Jane Austen. Niente donne perfette, per favore. 200 anni dalla sua morte

Il 18 luglio 1817 a Winchester, nella contea dell’Hampshire, a causa di una grave malattia, muore Jane Austen. Ricorre infatti oggi il 200° anniversario della sua morte.

La Austen, come ormai saprà chi è passato di qui qualche volta, è una delle mie autrici preferite di sempre.
Di suo ho letto per adesso solo alcuni dei romanzi maggiori: Orgoglio e pregiudizio, Ragione e sentimento, Mansfield Park ed Emma.

 
Oggi voglio parlarvi dell’ultimo libro letto. Un piccolo libriccino molto particolare: “Jane Austen. Niente donne perfette per favore“, edito L’Orma. Non siamo davanti ad un romanzo ma si tratta di una piccola raccolta di lettere personali dell’autrice, dirette soprattutto alla sorella Cassandra ed alle nipoti. Nessuna finzione: a parlare anzi, a scrivere, è proprio Jane Austen.

Fin dalle prime pagine abbiamo l’impressione di leggere una sua storia, a conferma del fatto che i suoi scritti siano delle vere e proprie testimonianze della sua epoca. Gli amori ed i balli organizzati sono al centro delle vicende delle prime due lettere, lettere in cui la Austen si confida con la sorella facendo intuire il suo interesse verso l’irlandese Tom Lefroy, il primo e (a quanto sembra) l’unico flirt dell’autrice. Le differenze sociali tra i due hanno messo fine alla loro storia. Infatti, come sappiamo, Jane Austen non si sposerà mai. Se le mancassero pretendenti o se sia stata una sua scelta non ci sono testimonianza. Quel che sappiamo dalle sue stesse parole in una lettera a sua nipote Fanny, è che sul matrimonio ha le idee chiare:


“Qualsiasi cosa è preferibile e più sopportabile di un matrimonio senza autentico affetto”

Chi vi ricorda? Naturalmente le eroine dei suoi romanzi: personaggi letterari che rendono i suoi lavori così attuali. Un esempio su tutte Elizabeth Bennet, protagonista di Orgoglio e Pregiudizio, di cui la stessa Jane Austen scrive:

Devo confessare che personalmente la considero la creatura più de!oziosa mai apparsa in un volume a stampa, e non ho idea di come potrò mai tollerare chi non l’apprezzerà

Ed in effetti è sicuramente la protagonista più amata nata dalla sua penna. Sappiamo bene che nei romanzi della Austen c’è, nascosta (nemmeno poi tanto) Sotto una forte ironia, una critica verso la sua società così dedita alle frivolezze e in cui ciò che contava erano solo le apparenze richieste dalla classe sociale di appartenenza. Il suo pensiero che ritroviamo negli atteggiamenti delle sue protagoniste, riesce ad andare oltre a tutto questo. Le donne, nella sua epoca, sono principalmente legate alla “Casa”, le attività che svolgevano erano prettamente domestiche: il ricamo, la lettura, il canto e, ovviamente, l’organizzazione di balli, occasione in cui le possibilità per trovare un marito aumentavano. Una costante nella vita di Jane Austen fu la scrittura. A soli 20 anni aveva iniziato a scrivere quelli che saranno i suoi romanzi principali. Ma, per una donna contemporanea della Austen essere pubblicata era molto difficile per la mentalità della società, la Austen stessa riuscì a pubblicare i primi romanzi ma anonimamente “by a Lady”. Solo 4 dei suoi 6 romanzi vennero pubblicati quando la scrittrice era ancora in vita.
Il successo non arriva subito, molti suoi contemporanei considerano i suoi rromanzi banali, considerazione, per molti, ancora attuale. In realtà una delle caratteristiche dell’autrice è nascondere tra le righe il messaggio che vuole lasciare al lettore, permettendogli un’interpretazione di ciò che legge. Motivo per cui nel tempo sono stati effettuati e continuano ad essere creati innumerevoli adattamenti letterari, teatrali e cinematografici tratti dai suoi romanzi.
E guai a consigliarle di allontanarsi dal suo genere.

