Chiaro di Venere di Claudio Demurtas

 
Editore: Eventualmente Editore
Data di pubblicazione: 3 gennaio 2017
Prezzo cartaceo: 13.50 €
Sinossi.
Dall’atroce massacro nella Piana delle Giare in Vietnam nel 1963, alla drammatica fine di Salvador Allende dieci anni più tardi a opera di Pinochet, si dipana il filo della storia di Federico, una matricola universitaria di nome e di fatiche, sullo sfondo del suo amore tormentato per Luisella, confessa tutte le sue défaillances sentimentali, politiche, sociali e religiose, ambientate in una Sardegna onirica, ma non per questo meno vera, che cela sotto nomi di fantasia paesaggi di Cagliari, Carbonia, Ilbono e della mitica Arbatax delle Rocce Rosse.
E questa matricola, disarmante e disarmata, cui non basta il papiro per affrancarsi dai luoghi comuni miserelli frutto per lo più di pertinace mancanza d’informazioni e di letture all’inizio dell’anabasi la sua visione del mondo e delle cose era quasi tutta contenuta nelle cronache di calcio del “Corriere dello Sport” – capace però di critica e di autocritica, riuscirà spandendo sudore e sofferenza a trovare sé stesso, il mondo e gli altri e la vita e l’amore attraverso vicende velate, a volta, da semplice ironia, a volte da umorismo o sberleffo amaro tout court, o camuffato talora da angoscia esistenziale vera e propria e maschera tragica.
Recensione
Chiaro di Venere è un romanzo ambientato negli anni Sessanta che ha come protagonista Federico, un giovane dall’animo irrequieto alla continua ricerca del senso della sua vita, dell’obiettivo che lo renda finalmente soddisfatto e realizzato in campo professionale e affettivo. Federico si innamora facilmente, vivendo amori tormentati poiché mai realmente ricambiati, ma al suo fianco, sempre pronto al consiglio e al conforto, c’è il fedele amico di una vita.Federico si trova a vivere un periodo di profonda depressione: da incrollabile sognatore vive situazioni che accrescono, giorno dopo giorno, il suo forte sentimento di malumore, minando le proprie sicurezze e rendendo le sue giornate vuote ed incomplete.

“Federico, possibile che non maturi mai? Che rimanga sempre un inguaribile sognatore?”
“Ma se la vita non fosse anche sogno che cosa ne rimarrebbe? Un correre monotono sempre sugli stessi binari.”
“Io invece credo che tu sia perennemente insoddisfatto perché non sai accontentarti. Può darsi che non abbia ancora trovato, e in questo caso avresti ragione; potrebbe essere, però, che quello che cerchi non esista.”
La sua vita è allo sbando: gli studi di Legge all’università si sono arenati, la sua voglia di studiare è scomparsa così come la sua fiducia verso il genere femminile. Tutto cambia però quando al giovane viene affidata la cattedra di insegnante per un anno intero, sebbene si tratti di un impiego umile e spesso faticoso, Federico ama trasmettere la propria conoscenza agli studenti e vede in questo lavoro l’opportunità di rendersi finalmente indipendente e acquistare la tanto desiderata Seicento. Tre anni dopo il giorno più umiliante vissuto all’Università come matricola, Federico si trova, ancora una volta, davanti all’ingresso della facoltà, questa volta in veste di anziano. Ma è proprio in quel momento che, quasi per caso, o come un segno del destino, gli occhi del ragazzo si posano sulla figura ben modellata e proporzionata di una giovane donna.
Luisella, questo è il suo nome, è una matricola e Federico decide di prenderla sotto la sua ala protettrice, difendendola dalle umiliazioni a cui sono sottoposti i nuovi arrivati. Tra i due, sebbene le differenti opinioni politiche siano spesso fonte di litigio, nasce una forte intesa, un amore tenero e casto, trattenuto a stento dal frenetico Federico.
Ma il tormento e l’insofferenza del giovane, dopo un fugace periodo di pace e felicità, tornano, come un tarlo, ad assillarlo e tormentarlo, rendendo necessario un ulteriore cambiamento nella propria vita.
In un periodo storico di forti mutamenti e valori politici anche Federico, vittima di ignoranza, disinteresse e disinformazione, vivrà la propria metamorfosi, tra angosciose paure e tenui speranze.
Ma non tutto è come sembra e la felicità, a volta, si nasconde nei piccoli gesti quotidiani, tra le braccia di una donna o dietro ad una cattedra.
“In concreto abbiamo poche speranze di cambiare le cose” affermò a bassa voce Federico. “Ognuno deve fare la sua parte, piccola che sia. Guai a cadere nell’errore di voler vedere i risultati, l’importante è stare dalla parte giusta e mettersi in cammino, cercando di coinvolgere più gente possibile.”
Una scheggia metallica brillò negli occhi di Don Marino che sembrava stanco anche lui.
“Ma siamo gocce.”
“Si, e le gocce formano il fiume.”
Chiaro di Venere è un romanzo particolare, diverso dal solito, dove i veri protagonisti sono il tormento e la fragilità dell’essere umano, alla costante ricerca della felicità e del senso della propria vita.
Si allungò completamente sul masso, fronte in su, braccia e gambe staccate dal corpo. Sopra di lui, un cielo di carta vetrata pallida, pulsante. Ma quel poco di bagliore lo mandava Venere, trionfante a sud-est con eccezionale splendore. Ed era il chiaro di Venere che lo bagnava, di bellezza, d’estasi, in un assolo di sensazioni struggenti, scaraventandolo nello Spazio, entità numerica pura e semplice, infinitesimale, passiva.
Tra situazioni ironiche e momenti di amaro umorismo si srotola la frustrante vita di un giovane come tanti, un viaggio all’interno della sua psicologia, che ha come ingombrante sottofondo la condizione politica del tempo.
La lettura scorre fluida fino all’ultimo capitolo attraverso una narrazione ricca e serrata ma dallo stile semplice e diretto.
Ringrazio l’autore, Claudio Demurtas, e l’ufficio stampa Giro di parole per avermi dato l’occasione di immergermi negli anni Sessanta, in un mondo in continuo cambiamento dove ciò che realmente conta è nascosto nelle pieghe dei sogni, degli affetti e quella quotidianità.
Votazione
4/5

L’autore. Claudio Demurtas nasce a Mores, in provincia di Sassari nel 1942, ma vive tra Palermo e Carbonia, dove viene a contatto con culture portatrici di diversi valori fondamentali nella sua formazione e attività di scrittore. Trasferitosi a Cagliari, si laurea in Giurisprudenza e accetta l’incarico di assistente volontario del professore di Istituzioni di Diritto Romano. Ben presto diventa docente nella scuola media, attirato dalle problematiche giovanili conosciute durante gli studi universitari, dove insegna Diritto ed Economia Politica per più di 40 anni. Chiaro di Venere è il suo primo romanzo.

Buona lettura!

2 Risposte a “Chiaro di Venere di Claudio Demurtas”

  1. Ciao Debora!
    Anche io devo leggere questo libro, è tra le prossime letture.. ma per ora ho il blocco del lettore e non capisco come sciogliermi. Ma sono contenta che ti sia piaciuto! Ti farò sapere, un bacio

    1. Ciao Martina!
      Secondo me è l'estate XD Anche io procedo lentamente da qualche mese…Speriamo si sblocchi in qualche modo. Fammi sapere che ne pensi. 🙂

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