Una famiglia quasi perfetta di Jane Shemilt

 
Titolo originale: Daughter
Editore: Newton Compton editori
Pubblicazione: giugno 2017
Pagine: 318
Prezzo cartaceo: 4.90€
Sinossi.
Jenny è un medico. sposata con un famoso neurochirurgo e madre di tre adolescenti. Ma quando la figlia quindicenne, Naomi, non fa ritorno a casa dopo scuola, la vita perfetta che Jenny credeva di essersi costruita va in pezzi. Le autorità lanciano l’allarme e parte una campagna nazionale per cercare la ragazza, ma senza successo: Naomi è scomparsa nel nulla e la famiglia è distrutta.
I mesi passano e le ipotesi peggiori – rapimento, omicidio – diventano sempre più plausibili, ma in mancanza di indizi significativi l’attenzione sul caso si affievolisce.
Jenny però non si arrende. A un anno dalla sparizione della figlia, sta ancora cercando la verità, anche se ogni rivelazione, ogni tassello sembra allontanarla dalle certezze che aveva. Presto capisce che le persone di cui si fidava nascondono terribili segreti, Naomi per prima.
Seguendo le flebili tracce che la ragazza ha lasciato dietro di sé, Jenny si accorgerà che sua figlia è molto diversa dalla ragazza che pensava di aver conosciuto.
Recensione
Jenny è un medico, una donna in carriera con un lavoro che le piace, sposata con un ambizioso neurochirurgo e madre di tre figli.
La sua vita scorre tranquilla, nella frenetica quotidianità di ogni giorno, tra lavoro e famiglia quando, una sera come tante, la figlia adolescente, Naomi, non fa ritorno a casa.
Quello che si apre agli occhi di Jenny è uno scenario terribile: maltrattamenti, rapimento, omicidio…Con il passare delle ore, dei giorni, la speranza la abbandona, lasciandola piena di rimorsi e sensi di colpa, incapace di capire i turbamenti e le paure di sua figlia.

Le giornate si accorciano. Sul prato sono sparse le mele cadute, la polpa beccata dai corvi. Oggi, prendendo dei ciocchi dalla catasta al riparo del tetto, ne ho calpestata una già rammollita; si è sfatta sotto il mio piede.
Novembre.
Ho sempre freddo, ma lei potrebbe averne di più. Perché dovrei cercare di star bene? Come potrei?
Quando scende la sera, il cane comincia a tremare. La stanza si oscura; accendo il fuoco e la fiamma mi chiama a sé, mentre i rimpianti tornano a divampare, bruciando e sibilando nella mia testa.
Se solo. Se solo avessi ascoltato. Se solo avessi prestato attenzione. Se solo potessi ricominciare daccapo, esattamente un anno fa.
L’album da disegno rilegato in pelle che mi ha regalato Michael è sul tavolo, e nella tasca della vestaglia c’è un mozzicone mordicchiato di matita rossa; ha detto che mi avrebbe aiutato a disegnare il passato. Ho già in mente le immagini: un bisturi in equilibrio fra dita tremanti, una ballerina di plastica che piroetta in cerchi infiniti, appunti impilati con cura su un comodino nel buio.
Ho scritto il nome di mia figlia sulla prima pagina bianca e sotto ho tratteggiato due scarpe nere con i tacchi alti rovesciate su un fianco, i lunghi cinturini ingarbugliati fra loro. Naomi.”
Ora dopo ora, giorno dopo giorno, l’immagine della famiglia perfetta si sfalda poco a poco rivelando, sotto strati di apparenza e buonsenso, scabrosi e inconcepibili segreti.
Tutto quello che prima appariva normale e ordinario diviene artefatto, niente è come sembra.
Jenny, distrutta e ferita nel suo ruolo di madre distratta, non si arrende. Non accetta il fatto che sua figlia, sola e ferita, sia in balia di uno sconosciuto, qualcuno che voglia farle del male.
La narrazione si alterna tra presente e passato in un’intricata rete di sentimenti contrastanti.
Una famiglia quasi perfetta è la storia di una donna tormentata dai demoni del proprio passato, incapace di adempiere al proprio ruolo di madre, alla frenetica ricerca di qualcosa di impossibile da raggiungere, tralasciando gli affetti e i rapporti personali.
In questo romanzo si arriva alla consapevolezza di quanto la vita sia imprevedibile, di come le cose che si danno per certe, punti fermi della vita, possano scivolare tra le mani se non si presta attenzione, se non si dona tutto l’amore che si ha.
Un tema estremamente importante che appare più volte tra le pagine del libro e che è alla base della storia è il rapporto genitori-figli. Un rapporto sicuramente non facile che, il più delle volte, proprio come tra marito e moglie, sfocia nell’abitudine se non viene alimentato con la fiamma dell’amore.
Anche chi vive accanto a noi, ogni giorno, colui con cui si condivide il pasto o il letto, può essere un completo sconosciuto.
E’ così che Jenny reputa sua figlia…una sconosciuta. Una ragazza tormentata, inquieta, alla ricerca di una felicità differente da quella che la famiglia credeva possibile per lei.
A fare da contorno alla storia di Jenny e Naomi ci sono le storie di tutta la famiglia: di suo marito, Ted, e dei suoi altri due figli, Ed e Theo. Ognuno di loro ha una diversa personalità, pregi e difetti che li rendono unici ed estremamente reali. Ma ognuno di loro possiede il proprio segreto, che tiene nascosto agli altri componenti della famiglia, facendo in modo che questa si disintegri e si allontani ogni giorno di più.
La narrazione è fluida e veloce, rendendo la lettura estremamente scorrevole, anche grazie ad uno stile semplice e non troppo ricco.
Una famiglia quasi perfetta è soprattutto un viaggio attraverso la psicologia di Jenny, una madre, una donna sconfitta nella sua parte più intima. Una lettura piacevole, con un finale diverso dal solito.
Voto
3.5/5
E voi lo avete letto?
Che ne pensate?
Buona lettura!
L’autrice.
Jane Shemilt è un medico di professione e ha conseguito una laurea in Scrittura creativa alla Bristol University e una specializzazione all’università di Bath. Il suo romanzo d’esordio, Una famiglia quasi perfetta, è diventato un bestseller internazionale e le ha dato un’immediata notorietà. Con la Newton Compton ha pubblicato anche Un delitto quasi perfetto. Vive a Bristol con il marito, professore di neurochirurgia, e i loro cinque figli.

2 Risposte a “Una famiglia quasi perfetta di Jane Shemilt”

  1. L'ho letto! Ma non mi è piaciuto affatto! Si va bene, storia carina però il finale è sconcertante… Quale madre lascerebbe mai una figlia in quel modo pur sapendo che è felice? Un bel discorsetto glie l'avrei fatto molto volentieri insomma!

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