Life di Vera Q

 
 
Editore: Selfpublishing
Prezzo ebook: 1,21€
 
 
 
Sinossi: Per quanto transitoria, mutevole ed imprevedibile, chiamiamo “Vita” quell’insieme di momenti spesi nel tentare di comprenderla. Miserevole o piena che sia, poco importa: paghiamo costantemente un prezzo per ogni singolo respiro.
E questo, troppo spesso, ci distrae dal viverla.
Norman Sjöberg è un uomo soffocato dalla Vita che cerca di manipolare la propria esistenza architettando una spicciola rimonta.
Ma la Vita, a quanto pare, ha molta più inventiva di lui.

 

Life è un racconto efferato imperniato sulla definizione dell’Io. L’utopia dell’affermazione, sogno ricorrente che, anche ad occhi aperti, può trasformarsi in incubo.

 
 
RECENSIONE
 
 
Essenziale, diritto al punto, curato nei minimi dettagli. Una piccola perla…nera. Così mi piace definire Life.
Norman, il protagonista della storia, si trova all’ingrasso del parco quando e per la prima volta, nota la bancarella dei dolciumi: incredibilmente attratto, si avvicina al banco e al vecchio dietro di esso. Prende la sua merendina, ma accorgendosi di essere in ritardo si avvia per il luogo dell’appuntamento. L’uomo che arriva, direttamente dalla ditta Life, sarà colui che lo aiuterà a realizzare il suo desiderio: un desiderio pericoloso, terribile ma necessario.
 
 
“Norman si definiva artista. L’Universo lo definiva stagnino.”
 
 
Complice la timidezza, Norman è da sempre introverso e solitario. Alla soglia dei trent’anni, durante una crisi, conosce Therry Singer che cambia di netto la sua vita e in men che non si dica i due si sposano.
Norman è una persona ordinaria, con una vita ordinaria ed una moglie, niente di anormale se non soffrisse terribilmente sua moglie, o meglio il suo stipendio.
 
Therry è una donna in carriera di successo, spesso e volentieri è fuori per lavoro, e per lo stesso sono costretti periodicamente a trasferirsi. Ma Norman non riesce a realizzarsi, ogni volta è sempre più difficile fino a che arriva al limite e decide di farla finita. Per sempre.
La vita non è dalla sua parte e quasi per la legge del contrappasso, gli si ritorce contro, ride beffarda di lui, lo prende in giro e accade l’imprevedibile. Il passaggio da carnefice a vittima è repentino, tutte le sue certezze vengono meno in un attimo.
Pensava di ritrovarsi in paradiso ma tutto quello che vede intorno a lui ricorda l’inferno.
 
L’originalità della scrittrice sta nella trasposizione surreale del reale. Parte da situazioni, sentimenti e angosce quotidiane e le estremizza in una cornice dai toni cupi.
Vera Q fa protagonisti le debolezze umane, la voglia di arrivare, il desiderio del successo a tutti i costi, anche a quello della propria vita.
Ma la vita è più forte, più aguzza.
 
Ho apprezzato lo stile della scrittrice, semplice ma ricercato al tempo stesso. Le descrizioni sono dettagliate, suggestive, ma mai noiose.  Il racconto è narrato dal punto di vista di Norman e sebbene non sia in prima persona, le frasi brevi, utilizzate nella scrittura, sembrano rappresentare quello che percepisce lui tra un battito di ciglia e l’altro, tra una palpitazione del cuore e l’altra. 
 
 
“La primavera era sbocciata, una deflagrazione di verde. E rosso, e viola, e giallo. E il cielo sereno di un azzurro chiaro, cesellato da pannose nubi rade e da un sole frizzantino, era puntinato da rondini nerissime.
Non lontano, ad un tiro di fionda, il rumore del cantiere sovrastava il vociare concitato dei marmocchi.

Norman spese qualche secondo a scandagliare gli operai al lavoro. Formiche ammassate nel gravoso compito di dominare la Natura con il cemento. Tra loro, in pia pausa, un essere grasso e sudato, tutt’uno alla sigaretta, rovistava nell’antro della sua narice. Provetto, abile. Esemplare. Costui avrebbe potuto ricoprire il ruolo di macchinista della pala meccanica.”
 
Lo stile di scrittura è sicuramente particolare, originale e caratteristico.
Life è un racconto che sa di romanzo. In poche pagine Vera Q riesce a caratterizzare i personaggi, a creare la giusta suspense, coinvolgendo il lettore dalla prima all’ultima riga, ecco perché Life si legge senza interruzioni.
Inutile che io vi consigli di prendervi del tempo e assaporare tutto d’un fiato il racconto, perché tanto verrà naturale.
 

Vera Q. è anche autrice di:
La croce. Quando si segna l’ubicazione di un tesoro su una mappa si annota una X. Ma se è il Destino ad assegnarla, il Cammino diventa l’Incognita.
Miruna è madre, consacrata alla prole.
Amelia è madre, consacrata alla prole.
E in qualche modo, entrambe sono dipendenti da una sostanza.
Una dal sangue, l’altra dall’eroina.
La prima, a capo di un clan di Notturne, vampire, predatrici della razza umana.


La seconda, dedita alla fuga dal suo mondo lisergico.
La croce racconta il tortuoso percorso di due creature ai margini e della loro caccia al bene più prezioso: la Vita.
Uno scritto morboso, violento. La ricerca di una virgola da mettere sulla propria esistenza, laddove, invece, c’è un definitivo ed inestirpabile punto.

La bestia
Un racconto di morte, nel quale i terrori e le cicatrici che hanno segnato la storia d’ascesa del genere umano diventano parte delle vicissitudini quotidiane.
Enrichetta è una persona felice.
L’arconte K., altrettanto.
Ciò che li accomuna è l’inesorabile legge dell’evoluzione. Precetto che vede un solo vincitore nell’eterna lotta per la sopravvivenza.

L’Altro
Manuel Vignola è un uomo assorto nell’esplorazione del proprio io.
Con lui, ad affrontare questa inconsueta catarsi, una moglie distratta, due gemelle peperine e “L’Altro”: un consulente alquanto stravagante.


Io sono morto
Un thriller surreale, una commedia nera che inizia dalla fine.
PierPaolo Fabbris, imprenditore cinquantenne, muore stroncato da un infarto e scoprirà, a sue spese, quanto può essere complicata la vita dopo il trapasso.

2017 A.D.
Un thriller psicologico, irriverente, a tinte scure, ambientato in un futuro prossimo, datato 2017, tutt’altro che roseo, dove quattro vicini di casa condividono ben più del solo pianerottolo.

La scatola di cioccolatini di Silvia… (e di altre crudeltà)
Quattro romanzi brevi uniti dallo stesso filo conduttore e dalla medesima matrice: il degrado morale. Una raccolta noir condita da ironia, cinismo e sarcasmo.

 

Gioia

 

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