prima, c’è il lieto fine. Elinor riesce a coronare il suo sogno. La verità che le viene raccontata direttamente da Edward, soggiogato e tenuto costantemente sotto controllo dalla madre, le fa comprendere le sue vere intenzioni. E il matrimonio non tarda ad arrivare.
Marianne invece non realizza il suo sogno d’amore con Willoughy. C’è però per lei un vero e proprio punto di svolta, Willoughby ha la possibilità di spiegare le sue ragioni ma non sono sufficienti. Il matrimonio c’è anche per lei, con un uomo che ha sempre dimostrato la sua vicinanza anche quando era consapevole che forse Marianne non sarebbe mai stata sua.

Tutti i personaggi principali sono ben caratterizzati. Anche se la Austen non si dilunga molto sulle loro descrizioni, noi li conosciamo attraverso le loro parole. Il dialogo è infatti elemento fondamentale del romanzo. Le personalità dei protagonisti sono ben delineate, soprattutto quelle di Elinor e Marianne. Per questo è impossibile non immedesimarsi in una delle due.

Difficile dire se Jane Austen fosse per la ragione o il sentimento, anche se quello che ad un certo punto accade a Marianne (chi ha letto sa sicuramente di cosa sto parlando), sembra quasi voglia punirla, nonostante tutto quello che il suo amore l’abbia già portata ad affrontare. Anche il suo matrimonio è razionale, non amerà mai il suo sposo come ha amato Willoughby ma è razionalmente consapevole che la renderà felice.

Secondo voi Jane Austen è per la ragione o il sentimento?
 
 
Gioia