“Non potrei mettermi a scrivere in tutta serietà un romanzo serio a meno che non ne andasse della mia stessa vita, e, se non avessi altra scelta e non potessi mai lasciarmi andare a ridere di me stessa e degli altri, sono certa che mi di troverei impiccata prima di aver finito il primo capitolo. No, devo rimanere fedele al mio stile e proseguire a modo mio per la mia strada.”

L’aver affrontato con caparbietà le regole sociali si ritrova nei suoi romanzi, nelle caratteristiche delle sue eroine, così simili per ambientazioni e temi trattati ma al tempo stesso così diverse.
Ed è per questo che le sue opere sono valide ancora oggi, cambierà l’epoca, le condizioni sociali, gli argomenti delle conversazioni ma alla base dei rapporti umani, ci sono gli stessi principi.

La determinazione con cui ha proseguito nella pubblicazione dei suo romanzi è stata aiutata anche dal sostegno che ha ricevuto dalla sua famiglia, suo padre per primo. Ed è uno spaccato della sua anima la lettera che invia al fratello Francis per avvisarlo della sua morte improvvisa

“Neanche la morte ha potuto strappargli il dolce e benevolo sorriso che lo ha sempre contraddistinto. La serenità del suo viso è uno splendore.Uniti in un unico amore,Con affetto                                                   J.A.

Ma è nella sorella Cassandra che trova una vera e propria spalla. Nelle lettere che le invia (la maggior parte) riesce ad affrontare qualsiasi argomento: dai propri sentimenti ai dubbi sui suoi romanzi, dal raccontarle i piccoli eventi quotidianità, alle ironiche interpretazioni di ciò che la circonda.

Neanche Cassandra non si sposerà mai e fu lei l’autrice di uno dei ritratti di

Jane che ci è pervenuto, su cui però la famiglia stessa non riconobbe una profonda somiglianza.

Nelle ultime lettere della raccolta Jane Austen mostra il suo lato più materno, sicuramente quello di “zia”…zia Jane, come mi diverto a chiamarla io stessa e tutti i suoi lettori. Anne e Fanny sono due sue nipoti. Alla prima rivolge consigli sulla sua attività di Scrittrice. Anne infatti prova a scrivere un romanzo e chiede informazioni ed aiuto alla zia. Nei suoi consigli possiamo capire di più sul come considera lei la scrittura, su quali sono i punti in cui si sofferma nella stesura dei suoi romanzi ma soprattutto si può osservare la sincerità e la schiettezza con cui dà il suo parere, senza risultare mai poco modesta e senza dimostrare superbia.
Cerca invece di sostenere Fanny in una sua relazione, consigliandola grazie a quelli che sono i suoi principi sull’amore e sul matrimonio, che ormai ben conosciamo tramite i suoi romanzi.

“Fare la figura della volubile è di certo molto spiacevole, ma, se credi di non essere ancora stata punita per le illusioni del passato, allora questa sia la tua punizione; e non è nulla rispetto alla disgrazia di essere legata a qualcuno senza amore, di essere legata a qualcuno e preferire un altro.”

La raccolta, seppur breve, 61 pagine in tutto, ci dà una visione completa, o almeno l’intento è quello, della figura di Jane Austen e ci dimostra che non è poi così diversa dalla Jane che leggiamo nelle sue opere. Ironia che la contraddistingue, l’arguzia in cui osserva la realtà sono le stesse caratteristiche con cui si relaziona ai suoi cari.
L’edizione, poi, è molto particolare. Fa parte di una collana, I pacchetti, che comprendono una serie di raccolte di lettere di autori e filosofi, la cui sovraccoperta diventa una vera e propria busta per poter spedire il libro, un piccolo gioiellino da collezione che gli amanti della scrittrice non possono lasciarsi sfuggire.

Fanny, fa uno scherzo a Mr Wildman, suo pretendente e lo costringe a leggere i romjanzi della zia senza rivelargli l’identità. La risposta della zia:

“Lui e io non dobbiamo certo essere d’accordo in materia di romanzi ed eroine; niente donne perfette, per favore: come sai, mi danno il voltastomaco”.